..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 20 ottobre 2013

SENZA PAROLE

Sono poche le parole che una penna ha facoltà di scrivere dopo una prestazione del genere.
Sontuosa, spettacolare, emozionante, tutti aggettivi che non rendono e non possono rendere reale quello che gli occhi nel pomeriggio dell'Emirates hanno potuto vedere.
Ci sono stagioni che nascono così. Mille domande, altrettante critiche, poi spazzate via da una serie di risultati che lasciano senza parole, da numeri che si accavallano e si rincorrono per rendere merito alla squadra, al momento, più bella dell'intero continente. Senza nemmeno la possibilità di replica.
Il cambio, mentale e fisico, è nato nel classico momento in cui nessuno, probabilmente nemmeno Wenger, l'avrebbe potuto certificare: 3 marzo 2013, White Hart Lane, sconfitta per 2-1 contro gli Scum.
Da allora, statistiche alla mano, s'è realmente iniziato a raccogliere quello che le basi per la costruzione di una super-squadra moderna avevano posto nella nuova era del calcio di magnati e petrolieri annoiati. 
Ieri serviva la testa, come ampiamente redatto nella mattinata di sabato, e la testa c'è stata. Concentrata, lucida, capace di sfruttare l'inerzia del momento. Solida quando c'è stato da stringere i denti, caparbia nell'allontanare la sofferenza.
Geniale quando le gambe e piedi hanno dovuto lavorare con la sfera, cinica nel momento in cui si doveva chiudere il match, mettendo in archivio l'ennesimo capolavoro di questa stagione.
Nella conta dei singoli si fa fatica ad esprimere chi è stato meglio, chi ha fatto di più, chi è risultato più di altri decisivo. Ozil? Due goal, tanta corsa, mai un pallone perso. Wilshere? Nuovamente in goal, un assist, tanta grinta. Giroud? Una continua collaborazione per le geometrie della squadra, tanta classe, due assist da far impallidire il miglior Mesut. 
Ramsey? Ecco, per lui di parole non ce n'è davvero più. Finite, esaurite.
Il tutto completato da un gioco di squadra che parte nel momento in cui la fase offensiva inizia a fare pressing per recuperare il pallone, consentendo al centrocampo di posizionarsi nel migliore dei modi e alla difesa di subire il minimo sindacale.
Tutto talmente bello che quando si va a poggiare la testa sul cuscino viene voglia di non addormentarsi più, per rivivere, nella testa, quello che poche ore prima la realtà c'ha consentito di ammirare.
Staremo ancora una settimana davanti a tutti, in Premier. Con vantaggi sulle inseguitrici che si sono andati a dilatare. Il Liverpool fermato al St James' Park è scivolato a meno 2, raggiunto dal Chelsea vittorioso contro il Cardiff. Sui Citizen si sono mantenuti i 3 punti di vantaggio, così come si sono mantenuti i +4 sui Toffees. Mentre lo United, fermato in casa da un grande Southampton, è tornato a meno 8.
Pensare che tra sette giorni andremo a Selhurst Park nell'anticipo della nona, in una giornata dove Chelsea e City si affronteranno a Stamford Bridge, fa credere che la classifica potrebbe regalarci un sorriso in più.
Ora la testa si dovrà concentrare solo ed esclusivamente a mercoledì, quando i vice-campioni d'Europa saranno ospiti a nord di Londra. Senza pronosticare, senza calcolare quale risultato sarà per noi migliore, senza fare parole.
Quelle ce le terremo strette in gola, pronti a farle uscire quando la storia sarà definitivamente scritta.