Nel mio mondo ideale, improvviso un blues in compagnia di Ramon riempiendo il mio cappello di pioggia. Lui, dopo essersi svegliato con i sogni sul pavimento, mi racconta che questa non è la sua città. E allora sorrido dentro un pianto onesto, sperando un giorno di svegliarmi sotto le bombe di Dresda.
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giovedì 31 dicembre 2020
lunedì 2 novembre 2020
Però ‘n se fa così, tutto de botto
Però ‘n se fa così, tutto de botto.
Svejasse e nun trovatte, esse de colpo a lutto.
Sentì drento a la panza strignese come un nodo.
Sape’ che è la mancanza e nun avecce er modo
de ditte grazie a voce pe' quello che c’hai dato
pe' quello che sei stato, perché te sei inventato
un modo che non c’era de racconta' la vita
e ce l’hai regalato così un po’ all’impunita,
facendo crede a tutti che in fondo eri normale,
si ce facevi ride de quello che fa male,
si ce tenevi appesi quando facevi tutto,
parla’, balla’, canta’, pure si stavi zitto.
Te se guardava Gi’, te se guardava e basta
come se guarda er cielo, senza vole’ risposta.
All’angeli là sopra faje fa du risate,
ai cherubini imparaje che so’ le stornellate,
Salutece San Pietro, stavolta quello vero,
tanto gia’ ce lo sanno chi è er Cavaliere Nero.
Pierfrancesco Favino
martedì 27 ottobre 2020
Male e paura
Paura. Quanta paura. Paura di tutto. Di quello che provo, di quello che sento.
Paura di non ritrovare più, come scrivevi tu un tempo, il tabacco sbriciolato, il tappo di una birra, una canzone con il sapore dell'attesa, di un viaggio, del tuo corpo che si scalda con il mio.
Funziona così l'amore. Offre, toglie, rimanda. E quando è vero fa male, tanto male.
Prende ogni cosa e prima la strappa, poi la ricuce, e poi la strappa ancora.
Ti porta a volare e poi a cadere. Giù, in picchiata, senza paracadute.
Mista alla paura c'è la rabbia, oggi figlia della solitudine, della mancanza, di un pianto che si rompe dentro e che ti soffoca.
Un buio in cui mi sono infilato dentro. Tutto da solo, nel mentre chi conosceva e sapeva la direzione mi indicava la via, pur non conoscendo la destinazione.
Mi odio per questo.
Odio non aver avuto coraggio, forza, capacità di cambiamento.
Mi odio da morire, perché quello che avevo forse l'ho perso per sempre, Per colpa mia.
Ora la terra trema, la luce è fioca, il sentirmi sprofondare dentro qualcosa che non conosco mi fa paura.
Tanta paura.
Odio i sentimenti, quelli che ti scavano dentro.
Quelli che portano a galla pensieri e desideri.
Sentirsi perso, solo, illuso, guardarsi allo specchio e non trovare più quel sorriso e quella forza di chi ti dava ogni santo giorno la consapevolezza di valere davvero qualcosa, é straziante.
Fa male e fa paura.
Ma ancor di più fa male pensare di dover rallentare, di non esagerare con il cuore.
Fa male il solo pensare di non sentirti più camminare nei miei pensieri, di non camminare più io nei tuoi.
Fa paura aprire il cuore, scioglierlo, sbottonarlo.
Fa male non farlo, perché dentro c'è talmente tanto da dare che il rischio di sentirlo implodere è palpabile.
Sarebbe molto più semplice dire ma chi se ne frega, di osservare il tutto come una parentesi della propria vita, come tante, come forse altre se ne apriranno.
Ma la verità è un'altra e contro non ci si può andare.
Vivere leggeri oggi non è più possibile.
Dentro c'è troppo, tanto, tutto.
C'è quella luce che ha illuminato la direzione che tante volte mi avevi indicato, strada su cui oggi mi sento di camminare un po' più solo.
C'è un dolore sordo che mi comunica ogni secondo che cosa sei per me.
C'è una favola che non vuole finire.
C'è una distruzione interna.
C'è la paura di poterti perdere per qualunque motivo.
C'è che ti amo talmente tanto che oggi mi fa male e paura.
Ma non voglio smettere di farlo, sarebbe come smettere di respirare.
Ma non voglio smettere di farlo, sarebbe come smettere di respirare.
sabato 24 ottobre 2020
Esseri umani
Ok, mi tira il culo, l'ammetto. Essere umani significa anche questo: essere umani.
