..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 19 ottobre 2013

IMPORTANTE MA NON FONDAMENTALE

Sarà un week-end importante, quello che andremo a vivere, giocare, abbracciare. 
Certo non fondamentale, per una serie logica di ragioni, ma importante.
Le big del torneo affronteranno match sulla carta agevoli, e questo potrebbe consentire il primo vero assestamento della classifica. Ma il tema è sempre l'English Football, e questo basta per lasciare sempre spazio a sorprese, delusioni, incertezze.
Classifica alla mano, nonostante la metà di ottobre, a noi dei risultati degli altri poco c'importa. Basterà fare bottino pieno contro il Norwich per rimanere lassù, a continuare a guardare tutti dall'alto verso il basso, con orgoglio.
Mancheranno ancora, per un periodo piuttosto lungo, Sanogo, Podolski, Diaby e Oxlade-Chamberlain, mentre Walcott dovrà attendere i primi di novembre per tornare regolarmente a far parte della prima squadra. Torneranno, invece, Sagna, Cazorla e Rosicky, tutti probabilmente seduti in panchina, ma nuovamente a disposizione di Wenger.

Ci sarà anche Mesut, lui in campo, che dopo la botta ricevuta al ginocchio nell'impegno avuto con la nazionale tedesca è rientrato dando la piena disponibilità delle sue prestazioni.

Sarebbe importante, non fondamentale, fare i tre punti contro i Canaries.
Otto giornate e vedere sempre i Gunners comandare le operazioni porterebbe molti a domandarsi: fanno sul serio?
Questo aumenterebbe le preoccupazioni negli altri, questo garantirebbe una maggiore solidità mentale nei nostri. 
A (ri)leggere le rose di chi ambisce a qualcosa di più che un quarto posto mi continua a far pensare che non siamo inferiori a nessuno, soprattutto se il metro viene poggiato sulla linea di centrocampo. Come il nostro? Pochi, in Inghilterra come in Europa. Leggermente stretti in attacco, Santo Oliviero a tirare la carretta in quasi solitudine, abbondanti e con diverse soluzioni in difesa.
Insomma, un gruppo che c'è.
Poi c'è il lato mentale, quello che ti può far scivolare, quello che potrebbe relegarti nel solito match contro te stesso, dal quale rischi, nella stragrande maggioranza dei casi, di non uscirne più.
L'ambiente Gooner ha paura solo di questo, ci posso scommettere delle sterline.
Impossibile da biasimare, perché anni senza un titolo vero portano a pensare che il primo gradino preso male possa compromettere l'intera percorrenza della scala.
Però ricordo. Ricordo che da quel 21 maggio 2005 non siamo stati più campioni di niente, ma capaci di rimanere tra le prime quattro della nazione. Ricordo di aver perso due semi-finali di Champions e una di FA Cup. Come ricordo di aver perso due finali di Coppa di Lega, una di Community Shield e una di Champions League. Negli ultimi dieci anni.
Ricordo come abbiamo saputo venirne fuori. Ricordo che in quel caso, la testa, è stata importante.
Una mentalità capace di farsi scivolare addosso le sconfitte, le condanne, le critiche.
Senza proferire verbo, ma scendendo in campo ogni sabato.
Oggi è sabato, e scenderemo in campo. 
Ci metteremo ancora una volta la testa, come sappiamo fare. 
Perché è importante, ma non fondamentale.