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venerdì 15 novembre 2019
giovedì 14 novembre 2019
Difficoltà burocratiche
Berlusconi da Venezia: "Aiuti immediati significa togliere di mezzo tutte le difficoltà burocratiche che hanno fermato il completamento dell'opera".
Lui le mazzette e l'intervento della magistratura (Scandalo Mose: Febbraio 2013 - Arriva la prima ondata di arresti che comincia a colpire il sistema di corruzione nato intorno all’opera. Il primo a finire in carcere a febbraio è il manager di Mantovani, Piergiorgio Baita, rivelando molto di quello che sarebbe poi diventato lo scandalo Mose. Gli inquirenti il 12 luglio dispongono gli arresti domiciliari per Giovanni Mazzacurati, direttore generale del Consorzio Venezia Nuova, con l’accusa di turbativa d’asta; Giugno 2014 – La seconda ondata di arresti svela il sistema di tangenti distribuite per oliare il meccanismo dei finanziamenti: secondo gli inquirenti, 33 milioni di euro di fatture false. Il 4 giugno vengono arrestate 35 persone, un centinaio gli indagati. Ci sono imprenditori e politici che negli anni sono entrati nel libro paga di Giovanni Mazzacurati, tra cui l’ex governatore leghista Giancarlo Galan.) li identifica come: difficoltà burocratiche.
mercoledì 2 ottobre 2019
La parole di Graviano che riaprono la partita
A far ripartire le indagini su Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi per le stragi di mafia tentate e riuscite del 1993-94 a Roma, Firenze e Milano, sono state le famose intercettazioni di Giuseppe Graviano. Il 10 aprile del 2016 il boss è a passeggio con il compagno di detenzione Umberto Adinolfi nel carcere di massima sicurezza di Ascoli. Il siciliano ricorda quando era stato chiamato a confermare le accuse del pentito Francesco Di Carlo, che aveva parlato anche di presunti investimenti del padre di Graviano a Milano: “Nel dicembre 2009 al processo Dell’Utri c’erano i giornalisti di tutto il mondo, te lo ricordi che si preoccupava?”. Graviano si era avvalso della facoltà di non rispondere ma leggeva nel pensiero di Marcello Dell’Utri, presente in aula: “si preoccupava, dice … si chistu pa… a mia m’arrestano subito”.
martedì 1 ottobre 2019
L’indagine su Berlusconi spiegata (anche) a Renzi
Matteo Renzi si è detto “attonito” quando ha scoperto con due anni di ritardo che Silvio Berlusconi è indagato per le stragi del 1993. Eppure Renzi quella storia la dovrebbe conoscere bene se non altro perché sulla bomba del 27 maggio a Firenze ha fatto il trailer del documentario Firenze Secondo me. Ovviamente non ha detto in tv nel dicembre 2018 che Marcello Dell’Utri e Berlusconi erano già indagati (dunque innocenti fino a prova contraria) anche per quella strage. L’argomento meriterebbe un approfondimento e un dibattito serio ma resta tabù per Renzi come per la stragrande maggioranza dei politici e giornalisti italiani.
domenica 29 settembre 2019
Marco Travaglio, Marco Lillo, Padrini Fondatori e quell'Italia alfabetizzata che non capisce ciò che legge
Lo ha rivelato uno studio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico: la metà degli italiani non capisce ciò che legge. Sebbene il tasso di alfabetizzazione in Italia sfiori il 99%, lo studio denominato "All, Adult Literacy and Life Skills", riporta alla luce una situazione ben diversa da quella che i numeri sembrano volerci dimostrare.
L’analisi Ocse è impietosa. Se un tempo con analfabeta si intendeva una persona non in grado di leggere e scrivere, oggi l'analfabetismo funzionale (l’incapacità di servirsi efficacemente della lettura, della scrittura e del calcolo), la cui causa è, a parere quasi unanime, lo sviluppo della tecnologia e l’estrema facilità con cui le persone possono servirsene, mette in risalto come la metà della popolazione italiana non capisce ciò che legge.
