Ha iniziato la settimana, intervenendo nella trasmissione di Rai3 Cartabianca, sbagliando tutto quello che si poteva sbagliare. Testuale: "L'anno scorso il Pil degli italiani sono stati 1 miliardo e 800 milioni di euro. La spesa pubblica sono 800 milioni di euro: i soldi ci sono.".
Il Pil è stato di circa 1.800 miliardi e non di 1,8; il Pil è la ricchezza prodotta dall'intero Paese nel corso di un anno e non corrisponde alle entrate dello Stato; la differenza tra le entrate e le uscite è negativa: è deficit, che viene coperto emettendo titoli di Stato, cioè indebitandosi ancora; la spesa pubblica veleggia intorno agli 850 miliardi, le entrate fiscali superiori agli 800, quindi non esiste alcuna differenza positiva tra entrate e uscite da spendere liberamente.
Poi ha proseguito, insieme alla compagna di merende Giorgia Meloni, intervenendo nell'aula del Senato per ribadire, sui temi economici (lui!!!), che Conte ha aperto all'utilizzo del Fondo Salva-Stati con condizionalità (quella condizionalità sottoscritta nel 2011 dal governo Berlusconi-Lega con il numero uno del Carroccio parlamentare alla Camera dei Deputati). E infatti nella lettera firmata da Conte e altri dieci leader europei non c’è traccia di Mes, ma si propongono nuove ricette.
Quando il week-end sembrava essere trascorso senza scossoni (e senza che l'amico Giletti l'avesse per l'ennesima volta ospitato nell'Arena) ecco il duetto religioso a casa D'Urso: un rosario unplugged con tanto di gara a chi devozionalmente e contemplativamente ne recitasse di più. "Io lo faccio tutte le sere", "Anch'io Barbara, anch'io!".
Dal ringraziamento a Mario Draghi ("...perché ci ha detto che si può fare debito, benvenuto, ci serve anche il suo aiuto, sono contento di quello che potrà nascere") al calcolo matematico (in pieno Pil-style) per i 400 milioni stanziati dal Governo che andrebbero suddivisi per 60 milioni di italiani (si ci è messo dentro anche lui per non sbagliare) il passo è stato brevissimo.
A chiudere una settimana densa e tralasciando le innumerevoli apparizioni web e video con tanto di mascherina contenitiva, ecco giungere prima l'applauso (autobiografico) all'ottenimento da parte di Orban dei pieni poteri, e successivamente la conferenza stampa dove ha sponsorizzato, come misure shock per la ripartenza dell'Italia, la pace fiscale e la pace edilizia.
La speranza, anche da remoto, e che prima o poi riesca a trovare quella pace interiore che lo riporti, percentualmente parlando, a quello che era prima del marzo 2018.
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