E dentro so che è una cosa bella, giusta, veicolo che potrebbe portare solo benefici a chi in tutto questo si ci è ritrovato senza chiederlo, volerlo. Però mi tira il culo, perché sono un essere umano.
Succede perché spazi e momenti che abbiamo ritagliato, cucito, costruito, inventato solo per noi stasera non ci appartengono.
Ed è paradossale che chi quegli spazi li ha occupati per oltre due lustri mi faccia tirare il culo. Però è così.
Ma poi c'è il bicchiere mezzo pieno, quello sempre da guardare e se possibile bere.
Non c'era bisogno di questo per svelare l'arcano, ma la situazione ha stampato a caratteri cubitali le ragioni, i perché, le motivazioni che hanno fatto crescere qualcosa che vive di luce propria, si alimenta giorno dopo giorno di una sostanza tanto astratta quanto dipendente.
Non escludo che alcune mancanze dell'ultimo periodo (con mie oggettive responsabilità) abbiano accentuato questo stato d'animo, o il silenzio che regna da quell'ultimo saluto serale, ma sta di fatto che mi tira il culo. Perché essere umano.
giovedì 8 ottobre 2020
E' come un tuono, dopo il lampo
E' come un tuono, dopo il lampo.
Come l'arcobaleno, dopo la pioggia, la luce dopo la notte, la quiete dopo la tempesta.
E' spazio, aria.
Sogno, quello che ti dicono di lasciare perdere perché è una perdita di tempo.
Ma fino a quando la vita ti regalerà del tempo ci sarà sempre un motivo per sognare.
lunedì 5 ottobre 2020
Leggeri e liberi
Come lampare nella notte buia, sospinte dal vento, agitate dall'incedere del mare ma punto di riferimento per i dispersi, naufraghi di un mondo che scandisce inesorabilmente lo scorrere del tempo.
Come corpi di un'unica anima, scaldati dal sole, raffreddati dall'inverno più rigido ma capaci di trasmettere sensazioni, emozioni che si fondono nel piacere di stare l'uno all'interno dell'altro.
Come un paesaggio illuminato da una notte di plenilunio, dove la luna accarezzata dal sole si mette a nudo al cospetto della meraviglia di uno sguardo, occhi che penetrano e disegnano le sfumature di un sogno ancora vivo.
Come foglie trasportate dalla brezza, fragili, come noi, noi che proseguiamo il nostro viaggio senza meta e identità, ma leggeri e liberi.
lunedì 20 luglio 2020
Pensarti
Oggi so che non ci sarai.
Non sarai nelle strade che attraverserò.
Non sarai nel mormorio della gente.
Non sarai nei profumi delle bouganville e degli oleandri.
Non sarai negli aromi profusi dall'elisir di un caffè.
Non sarai nella convivialità di una tavola apparecchiata.
Mancherà la tua essenza, la tua grazia, il tuo incanto.
Mancherà la tua beatitudine, la tua intesa, la tua armonia.
Mancherà la tua serenità, la tua gioia, la tua euforia.
Mancherà la tua fragilità, la tua gracilità, la tua delicatezza.
Mancherà la tua inquietudine, la tua paura, la tua preoccupazione.
Ma ogni istante che vivrò senza te sarà colmato dall'assiduo, costante e perenne pensarti.
sabato 18 luglio 2020
Terra madre
Va per mare chi non trova sostentamento e protezione dalla terra madre,
va per mare l'anima esule, e dall'esilio non torna più.
E se dicono che sia tornata è solo illusione.
Il mare restituisce un estraneo,
un fantasma che restituisce dall'ignoto le sembianze di chi è partito.
Guardo il mare e vedo un orizzonte incontenibile,
e so che quell'orizzonte è l'esilio.
Ecco perché Tu sei terra madre,
protezione e sostentamento del mio camminare nel mondo.
So are you to my thoughts as food to life
Tu sei per la mia mente, come cibo per la vita.
Come le piogge di primavera, sono per la terra.
E per goderti in pace, combatto la stessa guerra
che conduce un avaro, per accumular ricchezza.
Prima, orgoglioso di possedere e, subito dopo,
roso dal dubbio, che il tempo gli scippi il tesoro.
Prima, voglioso di restare solo con te,
poi, orgoglioso che il mondo veda il mio piacere.
Talvolta, sazio di banchettare del tuo sguardo,
subito dopo, affamato di una tua occhiata.
