La politica vista, vissuta e recepita dai cosiddetti Millennials riscuote non tanto un distacco generazionale quanto una mancanza di dialogo. Il parlare purtroppo due lingue diverse.
Sui temi riguardanti la scuola, il lavoro e l'ambiente i proclami desueti sbandierati sui social e all'interno dei talk televisivi si scontrano con coloro che vedono in queste tematiche i punti di riferimento di quel che dovrà essere il mondo di domani.
Qui inevitabilmente entra in gioco l'attuale classe politica, che seppur la più giovane di sempre continua a proporre alla nazione programmi e promesse elettorali che vanno a contattare, a prescindere dal ceto, ultracinquantenni e anziani.
Due le tematiche, pensioni e tasse, che portano all'interno delle urne elettorali la percentuale più alta degli aventi diritto al voto, e che, come nell'ultima legge di bilancio, convoglia la fetta più ampia delle risorse messe in campo.
Misure che guardano principalmente i già avviati nel mondo del lavoro e chi della previdenza ne fa l'unico sostentamento di vita.
E ai giovani chi parla?
L'attuale silenzio complica e di parecchio il dialogo. Non si propongono piani pluriennali, non si ascoltano le piazze, non si prendono sul serio Greta e tutti quei movimenti nati sull'onda della rivoluzione green, si osteggia una generazione, e quelle a venire, che ancor prima di quello che pensiamo cambieranno volto all'intero pianeta. E soprattutto non si coltiva la cultura del pagare (tutti) le tasse e i contributi: perché bello, patriottico, facente parte di quella giustizia sociale che renderebbe migliore qualsiasi nazione.
Avere il coraggio di mettere in discussione le attuali linee politiche, poggiando sul piatto della bilancia l'ambiente, l'istruzione, la scuola e il lavoro come da qualcuno troppo timidamente proposto, non solo porterà il consenso di adolescenti e conseguenti potenziali futuri elettori ma darà linfa a chi oggi è già in grado di dare vita al domani.
Un vero e proprio progetto giovani che permetta ai nostri figli, al loro futuro, di vedersi restituire quei sogni rubati da anni di politiche miopi.
E' giunto il momento che la politica si assuma l'onere e l'onore di rimettersi in contatto e parlare con un mondo, quello giovanile, che da troppo tempo sente il bisogno e l'urgenza di essere messo al centro di idee e programmi.
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