C'abbiamo creduto tanto, tantissimo, nonostante un risultato finale che c'ha visto uscire dal campo con meno di quel che meritavamo. In quell'autorete di Flamini nei minuti di recupero ci sta tutto l'Arsenal di questo periodo. Ai ragazzi c'è davvero poco da imputare, anzi.
Loro, tutti, c'hanno messo anima e corpo, sostenuti da un Emirates che non ha smesso per un solo istante di sostenerli. Ma non è bastato.
Non è bastato partire concentrati e determinati, non è bastato rimontare un risultato bugiardo nell'arco di sessanta secondi, non è bastato credere che in quel recupero le distanze dalla testa si erano assottigliate a quattro punti. Non è bastato.
Analisi e commenti a questo punto della stagione trovano il tempo che trovano. E se fino a qualche settimana fa guardavamo tutti dall'alto, oggi ci ritroviamo a doverci guardare le spalle.
Le prossime due partite saranno fondamentali, determinanti per la stagione che verrà.
Il City sabato sera in casa e l'Everton domenica pomeriggio 6 aprile ci diranno, a grandi linee, cosa ci competerà per la stagione 2014/2015.
La classifica parla chiarissimo: quarti, a quota 63, con 6 punti di svantaggio dal Chelsea capolista (a pari partite giocate), con 3 punti di svantaggio sul City (e due gare in più) e con 2 punti di ritardo dal Liverpool (con una gara in più).
Dietro, invece, dopo il turno di ieri sera, manteniamo 6 punti di vantaggio sulla quinta, l'Everton, ma con una gara in più disputata, e un più 7 sul Tottenham, a parità di gare giocate.
Inevitabile che la gara casalinga con i ragazzi di Pellegrini e soprattutto la trasferta a Goodison Park saranno due tappe fondamentali per scrollarsi definitivamente di dosso gli inseguitori per il posto Champions, e, magari, riuscire nell'impresa di rimanere incollati al treno che ci porterà sul traguardo finale di maggio.
Non resta che rimanere uniti, concentrati sulla prossima gara, senza che niente e nessuno ci distragga dagli obbiettivi stagionali. Che sono ancora molti, e tutti da azzannare con la classe e la tradizione che da sempre ci portiamo dietro.
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