Non possiedo, né perseguo alcun piacere,
se non ciò che ho da te, o da te io posso avere.
Così ogni giorno, soffro di fame e sazietà,
di tutto ghiotto, e d’ogni cosa privo.
So are you to my thoughts as food to life
So are you to my thoughts as food to life,
Or as sweet-season’d showers are to the ground,
And for the peace of you I hold such strife
As ‘twixt a miser and his wealth is found.
Now proud as an enjoyer, and anon doubting the filching age will steal his treasure,
Now counting best to be with you alone,
Then better’d that the world may see my pleasure.
Sometime all full with feasting on your sight, and by and by clean starved for a look,
Possessing or pursuing no delight save what is had, or must from you be took.
hus do I pine and surfeit day by day,
Or gluttoning on all, or all away.
William Shakespeare
sabato 4 luglio 2020
Non perdere mai il "vizio"
...di apprezzare ogni tuo gesto
...di non cercare mai una conferma su ciò che provi
...di lasciarti libera in ogni tua scelta
...di guardarti con gli occhi di chi ti considera la più bella del mondo
...di rivolgerti attenzioni e premure
...di starti accanto
...di toccarti come fosse la prima volta
...di respirare il tuo entusiasmo
...di darti senza avere mai la pretesa di avere
...di aspettarti
...di volerti
...di addormentarmi al tuo fianco
...di rispettarti
...di non dare mai niente per scontato
...di amarti
"Vizi" che non vorrò perdere mai.
martedì 30 giugno 2020
Insieme
L'avere avuto la sensazione di sentirti scivolare via, di perderti, mi ha fatto comprendere una volta di più che cosa sei per me.
Un amore, un impegno, una responsabilità. Gioia di vivere.
Sei vita. La mia vita.
E non perché non mi fidi del tuo sentimento, della tua passione, del tuo credere in noi.
In te ho sempre confidato e ancor più di ieri lo farò.
Ma il sentire il male, il dolore per una discussione che mai c'era appartenuta mi ha fatto davvero paura.
La sola idea di perderti, il solo pensiero di non averti accanto mi ha lacerato l'anima, strappato il cuore.
Abbiamo lottato tanto per noi.
Abbiamo affrontato mari in burrasca, uragani, correnti che si infrangono quotidianamente su scogli indifesi.
Abbiamo trovato nell'anima dell'altro quello che probabilmente andiamo cercando da una vita.
Ci siamo voluti con tutte le nostre forze.
Contro tutti e contro tutto.
E questo da la dimensione di quanto grande possa essere il nostro amore.
Ecco perché la sensazione di sentirti scivolare via, di perderti, è stata devastante.
Un sentimento che mai più vorrò provare.
Perché senza di te oggi non potrei.
Perché senza di te nulla più avrebbe senso.
Perché senza di te tutto perderebbe di significato.
Anche il gesto più banale.
Quasi senza accorgersi abbiamo tessuto una tela fatta di emozioni, di luoghi, di momenti che parlano di noi.
Di chi siamo, di cosa vogliamo, verso dove andiamo.
Un cammino che affronterà il bene ma anche il male, il positivo ma anche il negativo.
Un cammino dove incontreremo giorni belli e altri meno.
Ma un cammino dove il saperti al mio fianco mi darà forza e coraggio per affrontare qualunque cosa.
Perché insieme abbiamo dimostrato a noi stessi che ci può essere un domani.
Perché insieme abbiamo dimostrato che il volersi bene può superare qualunque ostacolo.
Perché farlo insieme darà un senso a ciò che siamo diventati.
Perché insieme abbiamo dimostrato a noi stessi che ci può essere un domani.
Perché insieme abbiamo dimostrato che il volersi bene può superare qualunque ostacolo.
Perché farlo insieme darà un senso a ciò che siamo diventati.
domenica 21 giugno 2020
Sorpresa e inquietudine
Nella misteriosa e selvatica ricerca di un luogo dove addentrarsi c'è da sempre l'elaborazione della memoria. Orme, impronte che tracciano indelebilmente i confini da solcare.
Immersi nell'esperienza, la dote energetica che sprigiona il nuovo lido è capace di sorprendere e al tempo stesso perfino di inquietare.
Connubio sostanziale da cui discende l'irrisolto, il non perfettamente chiaro.
Perché da sempre siamo alla ricerca dell'enigma, dell'incognita.
Impresa che dona significato al tempo che scorre.
