E' giunto il momento di usare parole pesanti, aggettivi che evidenziano il nostro stato, frasi che hanno sempre fatto parte del nostro blasone. Il non farlo significherebbe non rendersi conto di ciò che siamo diventati, non rendere merito ad un gruppo di lavoro che sta scrivendo una pagina importante della storia dell'AFC, aumentare negli altri la convinzione che tutto può mutare.
Sono i numeri che spingono a scrivere determinate considerazioni. Sono le prestazioni sul campo che invogliano a rendere esaltante questo inizio di stagione.
E' la classifica e molto altro che dice a tutti che siamo la squadra da battere.
La costante, per fortuna, rimane la medesima: ogni volta che giochiamo è come se dovessimo superare un'esame. Rispondere in maniera convincente a chi ci domanda: vincerete anche questa?
Da quel 3-1 timbrato allo Stadium of Light non abbiamo più lasciato il primo posto in classifica, vincendo 8 delle ultime 10 disputate, che fanno un totale di 10 vittorie nelle 13 fin qui giocate.
Siamo il secondo miglior attacco della lega, mantenendo inalterata la tradizione che ci ha sempre visto brillanti in fase offensiva. Il 93% delle realizzazioni avviene nell'area di rigore avversaria, un dato che conferma ulteriormente la filosofia wengeriana. Abbiamo la capacità di andare in goal in qualunque momento della partita, con tre dati specifici che spiccano rispetto agli altri. A metà primo tempo, a metà secondo tempo e nel finale di gara offriamo il meglio di noi, segnando percentualmente (e rispettivamente) il 16% dei goal nei primi due casi e addirittura il 20% nell'ultimo.
Ma è la fase difensiva che si erge a vera novità e soprattutto a fare tutta la differenza di classifica e consapevolezza rispetto alle scorse stagioni. Negli ultimi 7 match (coppe comprese) abbiamo portato a casa 6 Clean Sheets. Con 10 goal subiti ci siamo posizionati al secondo posto nella classifica delle difese meno battute della Premier, concedendo la misera di 0.77 goal subiti a partita.
Nello specifico c'è un dato che fa quasi impressione e fa capire come questa squadra sia stata capace di cementare la capacità di sacrificarsi. Di questi 10 goal solo il 50% l'abbiamo subito all'interno della nostra area e solo il 10% nella fetta di campo presidiata da Koscielny. L'aiuto da parte di tutta la squadra alla fase difensiva ha così permesso ai difensori centrali di ergere una diga davanti a Szczesny e di portare, nella maggior parte dei casi, gli avversari alla conclusione dalla lunga distanza.
A tutto questo è inevitabile non aggiungere le differenze tra i match disputati tra le mura amiche e quelli in trasferta. Si equivalgono le reti subite (5 in casa e 5 in trasferta), si equivalgono i Clean Sheets (3 in casa e 2 in trasferta), si equivalgono i goal realizzati (13 in casa e 14 in trasferta), si equivalgono i tiri verso la porta avversaria (68 in casa e 67 in trasferta), si equivalgono i punti fatti (15 in casa e 16 in trasferta).
In pratica non troviamo alcuna differenza nel giocare in casa o in trasferta, un dato che se mantenuto potrebbe regalarci a fine stagione soddisfazioni e titoli.
Si, ho scritto di soddisfazioni e titoli.
L'aver superato novembre (il nostro storico mese nero) con vantaggi in classifica sulle seconde da far rabbrividire non può non far scrivere e parlare di titolo.
E chi se non noi potrebbe lottare per la conquista della Premier 2013/2014?
La scaramanzia e tutte quella cazzate che si legano alla superstizione le butto volentieri dentro ad un bidone, pieno di kerosene e pronto a prendere fuoco.
Noi siamo l'Arsenal, per chi se lo fosse dimenticato, un Club che la storia ha sempre visto vincere, segnare un solco profondo nella cultura e nella tradizione del football britannico.
Siamo primi in classifica, dominiamo il gruppo F di Champions League, abbiamo vinto 17 delle ultime 23 partite disputate in tutte le competizioni, continuiamo a disputare match maturi e di alto profilo tecnico/tattico.
Oggi siamo la squadra da battere e non abbiamo più paura di dirlo.
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