Tra questi, prendendo ad esempio le ultime dichiarazioni rilasciate e il nero impresso sulla carta bianca di giornalini e giornaloni, possono tranquillamente farne parte Matteo Renzi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, l'intero gruppo di Forza Italia, "garantisti" vari e quella parte (faziosa) di carta stampata (Il Giornale di Sallusti) che hanno messo in discussione, addirittura spingendosi oltre con affermazioni del tipo "senza uno straccio di prova", le indagini della Procura di Firenze sull'ipotesi che Berlusconi e Dell’Utri siano stati i mandanti esterni delle stragi mafiose.
Ora. Ammesso e concesso che il problema di analfabetismo funzionale non faccia rientrare nella cerchia degli affetti i sopraccitati per questioni legate al grado di istruzione conseguito, rimane oggettivamente ineludibile la totale mancanza di conoscenza delle indagini e delle sentenze (definitive) sulle stragi mafiose e su Marcello Dell’Utri da parte di coloro che nell'ultima settimana hanno voluto porre la questione su di un piano puramente manettaro e giustizialista.
Se in entrambi i casi così non fosse, evidenziandosi la palese malafede dei protagonisti citati, consiglio personalmente a coloro la lettura di "Padrini Fondatori", un testo, un saggio di oltre 600 pagine dove la Corte di Assise di Palermo ha messo nero su bianco quello che i due curatori (Marco Travaglio e Marco Lillo) hanno sempre detto e scritto sul patto neppure tanto occulto fra Stato e mafia che battezzò col sangue la Seconda Repubblica sui cadaveri di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, degli uomini e donne delle scorte e dei 10 caduti inermi nelle stragi del 1993 di Firenze, Roma e Milano.
Una sentenza storica, quella del 20 aprile 2018, che quel 50% d'Italia aggredita da analfabetismo funzionale non può aver compreso, ma che quella restante, come audito in Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 13 settembre 2017 dal pm Nino Di Matteo, ha voluto minimizzare e svilire con l'avvallo e la complicità di carta stampata e televisioni, senza prodursi minimamente nello sforzo di prosecuzione e completamento del percorso di verità sulle stragi.
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martedì 27 agosto 2019
Ci siamo persi qualcosa?
A poche ore dalla probabile nascita del nuovo esecutivo prosegue (quasi) indisturbata la narrazione da parte di tutto il centro-destra unito (???) sull'ennesimo ribaltone made in italy.
Dalle scatolette di tonno di Giorgia Meloni, alle paure comuniste di Silvio Berlusconi fino alle ultime dichiarazioni di Matteo Salvini dalle stanze del Senato, la parola d'ordine che il centro-destra continua a ripetere senza esclusione di colpi è sempre la stessa: ribaltone.
Escludendo per manifesta inferiorità la leader di Fratelli d'Italia e mettendo sulla panchina (di un giardino di una casa di cura) colui che non meno di un anno fa diede il suo benestare alla nascita del governo giallo-verde (li i comunisti non c'erano?), rimane la conferenza stampa andata in onda nella serata di ieri convocata dal ministro della propaganda.
Parole testuali: "Sta nascendo un governo per un gioco di palazzo.".
Ma ci siamo persi qualcosa?
lunedì 12 agosto 2019
Mattarella, l'Europa e le "strane" coppie
Cosa succederà nelle prossime ore sul fronte Governo italiano rimane allo stato attuale un rebus. Lo è per gli opinionisti, lo è per la carta stampata, lo è, visti i continui cambi di idee, di prospettive e di alleanze, anche per i protagonisti in campo. Gli unici che al momento sembrano essere quantomeno tranquilli all'interno della crisi scatenata da Matteo Salvini sono Sergio Mattarella, Giuseppe Conte e i 5 Stelle.
Il primo, in attesa delle discussioni in aula, si è preso un week-end di black-out, occupandosi principalmente di relax e famiglia. Il secondo, dopo aver delineato senza troppi peli sulla lingua ciò che esporrà in aula il giorno della sfiducia, si è eclissato, lasciando agli altri il cerino in mano. I grillini, dopo il tradimento di Trenta Denari, hanno posto il veto del taglio dei parlamentari prima di tornare alle urne, condizione che inevitabilmente metterà a nudo le volontà delle altre forze politiche.
Esposti e nemmeno poco sono dunque rimasti i mercati, lo spread e quelle "strane" coppie che tra sabato e domenica si sono nuovamente messe a discutere e flirtare.
