La Premier League è un campionato difficile, complicato. In ogni partita, in ogni stadio. Nulla è scontato, niente è prevedibile, anche quando alla fine tutto rientra nelle previsioni.
E' così da sempre, e da sempre tutto questo offre emozioni, adrenalina, il coraggio e la spregiudicatezza di provarci, fino alla fine.
Così è successo ieri sera al The Hawthorns. Chelsea favorito sulla carta, Chelsea in vantaggio come da pronostico, Chelsea ripreso da Anichebe a sei dalla fine. Semplicemente perché questa è la Premier, il "british football", quello che ti sa dare molto ma al tempo stesso capace di toglierti tutto.
E fa specie leggere (in Italia) di "Beffa Chelsea"; ormai è consolidato che da queste parti le speranze dei più sono rivolte verso "russi" o "arabi", a seconda del "vento" che tira.
Anzi, è andata anche bene alla banda di Mourinho in quegli ultimi sei minuti di recupero, dove i padroni di casa sono andati vicino a raccogliere il bottino pieno.
Stamane la classifica recita: Chelsea avanti di due punti su di noi e di tre su City.
Stasera, la classifica, potrebbe recitare l'esatto opposto. Starà al City ma soprattutto a noi cambiare le posizioni, offrire, nuovamente, una diversa fisionomia alla parte alta del torneo.
All'Emirates giunge lo United. Dopo la batosta subita in quel di Liverpool è il match che ci deve offrire un pronto ed immediato riscatto, è la partita che ci può consentire di tornare in testa al campionato.
Non importa chi scenderà in campo, chi sarà protagonista o meno.
Questo, con molta probabilità, è il succo di quanto detto da AW ai ragazzi dopo la scoppola di Anfield. Si vince e si perde di gruppo, si vince e si perde per la "maglia".
Noi la indosseremo. Gialla o rossa poco importa, quello che conterà sarà sentirla sulla pelle, sopra il cuore, quello che dovremmo far battere per poter, alla fine, urlare: "We're still Top of the League".
COYG
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