Se qualcuno c'avesse detto che nell'arco di soli tre mesi ci saremmo potuti riprendere quanto lasciato per strada negli ultimi anni nessuno c'avrebbe creduto. Se la classifica di questa mattina ci fa così effetto, se le sconfitte patite ieri da Manchester United e Chelsea e lo stop in casa del Southampton da parte del Manchester City ci sembrano così irreali, se la possibilità, la seconda stagionale, di prendere ulteriore vantaggio sulle seconde in classifica, scavando un buco che potrebbe nel tempo diventare incolmabile, ci fa un po' paura, il tutto rientra nella voglia e nei desideri più nascosti di rimanere la squadra da battere.
A Manchester, esattamente un mese fa, la possibilità di dilatare le distanze era chiara e limpida, perché noi superiori, perché gli altri inferiori. Un virus, invece, pensò bene che questo campionato avrebbe dovuto avere ancora una storia, sarebbe dovuto rimanere ancora incerto, lasciando a noi qualche incertezza sul futuro e agli altri la chance di rientrare in corsa per la conquista del titolo.
Oggi, da padroni del nostro destino, abbiamo ancora una volta la possibilità di lanciare un messaggio forte, di far ricadere gli altri nell'utopia di poterci riprendere, di allontanarci definitivamente e poter affrontare questo fine dicembre con un vantaggio importante, di confrontarsi, nella settimana tra il 14 e il 23, con le due squadre, City e Chelsea, che sembrano avere le maggiori credenziali per metterci i bastoni tra le ruote. Con la testa sgombra, senza nulla da perdere, con più risultati a disposizione per mantenere le distanze.
Lo scoglio, non facile da superare, si chiama Everton.
In parole povere: dominare la Premier League.
Non si tratta assolutamente di un match point, ci mancherebbe, ma il solo pensiero che tutta l'Inghilterra oggi si schiererà con i ragazzi di Roberto Martínez rende perfettamente l'idea di quello che siamo: una supersquadra moderna che sta gettando le basi per dominare il panorama calcistico del prossimo lustro.
Probabile che Wenger, come fatto nel match infrasettimanale contro l'Hull City, opti per un ulteriore turn-over, facendo rientrare dal primo minuto chi ha riposato mercoledì e preservando coloro che torneranno utili nelle prossime settimane. Ma come detto e scritto più volte questo Arsenal non guarda troppo a chi c'è e a chi non c'è, perché squadra, perché nessuno si sente migliore, perché come nella migliore tradizione e filosofia tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile.
In una Londra che s'è svegliata con il cielo terso ed un sole che ha fatto salire le temperature ci incamminiamo verso Islington, con la sciarpa al collo, tanta emozione e tenendoci stretta la possibilità di diventare coloro che domineranno la Premier Legaue.
COYG
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