Il periodo di tempo che il Ministro Giulia Bongiorno, titolare del dicastero della Pubblica amministrazione, ha usato per propagandare le impronte digitali e l’idea di un corso di laurea per chi voglia diventare dipendente della Pa.
C'è chi l'ha definita "peggio di Brunetta", il segretario della Cgil Funzione pubblica, Serena Sorrentino, e chi ha impietosamente affermato che ci sono stati "450 giorni di nulla", Nicola Turco della Uil Pa, sintetizzando il bilancio in uno "zero sui contratti pubblici e sulle assunzioni" con un indietreggiamento "di vent’anni sulle relazioni sindacali"
E c'è chi, mandando bacioni, tuona un giorno sì e l’altro pure sull’efficienza dei ministri pentastellati.
sabato 3 agosto 2019
venerdì 2 agosto 2019
Olimpiadi, TAV e l'idiosincrasia alla "Spazzacorrotti"
Ora si è tuffato (senza nemmeno prendere la moto d'acqua) sulla tematica Giustizia. Un immersione che più di altre ha già messo in grande evidenza due aspetti: 1) l'ignoranza sconfinata sul tema; 2) la preparazione diabolica al quinquennio 2020-2025.
Il primo aspetto, ripreso in diretta da Milano Marittima, non ha fatto altro che legittimare l'unico lavoro a cui il Cazzaro Verde timbra il cartellino ogni santissimo giorno: rompere i coglioni. Le seccature questa volta sono toccate al Guardasigilli, che bontà sua in questi giorni ha evitato lo scontro salvo aver domandato alla ministra Bongiorno (che dovrebbe occuparsi di PA) eventuali aggiornamenti leghisti da inserire nella riforma della Giustizia. Peccato poi che negli ultimi 6 mesi (sei mesi) la Lega non ha prodotto uno straccio di emendamento al testo Bonafede. Quelli che... abbiamo il testo pronto.
Ma il propalare parole al vento e slogan sentiti da qualche parte in un’altra vita non solo stanno cercando di coprire le gesta di Savoini, Siri, Arata, Fontana e altri personaggi appartenenti alla Piramide di Fango, ma soprattutto per forzare due linee guida che potrebbero scompigliare i piani e il futuro del Partito Unico degli Affari. Intercettazioni e prescrizione (sulla separazione delle carriere stendiamo un velo pietoso e cerchiamo nel nostro piccolo di non sparare sulla Croce Rossa).
Sulle prime, per fortuna, c'è un contratto di Governo che scrive a chiare lettere: "In materia di intercettazioni è opportuno intervenire per potenziarne l’utilizzo, soprattutto per i reati di corruzione".
Sulla seconda, uno snodo fondamentale su cui si basa l'intero testo Bonafede, la paura fa 90. Un terrore che colpisce Lega, Forza Italia, Partito Democratico e tutti coloro che, per i reati commessi dal 1° gennaio 2020, si vedrebbero bloccati la prescrizione alla sentenza di primo grado.
Una miccia che potrebbe far deflagrare tutte le aspettative legate alle mazzette del quinquennio 2020-2025, quelle che tra Olimpiadi invernali, TAV e tutti gli appalti futuri condannerebbero i corrotti e i corruttori della seconda decade del nuovo millennio.
giovedì 1 agosto 2019
Greta e la piramide di fango / 2
Se la settimana scorsa avevamo voluto mettere in evidenza il mettersi in prima fila quando c'è da raccogliere il consenso spellandosi le mani e applaudendo a più non posso lo sbarco in Italia della 16enne svedese Greta Thunbeg, quest'oggi, dopo aver visionato il sito della "Costituente delle Idee" e aver appreso che gli strateghi del Pd devono essersi accorti che le pochissime sinistre vincenti in Europa sono quelle ambientaliste, possiamo tranquillamente mettere nero su bianco che il GreenZinga e i fossili dei suoi "compagni" vogliono farci credere che, come scritto nel paragrafo dedicato "È possibile un modello di sviluppo che rispetti l’ambiente?", il futuro di questo Paese, con una spesa di bilancio pari a 50 miliardi, si baserà su di un green new deal italiano.
Infatti, come scritto stamane da Marco Travaglio nel suo editoriale, la svolta ambientalista dell’ala sinistra del Partito Trasversale del Cemento ha già dichiarato che voterà contro la mozione No Tav del M5S esattamente come la Lega. Una "novità" che fa il paio con il voto a favore per gli inceneritori, le trivelle petrolifere per terra e per mare, il Tap, il Terzo Valico, le Pedemontane e altre opere tanto inutili e costose quanto inquinanti previste dal mitico Sblocca-Italia di Renzi&Delrio. Senza contare il blocco sul decreto sulle energie rinnovabili, lo stop al referendum sulle trivelle in mare, e l'approvazione degli ultimi decreti Salva-Ilva per neutralizzare le indagini della magistratura e garantire l’impunità ai vertici e ai commissari dell’acciaieria avvelenatrice.
Insomma, di Greta e la piramide di fango siamo ancora alla prefazione.
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