Paura. Quanta paura. Paura di tutto. Di quello che provo, di quello che sento.
Paura di non ritrovare più, come scrivevi tu un tempo, il tabacco sbriciolato, il tappo di una birra, una canzone con il sapore dell'attesa, di un viaggio, del tuo corpo che si scalda con il mio.
Funziona così l'amore. Offre, toglie, rimanda. E quando è vero fa male, tanto male.
Prende ogni cosa e prima la strappa, poi la ricuce, e poi la strappa ancora.
Ti porta a volare e poi a cadere. Giù, in picchiata, senza paracadute.
Mista alla paura c'è la rabbia, oggi figlia della solitudine, della mancanza, di un pianto che si rompe dentro e che ti soffoca.
Un buio in cui mi sono infilato dentro. Tutto da solo, nel mentre chi conosceva e sapeva la direzione mi indicava la via, pur non conoscendo la destinazione.
Mi odio per questo.
Odio non aver avuto coraggio, forza, capacità di cambiamento.
Mi odio da morire, perché quello che avevo forse l'ho perso per sempre, Per colpa mia.
Ora la terra trema, la luce è fioca, il sentirmi sprofondare dentro qualcosa che non conosco mi fa paura.
Tanta paura.
Odio i sentimenti, quelli che ti scavano dentro.
Quelli che portano a galla pensieri e desideri.
Sentirsi perso, solo, illuso, guardarsi allo specchio e non trovare più quel sorriso e quella forza di chi ti dava ogni santo giorno la consapevolezza di valere davvero qualcosa, é straziante.
Fa male e fa paura.
Ma ancor di più fa male pensare di dover rallentare, di non esagerare con il cuore.
Fa male il solo pensare di non sentirti più camminare nei miei pensieri, di non camminare più io nei tuoi.
Fa paura aprire il cuore, scioglierlo, sbottonarlo.
Fa male non farlo, perché dentro c'è talmente tanto da dare che il rischio di sentirlo implodere è palpabile.
Sarebbe molto più semplice dire ma chi se ne frega, di osservare il tutto come una parentesi della propria vita, come tante, come forse altre se ne apriranno.
Ma la verità è un'altra e contro non ci si può andare.
Vivere leggeri oggi non è più possibile.
Dentro c'è troppo, tanto, tutto.
C'è quella luce che ha illuminato la direzione che tante volte mi avevi indicato, strada su cui oggi mi sento di camminare un po' più solo.
C'è un dolore sordo che mi comunica ogni secondo che cosa sei per me.
C'è una favola che non vuole finire.
C'è una distruzione interna.
C'è la paura di poterti perdere per qualunque motivo.
C'è che ti amo talmente tanto che oggi mi fa male e paura.
Ma non voglio smettere di farlo, sarebbe come smettere di respirare.
Ma non voglio smettere di farlo, sarebbe come smettere di respirare.
Nessun commento:
Posta un commento