Il solo pensare di poterle vincere tutte, nonostante lo smagliante periodo di condizione fisica e psicologica, evidenzierebbe il non rimanere con i piedi per terra, il non confrontarsi con la realtà. Si può giungere fino alla fine senza più perdere, questo è sensato, ma sicuramente non si poteva giungere fino alla fine battendo tutti. E se c'è una squadra, in questo preciso momento della stagione, che ha meritato di strapparci due punti è giusto che sia stato l'Everton.
Convinto, deciso, senza il minimo timore, approdato in casa della capolista con l'intento di portarsi a casa la posta piena. Rifletto: l'Everton di oggi avrebbe battuto qualunque squadra iscritta alla Barclays Premier League, qualunque. Tranne, naturalmente, noi.
E' stata una partita bellissima, emozionante, giocata con la filosofia che da sempre contraddistingue il football britannico. Sarebbe potuta finire 0-0, l'avremmo potuta portare a casa noi, senza nulla rubare l'avrebbero meritata anche i Toffees. A tempo praticamente scaduto l'avremmo addirittura potuta vincere due volte, con quel tiro da me personalmente chiamato ad Olivier che s'è andato ad infrangere sul palo.
Due volte perché tre punti portati a casa così non avrebbero solo portato le distanze dalle seconde a +7, ma avrebbero ulteriormente aumentato le convinzioni di titolo nella testa dei nostri.
Probabile anche che se quella sfera avesse gonfiato la rete nella zona di Islington stasera sarebbero finiti i fusti di birra. Ma è finita 1-1, giustamente, perché il football a volte dispensa in maniera equa quel che è stato seminato in campo.
Oggi più di ieri s'è vista in campo una squadra pronta a soffrire, a patire l'avversario, s'è potuta ammirare una squadra capace di sopperire alle difficoltà che l'inizio del match c'aveva messo di fronte.
Una squadra che ha capito quando era il proprio momento, assediando l'Everton, costringendo Howard a tre interventi miracolosi. In breve: dimostrando perché è la capolista.
Una squadra. Questo è quello che i nostri occhi hanno il piacere di godere oggi. Singoli capaci di indossare abiti diversi pur di mantenere la fisionomia originale, come quando Cazorla s'è invento terzino sinistro nel momento in cui Gibbs s'è trovato fuori posizione.
Ecco, fin che si vedrà questo, fin che ci sarà questo spirito di abnegazione, non si dovrà temere nulla, come accaduto oggi.
Da domani mattina inizia una settimana che definire importante è fin troppo riduttivo.
Due appuntamenti che ci diranno rispettivamente se entreremo nelle urne dei sorteggi per gli ottavi di finale di Champions League e se, di fronte ad una delle maggiori pretendenti al titolo, avremmo gli attributi fondamentali per uscire dall'Etihad Stadium con un risultato positivo.
Poi ci sarà anche il Chelsea, ma di quello ce ne occuperemo a tempo debito.
Intanto dal sorteggio per il terzo turno di FA Cup è uscito il regalo di Natale: gli Spurs. Ennesima occasione per dimostrare ai polletti che London is red.
Ma ora concentrazione massima al match di mercoledì con il Napoli, primo vero obbiettivo di stagione.
Si farà la conta per chi ha meglio recuperato, per chi ha ancora benzina nelle gambe, per decidere se sarà il turno di Walcott o di Cazorla, di Rosicky o di Wilshere, di Ramsey o di Flamini.
Quello che è certo e che al San Paolo scenderà in campo una squadra, accompagnata dalla passione di milioni di tifosi.
COYG
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