Quando il calendario stabilì che la sfida contro il Manchester City si sarebbe svolta in questo periodo, nessuno avrebbe scommesso che la nostra distanza dalla testa fosse di sei punti, anzi, un'eventuale proposta avrebbe fatto firmare fogli in bianco.
Con il passare delle settimane, la conferma dei migliori della precedente stagione e l'arrivo di Ozil, i bocconi che si ingoiavano erano dolci, dolcissimi.
Bene in Champions e primi in campionato.
La bocca s'era fatta inevitabilmente buona, e quel sapore di stagione da titolo invadeva ogni mente. Di tutti, critici e non.
Diversamente non poteva essere. Il genio, il colore di quel blocco di centrocampo cementava la consapevolezza che questo sarebbe stato l'anno giusto.
Troppe cose andavano nella nostra direzione. Il cambio manageriale ad Old Trafford, all'Etihad Stadium, a Stamford Bridge. La cessione di Bale da parte degli Spurs. Un Liverpool frastornato dalla questione Suarez. Insomma, i nostri rivali, nel bene e nel male, dovevano ricominciare da zero, seppur con un potenziale di primissima.
Questo, associato ad una nostra partenza ottimale, ha permesso ventuno giornate davanti a tutti, con alcune chance dove si sarebbe potuto scavare un solco.
Attraversato il periodo natalizio con un filotto di vittorie che c'avevano confermati come migliori della classe, hanno avuto inizio gli infortuni.
Ramsey, Walcott, Ozil e Wilshere sono elementi insostituibili per questa squadra, il cervello che mette in moto tutto il gioco pensato da Wenger. Senza di loro (tutti insieme) è dura.
Per carità, come lo sarebbe senza Cazorla (che ha praticamente saltato la prima metà di stagione) e Chamberlain (anche lui fuori ad inizio anno), o senza Giroud, ma perdere per strada quattro elementi del genere penalizzerebbe chiunque.
E' un problema, come un problema lo è stato ad inizio stagione, quando gli stessi Ozil e Ramsey si sono dovuti scoppiare ogni singolo minuto per sopperire alle assenze dei vari Wilshere, Cazorla e Chamberlain.
E' un problema che si deve risolvere, un problema da portare nella stanza dei bottoni.
Non si vuole cercare un colpevole, ma una soluzione che permetta di disputare una stagione con il "giusto" numero di infortuni.
Nonostante questo la differenza tra noi e chi ci precede è ancora minima, e quindi tutto può ancora accadere.
Stasera toccherà a noi far accadere le cose. Senza Ramsey, senza Ozil, senza Walcott, ma con la forza di superare qualunque ostacolo. Per Ramsey, per Ozil, per Walcott. Per l'AFC!
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