..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 10 ottobre 2019

La discriminante non è stato Giovanni ma ancora una volta il metodo propagandistico


Ormai ne dovremmo essere assuefatti, abituati, ma seppur non più dipendenti le apparizioni nei talk show dell'ormai ex indossatore di felpe altrui continuano a stupirci, a lasciarci quel retrogusto amaro troppe volte assaporato. 
Arrogante e tronfio di un consenso popolare che lo mantiene saldamente in testa all'attuale volere degli aventi diritto al voto, il leader del Carroccio, nell'ultima puntata andata in onda di "dìMartedì", il prime time di La7 condotto da Giovanni Floris, si è prodotto per l'ennesima volta in un "one man show" dove le domande rivolte dai giornalisti presenti in studio (Cazzullo, Cossu, De Gregorio e financo Senaldi) sono state derise, canzonate, dileggiate a tal punto che lo stesso padrone di casa non ha potuto fare altro che rammentare all'ex inquilino del Viminale che loro, i giornalisti, hanno il sacrosanto diritto di chiedere quel che ritengono più opportuno, senza che questo venga continuamente osteggiato o peggio ancora burlato dall'interlocutore di turno. 
Ma l'elevato alla clowneria, rimbalzando continuamente gli interrogativi sul rifiuto di presentarsi in Parlamento a spiegare sul caso Savoini, ha pensato bene di sostituire l'effetto comico e artistico dei pagliacci con quello meschino e miserabile della propaganda, unico cavallo di battaglia del fu leader del defunto primo governo Conte. 
Al centro della scena la disabilità, un minore, spettacolarizzati da colui che andava predicando che i bambini non si coinvolgono nella polemica politica. 
Una storia, quella di Giovanni, bambino disabile di 6 anni, gettata nella mischia, nella corrida politica per allontanare il confronto, per distrarre la massa da tematiche, almeno per il leader del Carroccio, particolarmente scomode. 
Lo spettacolo offerto dal cacciatore di pieni poteri ha lasciato senza parole (e uno studio che in pratica ha smesso di fare domande), e la voluta discriminante messa in campo spazio al metodo propagandistico, ancora una volta usato per scappare dalle responsabilità.

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