Ho la sensazione che si stia giocando come quando il gatto gioca con il topo. Ho l'impressione, confermata dal match disputato al Liberty Stadium, che si riesca a comandare il ritmo del gioco a proprio piacimento e soprattutto a seconda delle proprie convenienze.
Non è mistero che la grandinata di infortuni a cui siamo andati incontro non ha permesso, in un periodo come questo, di far rifiatare elementi che giocano titolari dalla trasferta asiatica di quest'estate, eppure questo non ha influito minimamente sui risultati, sulle prestazioni, sulla sostanza.
Da tre partite, a Marsiglia, in casa con lo Stoke e ieri in terra di Galles, giochiamo decisamente a ritmi inferiori rispetto a quello che siamo abituati a vedere, e a fare.
Questa, agli occhi, potrebbe sembrare la classica situazione in cui le energie sono ai minimi termini, dove delle necessità si debba fare virtù.
Invece si scopre all'improvviso che la squadra cambia completamente faccia, aumenta i ritmi, soffoca l'avversario, lo mette sotto, non gli da scampo, travolgendolo con giocate da Playstation; il goal del vantaggio siglato da Gnabry l'esempio lampante.