Dal quartier generale del centro-sinistra sono emerse quelle spaccature che hanno scritto la storia ultima del partito. La coppia Renzi-Zingaretti, in un continuo botta e risposta, non ha fatto altro che litigare sull'opportunità, da una parte, quella renziana, di sposare l'idea dei 5 Stelle nel votare la legge Fraccaro e prendere tempo prima di recarsi alle urne, dall'altra di non prendere assolutamente in considerazione tale opportunità andando direttamente, e con tempi celeri, al voto. Se a questi aggiungiamo un Calenda tendenzialmente in crisi d'identità e di idee e un Grasso che spinge l'uscita dall'aula da parte dell'intero centro-sinistra il giorno della sfiducia a Conte ecco che la confusione regna sovrana.
Sul fronte centro-destra, dove tutto sembrava apparire più chiaro e tranquillo, la perdita totale della bussola da parte del ministro del Papeetee ha rimescolato nell'arco di ventiquattrore le carte. Da: "io corro da solo", a: "vedrò presto gli alleati" per finire con: "ritorno dal Caimano", ampliando il tutto con la proposta del patto per l’Italia del sì senza nemmeno escludere l'ingresso di qualche grillino (???).
Esposti e nemmeno poco sono dunque rimasti i mercati, lo spread e quelle "strane" coppie che tra sabato e domenica si sono nuovamente messe a discutere e flirtare.
Dal quartier generale del centro-sinistra sono emerse quelle spaccature che hanno scritto la storia ultima del partito. La coppia Renzi-Zingaretti, in un continuo botta e risposta, non ha fatto altro che litigare sull'opportunità, da una parte, quella renziana, di sposare l'idea dei 5 Stelle nel votare la legge Fraccaro e prendere tempo prima di recarsi alle urne, dall'altra di non prendere assolutamente in considerazione tale opportunità andando direttamente, e con tempi celeri, al voto. Se a questi aggiungiamo un Calenda tendenzialmente in crisi d'identità e di idee e un Grasso che spinge l'uscita dall'aula da parte dell'intero centro-sinistra il giorno della sfiducia a Conte ecco che la confusione regna sovrana.
Sul fronte centro-destra, dove tutto sembrava apparire più chiaro e tranquillo, la perdita totale della bussola da parte del ministro del Papeetee ha rimescolato nell'arco di ventiquattrore le carte. Da: "io corro da solo", a: "vedrò presto gli alleati" per finire con: "ritorno dal Caimano", ampliando il tutto con la proposta del patto per l’Italia del sì senza nemmeno escludere l'ingresso di qualche grillino (???).
Rimane ora da capire cosa farà il duo Toti-Meloni, che si ritrova a che fare, dopo aver boicottato Forza Italia, con un leader che ha improvvisamente ricominciato a mettere la lingua in bocca al padre del centro-destra.
Da tutta questa confusione e dando per scontato che tra poche ore andrà ad aumentare, il Presidente della Repubblica dovrà gioco-forza guardare fuori dai confini nazionali, valutando in serie: 1) l'umore dei mercati; 2) lo spread; 3) la manovra di bilancio; 4) i sentori provenienti dalle stanze di Bruxelles e Strasburgo; 5) le promesse e gli accordi presi con il gotha europeo; 6) l'inserimento del commissario europeo italiano nella Commissione.
Insomma una camera con vista sull'Europa dove ordine e disciplina (qui reali e non dittatoriali) dovranno tranquillizzare partner, investitori e politica.
Per farlo l'inquilino del Quirinale avrà necessariamente bisogno della coppia, questa per fortuna normale e affiatata, Conte-Tria, in grado nei quattordici mesi di Governo di relazionarsi con l'Europa, sventando due procedure d'infrazione, facendo approvare una legge di bilancio in deficit e votato, con l'appoggio dei 5 Stelle, l'attuale presidente della Commissione.
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sabato 12 maggio 2018
Riabilitazione
Imputato per il caso Ruby e indagato per le stragi di Mafia del 1993, però il Tribunale ha concesso la riabilitazione: stop agli effetti della Severino. Ora è candidabile. La terza Repubblica ora può definitivamente partire.
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