Avviene così anche in amore. Ecco perché ci innamoriamo.
venerdì 12 giugno 2020
A me stasera piace invece pensare ai giorni che farà inverno
A me stasera piace invece pensare ai giorni che farà inverno.
A quando la pioggia scivolerà sui vetri.
A quando il buio raccoglierà in un abbraccio i nostri corpi.
A me stasera piace invece pensare ai giorni che farà inverno.
A quando l'odore del caffè inebrierà la cucina.
A quando le fusa di un gatto riempiranno i silenzi del mattino.
A me stasera piace invece pensare ai giorni che farà inverno.
A quando quei giorni saranno pieni di noi.
A quando noi daremo un senso ai nostri giorni.
Fuori dal tunnel
E' stato il primo pensiero che ho avuto, perché niente potrà mai far mutare questa mia attitudine.
Una premura che si è naturalmente anteposta a tutto: a un pranzo fuori porta, a una passeggiata, a un bacio, a qualche ora strappata alla quotidianità, al sesso.
Niente poteva essere equiparabile a quegli 836 metri.
Una lingua d'asfalto da percorrere insieme, perché in due, come spesso citato negli ultimi giorni, si può lottare come dei giganti contro ogni dolore.
E insieme li abbiamo affrontati, quegli 836 metri, entrando in punta di piedi e uscendo a testa alta.
Ma soprattutto abbiamo esorcizzato, sdrammatizzato, quasi ironizzato le tue paure, mettendole all'angolo, costringendole alla resa, facendogli capire che tu, che noi, abbiamo pronta una rivoluzione.
Perché fuori da quel tunnel ci aspetta il nostro domani.
lunedì 8 giugno 2020
Fiducia
Il filo è sottile, e divide il confine tra l'esporsi e il celare.
Mettere in vista l'anima è operazione che trascende, sconfina, oltrepassa.
Libera da ogni negazione.
L'essere dunque pronti alla sfida, al fidarsi, comporta la separazione dall'occultare, dal velare, dal camuffare.
Rimanere al di sopra del filo, della linea di galleggiamento permette il respiro, il riempire i polmoni di aria, le vene di sangue, la mente di pensieri.
Porta gioia, pace interiore.
Permette di osservare con lucidità.
Senza sospetti, ambiguità, equivoci, controversie.
A trasmetterlo chi si dona. Con trasparenza, luminosità, purezza, semplicità, perspicuità, onestà, moralità, sincerità, schiettezza, franchezza, naturalezza, spontaneità, immediatezza, rettitudine, irreprensibilità.
Nessun velo.
Da tutto questo il credere nell'esporsi.
Senza paura e presentimenti.
Solo fiducia.
sabato 6 giugno 2020
Tutto come prima
Una delle poche certezze a disposizione dell'uomo è senza alcun dubbio quella del sentirsi in colpa, o di dare una colpa. Lo scriveva Kafka, e sul punto avrebbe potuto disquisire per ore con Freud.
Gli schieramenti sempre due: da una parte coloro pronti a puntare il dito, dall'altra quelli che del senso di colpa ne hanno fatto un mantra.
I primi smaniosi del sentirsi padroni assoluti di qualsivoglia verità, i secondi, per conseguenza, genuflessi alla realtà dei primi. Entrambi, però, sempre pronti ad evitare la più logica delle ipotesi: tutto accade, senza colpe o colpevoli.
Invece la mania di dover addebitare, o del doversi addebitare un ruolo rispetto a ciò che inevitabilmente la vita vuole che succeda diventa più forte di quel che dovrebbe suggerire il ragionamento.
Ma d'altronde cosa c'è di più sbrigativo nel trovare una colpa o nel darsela.
La storia dell'uomo, per definizione, ha sempre voluto dare un senso all'ignoto, con l'illusione di poterlo gestire.
Il punto è un altro.
Quando si mette in crisi, a nudo, l'onnipotenza dell'uomo, la sua presunta invulnerabilità, e con essa l'orgoglio, viene a manifestarsi l'amarissima verità del nostro essere costantemente a rischio, equilibristi senza rete, la cui sopravvivenza è spesso legata al non volere accettare gli accadimenti della vita stessa.
E invece di imparare la lezione inizia quel subdolo, masochistico e ripugnante giochino del "dimmi di chi è la colpa".
Per venire a capo di chi ha sbagliato, chi ha deragliato, chi ha voluto questo e chi quello.
