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lunedì 21 aprile 2014

TOP FOUR STILL IN ARSENAL'S SIGHTS

Usciamo dalla trasferta del KC Stadium con la consapevolezza che questo campionato, con un po' di fortuna in più e qualche infortunato in meno, ce lo saremmo potuto giocare, con tante possibilità di vincerlo. Sono bastati un paio di rientri nella line-up e si è subito rivista quella squadra che fino a gennaio ha dettato legge e comandato la classifica.
E' bastato rivedere Aaron Ramsey non al 100% della condizione per comprendere quanto il ragazzo gallese sia mancato nel periodo più importante dell'anno.
Non è un alibi, perché le colpe vanno ricercate altrove, ma un dato oggettivo figlio delle ultime tre partite con il ragazzo di Caerphilly in campo: qualificazione alla finale di FA Cup e due vittorie consecutive in Premier, situazione che non si verificava, guarda caso, da metà gennaio.
Se a questo aggiungiamo le lungo-degenze di Walcott e Wilshere ecco che il quadro si completa, ed il rammarico sale prepotentemente.
La prima frazione del match contro l'Hull City ha evidenziato come la testa, dopo un periodo di enormi difficoltà, non abbia ancora raggiunto quell'equilibrio che per diversi mesi c'ha permesso di giocare il miglior football d'Inghilterra. Un po' paurosi e un po' costretti dai ragazzi di Steve Bruce ad un match di contenimento, abbiamo disputato la prima mezz'ora senza acuti, senza essere brillanti.
Poi è arrivato il goal di Aaron, il quattordicesimo stagionale, il nono in campionato, il primo dopo cinque mesi di astinenza, e tutto è mutato.
La squadra, tutta, s'è sentita più sicura. Certo, la fortuna che il destro di Livermore si sia infranto sul palo alla destra di Szczesny c'ha permesso di non andare in down, ma la capacità di prendere il comando delle operazioni e di chiudere con una doppietta di Podolski (servito da due assist di Ramsey, il terzo in due partite) la partita ha certificato che l'Arsenal è tornato, pronto a giocarsi nelle ultime tre la qualificazione alla prossima Champions League.
La vittoria dell'Everton contro lo United lascia aperto il discorso quarto posto, e per certi versi può essere un bene così, ma con due match tra le mura amiche (Newcastle e WBA) ed una sola trasferta all'ultima giornata di campionato a Carrow Road le possibilità di finire per il diciottesimo anno consecutivo tra le Top Four rimangono alte.
Il dato impressionante di questo torneo, il più bello degli ultimi dieci anni, sono i punti realizzati dalle prime cinque in classifica, che, a tre giornate dal termine, hanno tutte raggiunto i 70 punti in classifica (solo l'Everton è a quota 69). Tutte hanno toccato quota 20 vittorie in stagione e tra la prima e la quinta s'è aperta una forbice di appena 11 punti.
Definirlo equilibrato e meraviglioso rende perfettamente l'idea di cosa abbiamo avuto modo di assistere in questa stagione.
Ora concentrazione e testa al Newcastle, che nel Monday Night del 28 aprile ci dirà quanto ancora siamo cresciuti, quanto potremo ancora migliorare prima della finale di Wembley del 17 maggio (una data infausta che non vediamo l'ora di seppellire per sempre), quanto sarà possibile entrare ancora una volta tra le migliori quattro d'Inghilterra.
COYG

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