..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 14 gennaio 2014

HO VISTO... E SENTITO

Ho visto Szczesny comparire nel teleschermo al minuto ventidue, e questo mi ha dato la misura di come siamo scesi in campo, di quale approccio abbiamo avuto con il match, di quale grado di concentrazione siamo in grado di offrire quando la posta diventa importante.
Fino a quel momento non è che avessimo creato chissà quali pericoli ai Villans, ma il solo gestire la partita, il possesso palla, il non fare prendere coraggio nei primi minuti di gioco ai padroni di casa è stata una prova di grande maturità.
Dieci minuti dopo aver visto Szczesny ho visto Jackie Boy. In sessanta secondi, il ragazzo che più d'ogni altro incarna la tradizione Gunner, ha ammazzato il match. In maniera violenta, senza lasciare scampo.
Prima il goal, un'autentica perla di tecnica, precisione, tempismo nel farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Poi l'assist, a Giroud, dopo aver recuperato palla e aver attaccato come un animale affamato la propria preda.
Che Arsenal, che Wilshere, che grande prova di tutti gli undici scesi in the pitch.
Ho visto un fenomenale Monreal, autore di un assist e di una prova di enorme spessore. Ho visto un ritrovatissimo Sagna, ora in forma, ora in grado di offrire quella spinta che da destra e per troppo tempo è mancata. Ho visto un Giroud formato "le prendo tutte io e ci faccio quello che voglio"; ecco da dove e con molte probabilità sono uscite le parole dell'attaccante francese a fine gara: "Il mercato? Non ci serve nessuno. Dispiace aver perso Theo per tutta la stagione ma abbiamo molti elementi che stanno rientrando e che daranno una grossa mano da qui al termine".
Ho visto un Ozil che ancora una volta ha inventato, verticalizzando una sfera che solo una mente "deviata" poteva pensare. E poi Wilshere, visto salire in cattedra a centrocampo e dominare in lungo e in largo, risultando alla fine il migliore in campo.
Ho anche visto il goal di Benteke, che a quindici dalla fine ha ridato speranza ai padroni di casa. Questo m'ha fatto vedere anche un Arsenal in leggera difficoltà negli ultimi minuti, come sottolineato in conferenza stampa da Wenger. Ma questo ha fatto bene a tutti. Perché impensabile vincere e dominare tutte le partite, perché importante uscire da una serata come quella di ieri sera con i tre punti in tasca e la vetta della classifica conquistata.
La guerra dei nervi è in atto, e noi, come già scritto, abbiamo la chance di gestirla. Per la quinta volta in stagione, per la quinta volta da Natale ad oggi, siamo stati capaci di rimettere dietro chi, giocando prima di noi, c'aveva scavalcato. E' operazione difficile, complicata, per i più ingestibile. Non per noi.
Ogni volta riusciamo a superare l'ostacolo, ogni volta riusciamo ad essere concreti e belli, a fine di ogni giornata riusciamo a tornare davanti, risultando i migliori della classe.
Ventuno partite, quindici vittorie, la miglior difesa della lega. Andremo lontano, statene certi.
Ho anche visto il cuore e la passione di chi c'ha seguito fino a Birmingham, fieri di portare i nostri colori in ogni angolo del Paese. Li ho visti e li ho sentiti, cantare a squarciagola gli inni del nostro Club, nominare i paladini che calcano i palcoscenici della Premier. Li ho sentiti tessere le lodi a Theo Walcott, assente giustificato da qui alla fine del torneo. Tutto questo mi ha dato una visione, mi ha fatto vedere che dalle parti del nord di Londra la classe non si compra ma si ha.


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