Chi il buono e chi il cattivo, casellario per chiudere nel più breve tempo possibile la faccenda.
E lasciare inevitabilmente tutto come prima.
venerdì 5 giugno 2020
E che sono almeno dieci minuti che...
E che sono almeno dieci minuti che mi domando cosa ci faccio qui seduto sul divano.
E che sono almeno dieci minuti che mi domando quale senso possa avere trascorrere il tempo senza un senso, sempre che poi il tempo un senso lo abbia.
E che sono almeno dieci minuti che mi domando perché questa distanza, perché questa lontananza, perché questo dover rinunciare a un abbraccio, a un bacio, a una stretta di mano. Manco fossimo ancora in piena emergenza Covid.
E che sono almeno dieci minuti che mi domando quanto tutto questo dovrà durare. Al perché preferisco rinunciarci.
E che sono almeno dieci minuti che mi domando che passati altri dieci minuti mi ritroverò alla riga di cui sopra, domandandomi ancora una volta cosa ci faccio qui sul divano.
E non sarà importante muoversi da quel divano, perché anche su di una sedia trascorreranno dieci minuti e poi inizierò a domandarmi perché devo stare lontano da te.
lunedì 1 giugno 2020
Luce
La terra era buia.
Era notte sempre.
Il fumo soffocava.
Gli alberi bruciavano.
Non ci si poteva arrampicare da nessuna parte.
Poi, quando tutto sembrava arso e l'odore dell'eucalipto si mischiava a quello di carne bruciata, giunse la pioggia.
Gocce che bagnarono la fronte, inumidirono i polsi.
Si placò così la sete.
Davanti l'orizzonte, dietro l'odio.
Come in un battito d'ali si sorvolò la spiaggia e gli scogli, cabrando lungo la parete scoscesa del monte.
Lo sguardo si perse.
Lei lo catturò, emozionando.
E fu lì, in quel preciso istante che divenne luce.
sabato 30 maggio 2020
C'è
C'è sempre un motivo quando le nuvole attraversano il cielo.
Una ragione che le fa fermare impedendo di vedere il sole e le stelle.
Quello stesso movente che dopo averle messe tra noi e il celeste le fa lacrimare, lasciandoci soltanto una voglia di pioggia.
C'è sempre un motivo quando il mare si infrange sugli scogli.
Una ragione che lo porta a non fermare la sua azione dirompente.
Quello stesso movente che impedisce all'onda di avere la meglio sui faraglioni, e a questi ultimi di contrastare lo schiumoso impeto del mare.
C'è sempre un motivo quando due anime si incontrano.
Una ragione che fa comprendere come il loro avvicinarsi non sia stato voluto dal caso.
Quello stesso movente che le ha portate ad amarsi, lasciandole finalmente libere di viversi.
lunedì 25 maggio 2020
Esiste ancora, e non è morto
Maledetta sia l'ipocrisia, maledetto questo mondo che ci vorrebbe stereotipati, cancellando sogni, identità, valori.
Maledetto sia l'accettare condizioni di comodo: quel modo di pensare e di essere verso il quale vogliono farci propendere, perché possiede un potere magnetico di falsa rassicurazione, salvo portare tutti nel burrone.
Io credo ancora nel valore delle distinzioni, nelle specificità, nei pensieri di coloro che sono capaci di darsi una voce, anche critica e conflittuale se serve, ma permettono di tenere alta la vigilanza e di sostenere che non siamo tutti uguali.
Io credo ancora nella fiducia, nella sincerità, nella veridicità delle parole, dette con il cuore e con la testa e non perché dettate dal dire e sentire comune.
Non perché ci siano dei buoni e dei cattivi.
Non si tratta di fare moralismo o di pretendere di affermare modelli di vita o, peggio, imporli.
Più umilmente si tratta di sostenere che l'amore esiste ancora, e non è morto.
Io credo ancora nel valore delle distinzioni, nelle specificità, nei pensieri di coloro che sono capaci di darsi una voce, anche critica e conflittuale se serve, ma permettono di tenere alta la vigilanza e di sostenere che non siamo tutti uguali.
Io credo ancora nella fiducia, nella sincerità, nella veridicità delle parole, dette con il cuore e con la testa e non perché dettate dal dire e sentire comune.
Non perché ci siano dei buoni e dei cattivi.
Non si tratta di fare moralismo o di pretendere di affermare modelli di vita o, peggio, imporli.
Più umilmente si tratta di sostenere che l'amore esiste ancora, e non è morto.
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