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giovedì 24 ottobre 2019

La propaganda dei porti chiusi e la reticenza su Moscopoli non possono pagare gli stessi dividendi


Spazzò letteralmente via gli ex alleati di Governo, dominando in lungo e in largo la scena politica dello stivale. Fece incetta di spazi televisivi, di like e condivisioni sui social e di consensi elettorali che ne decretarono il trionfo alle Europee e la maggioranza relativa all'interno dei confini nazionali (quella data dai sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani). 
La tematica che gli permise di raggiungere questi risultati sempre la stessa: i migranti e le ONG. 
Per l'intero periodo trascorso nelle stanze del Viminale il leader del Carroccio diede il via alla narrazione dei porti chiusi, del pericolo migranti, dei collegamenti tra le organizzazioni non governative o parti di esse con i trafficanti di esseri umani. 
Una divulgazione continua costruita ad arte per accaparrarsi il consenso degli italiani e su cui, visto il grande successo riscosso, basare ogni uscita pubblica e qualsivoglia confronto mediatico. 
Ma se fino a ieri le ospitate televisive e le varie interviste pubbliche erano dominate dalla propaganda sulla sicurezza, oggi i temi riguardanti i porti chiusi, i migranti e le Ong servono solo ed esclusivamente ad eludere l'argomento che giornalisti, media e inchieste stanno portando sempre più all'attenzione dell'opinione pubblica: Moscopoli. 

L’inchiesta di Report dedicata ai legami tra la dirigenza di via Bellerio e Mosca è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, inondando quel terreno su cui l'ex ministro dell'Interno aveva poggiato solidamente le basi del proprio consenso. 
E se in una puntata recente del prime time di La7 condotto da Giovanni Floris le domande rivolte dai giornalisti presenti in studio (Cazzullo, Cossu, De Gregorio e financo Senaldi) sono state derise, canzonate, dileggiate e soprattutto eluse con il preferito argomento degli sbarchi, il programma condotto da Sigfrido Ranucci ha scatenato un vero e proprio putiferio, al punto che Giampaolo Rossi di Fratelli d'Italia insieme al leghista Igor De Biasio hanno sostenuto che la puntata andata in onda su Rai 3 è stata apertamente finalizzata al condizionamento del dibattito politico. 
Un diritto di cronaca, perché di questo si è trattato, messo in discussione tirando in ballo la tempistica e sottolineando come sarebbe stato ben diverso se la stessa puntata fosse andata in onda una settimana dopo il voto in Umbria. Una posizione insostenibile, visto che la norma in materia appare chiara: le disposizioni approvate dalla Commissione di Vigilanza Rai il 17 settembre per la regolamentazione del servizio pubblico in occasione delle regionali umbre "si applicano nell'ambito territoriale interessato dalla consultazione". 
O forse, per l'ennesima volta, un atto per depistare la vicenda legata ai presunti fondi russi, al perché dopo quanto emerso Salvini ha fatto credere di non conoscere Savoini, al perché sempre l'ex ministro dell'Interno ha detto di non aver invitato l'ormai ex portavoce in Russia salvo poi scoprire che aveva cenato con lo stesso all’Hotel Metropol, la sera prima della presunta trattativa. E ancora il rapporto con l’uomo d’affari Konstantin Malofeev che avrebbe finanziato partiti di ultradestra in Europa, oppure la mancata querela a Savoini che parlava a nome e nell’interesse suo e della Lega e, stante alle indagini, avrebbe chiesto un tangentone da 65 milioni di dollari a favore della Lega stessa.  

Se la propaganda dei porti chiusi, il pericolo migranti e lo spettacolo indegno delle organizzazioni non governative lasciate per settimane in mare avevano portato risultati che probabilmente nemmeno lo stesso numero uno della Lega si sarebbe aspettato, la continua reticenza sul caso Moscopoli, il perseverare il non confronto nelle stanze istituzionali, sottovalutando una questione che a livello internazionale pregiudicherebbe anche un eventuale e futuro esecutivo a trazione leghista, non può portare gli stessi dividendi. Il non rendersene conto farebbe il paio con l'aver fatto incomprensibilmente cadere il Governo nell'agosto scorso, ennesimo abbaglio di una grottesca autobiografia politica.

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