..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 19 novembre 2019

Imperdonabile trascuratezza


La denota, dopo l'ennesima menzogna contro l'attuale esecutivo e in particolar modo avversando per questioni prettamente personali il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (quel 20 agosto 2019 non lo supererà mai), l'ex ministro dell'Interno e attuale leader del centro-destra unito come le luci dell'albero di Natale. In questa, di circostanza, al ministro della propaganda (unica carica mantenuta) si sono uniti Giorgia Meloni, Adolfo Urso (Fratelli d'Italia) e Lucio Malan (Forza Italia), tutti concordi nel trattare la questione, la presunta firma sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità, come "alto tradimento" dell'inquilino di Palazzo Chigi, al punto da richiederne, "con urgenza", il riferimento in Parlamento. 
Peccato che di firme non ce ne sono state. Né di notte, né di giorno e né di nascosto. 
La bozza di riforma (concordata a giugno, quando altri erano già in vacanza)) prevede la possibilità di aprire la strada alla ristrutturazione del debito, ma al momento, come da accordi, non è stata sottoscritta dall'Italia come da nessun'altro degli altri Paesi della zona euro. Ma c'è di più. 
Non c’è stato ancora nemmeno alcun voto di Conte o degli altri capi di Stato e di governo sull'accordo complessivo. L'eventuale sottoscrizione è invece programmata per dicembre e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha già chiarito, per iscritto, la sua disponibilità a riferire alle Camere l’avanzamento dei lavori e a illustrare nel dettaglio i contenuti della riforma, anche con riguardo all'intero pacchetto. 
A questo si aggiunge che il Parlamento ha potere di veto sull'approvazione definitiva, e per quanto alla trasparenza di comunicazione la presidenza del Consiglio ricorda che Conte ha riferito alle Camere il 19 giugno, accogliendo una risoluzione che impegnava il governo ad esprimere una valutazione finale sul negoziato soltanto all'esito della definizione dell'intero pacchetto di riforme. 
La nota conclusiva proveniente dalla presidenza del consiglio evidenzia che il senatore a giugno era ancora vicepremier (oltre che degustatore seriale di bevande alcoliche) e quindi "avrebbe dovuto prestare più attenzione per l'andamento di questo negoziato, tanto più che l'argomento è stato discusso in varie riunioni di maggioranza, alla presenza di vari rappresentanti della Lega (viceministri all'Economia e presidenti delle Commissioni competenti). Il fatto che il senatore Salvini scopra solo adesso l'esistenza di questo negoziato è molto grave. Denota una imperdonabile trascuratezza per gli affari pubblici. Chi pretende di guidare l'Italia senza premurarsi di studiare i dossier dovrebbe quantomeno evitare di diffondere palesi falsità. Con la propaganda intrisa di menzogne non si curano certo gli interessi dei cittadini italiani".

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