..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 3 novembre 2019

Non è il Movimento 5 Stelle che ha perso l'anima, ma Salvini che gli ha rubato la narrativa


Che i 5 Stelle siano venuti al mondo per un bug politico sociale lo narra la storia. Una storia nata l'8 settembre 2007, quando i 50 mila di Bologna, in collegamento virtuale con altre 179 piazze italiane, concretizzarono i sogni e le speranze coltivate sul web, in un blog, da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Quel giorno banchi e gazebo raccolsero la delusione di un popolo intero e oltre 300 mila firme per una legge che doveva impedire l'elezione dei condannati in via definitiva. Quel giorno ragazzini, giovani e anziani, senza imbracciare bandiere o altro tipo di vessillo politico, sposarono le cinque tematiche di fondo proposte da Grillo: acqua, ambiente, trasporti, sviluppo ed energia. Quel giorno il filo rosso degli interventi del comico genovese avvolse il pensiero unico dei presenti: "la politica deve tornare in mano ai cittadini." L'abbraccio, carnale, ideale e virtuale, non conobbe limiti, e quell'evento, definito da Grillo "straordinario", fu la scintilla che diede fuoco alle polveri del poi fu Movimento 5 Stelle. In dodici anni di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Dai cinque anni di opposizione ai quasi due di governo, i grillini hanno più volte cambiato pelle, idee e alleanze, ma mai hanno perso l'anima, quella che, da piazza Maggiore alle sedi istituzionali ha portato avanti quell'anti-politica, quell'anti-sistema capace di concretizzare le misure presentate per anni ai cittadini: spazzacorrotti, decreto dignità, taglio dei vitalizi, taglio dei parlamentari, rimborso per le vittime dei crack bancari, blocco trivellazioni, blocco scudo penale, progetto acqua pubblica, reddito di cittadinanza. Tutti provvedimenti nati nelle piazze, tra la gente, ascoltando i cittadini, comunicando con la realtà di tutti i giorni. 

Sedendo in quelle sedi che hanno permesso l'attuazione delle promesse fatte, tra i 5 Stelle e la popolazione si è creato il buco, un vuoto che ha allontanato quel 33% che nel marzo del 2018 aveva sposato un progetto, una speranza, un'anima. Sfruttando la disciplina, la serietà degli eletti, il lavoro quotidiano del Movimento, quell'intercapedine popolare è stata stipata da chi ha preferito rimanere in campagna elettorale permanente, rilanciando quotidianamente la polemica politica, mettendo in pratica quella narrativa, senza mettere in pratica nulla di concreto, che tanti consensi aveva portato a quel sogno nato in un lontano pomeriggio di settembre. 
In quel momento è iniziata la scalata al consenso popolare di Matteo Salvini: inventandosi l'abbraccio con il popolo, il selfie compulsivo, il propagandare pensieri e umori che hanno raccolto i sentimenti di chi ha ritrovato nel leghista la figura dell'anti-politica, dell'anti-sistema, senza nemmeno rendersi conto che a farlo è stato proprio colui che di quella politica, di quel sistema ha sfruttato le sfumature e le evenienze degli ultimi venticinque anni.

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