John Steinbeck |
Manca una luce. E lì, mentre tutti stanno bevendo la bevanda che sa di mele marce da lui preparata. Lee l'accende. Racconta di essere rimasto perplesso quando si è accorto che nel dialogo tra Geova e Caino una parola ebraica, timshel, è stata tradotta in due modi diversi.
Il complemento oggetto è lo stesso: la signoria sul peccato.
Ma una versione dice: tu abbi. L'altra: tu avrai.
La prima ordina agli uomini un comportamento. La seconda fa loro una promessa.
Nel primo caso l'umanità deve obbedire. Nel secondo semplicemente disporsi e ricevere. Lee rivela di essere partito per un luogo a nord dove quattro venerati saggi di oltre novant'anni di giorno fumano oppio e di notte studiano. Aveva proposto loro l'enigma e quelli si erano appassionati.
Imparato, in due anni, l'ebraico meglio del rabbino che gliel'aveva insegnato. Si erano lanciati nell'interpretazione di quella parola. E avevano concluso che entrambe le traduzioni erano sbagliate.
Timshel non significava né abbi, né avrai, ma tu puoi avere. Tu puoi avere la signoria sul peccato.
Né dovere né predestinazione: scelta. "Potrebbe essere la parola più importante del mondo. Significa che la via è aperta", dice Lee. E ancora: "Questo si che fa grande un uomo perché nella sua debolezza egli ha la grande scelta".
Il bene e il male come volontà e non come destino. Il carattere, la storia, come accidenti e non come strade obbligate.
La libertà, la libertà di essere, di perdere, di trionfare, di sbagliare, di ricominciare. Una possibilità così umana e così divina. Aveva ragione Lee: è la parola più importante del mondo.
L'hanno usata per canzoni, bar, tatuaggi.
Una piccola cerchia di persone sparse nello spazio e nel tempo se la sussurra ogni volta che si trova davanti alla soglia del dilemma morale. Non c'è una soluzione prescritta. Non la troverai in alcun testo, neppure se considerato sacro, se è vero che il sacro testo ti ha detto proprio che non esiste, sta a te cercarla.
Non andrà bene comunque tu agisca. Il bene sta da una sola parte. Il male consente ritorno. Sempre.
Anche dal pozzo più nero, dall'uccisione di tuo fratello.
L'ho portata con me per oltre quarant'anni. Tra gli uomini e le donne, nelle corsie di un ospedale, in tribunale, nel fiume di ogni storia, non c'è corrente: tu puoi, timshel.
John Steinbeck
La legge morale dentro di me
Perché nonostante tutto siamo sempre liberi di scegliere
da La Valle dell'Eden
di Gabriele Romagnoli
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