Premesso che personalmente sarei andato a processo (con l'enorme possibilità di uscirne "pulito" creando un precedente legislativo). Premesso che questa immunità nulla ha a che vedere con quelle che l'hanno preceduta in questi anni. Premesso che mai mi sarei sognato di offrire un voto (rousseau) per una materia di tale portata.
L'incazzatura da tutta questa storia me la fa venire Pinocchio-Salvini, e non certo Giggino. Se fosse stata persona seria, onesta e soprattutto rispettosa dell'alleanza di Governo, il numero uno del Carroccio avrebbe dovuto mantenere intonsa la prima dichiarazione fatta ("mi processino pure"), senza mettere (come accaduto e come da oggi faranno tutti) il Movimento in una situazione (fondamenta del M5S) imbarazzante.
martedì 19 febbraio 2019
domenica 17 febbraio 2019
Paradossi di voto
Conte, Di Maio e Toninelli hanno certificato la disponibilità a farsi processare insieme a Salvini sul caso Diciotti; affidando ai giudici il compito di stabilire se quel comportamento fosse lecito o illecito. Di più: sollecitano il Tribunale a disporre un giudizio immediato, per sapere subito se certe cose sono reato o no.
Votare il "no" a procedere, oltre a perdere le ragioni profonde del loro esistere, rischierebbe paradossalmente di portare a processo tutti tranne Salvini.
martedì 12 febbraio 2019
Puttane e merde
L'epilogo della sessantanovesima edizione del Festival della canzone italiana ha messo in luce, per l'ennesima volta, un comportamento che si discosta e di parecchio dalla deontologia di una professione che dovrebbe mettere davanti a tutto la responsabilità del ruolo assunto.
Niente di tutto questo è accaduto, anzi: le ingiurie, l'accanimento, l'odio e quell'arroganza nell'ergersi a padri-padroni del risultato finale ha sporcato una delle edizioni musicalmente più belle degli ultimi vent'anni.
Da quanto (purtroppo) emerso nella conferenza stampa post-festival (e da ciò che è accaduto nelle fasi di premiazione) appare evidente che (soprattutto) la sala stampa abbia votato contro (Volo e Ultimo) piuttosto che a favore (di Mahmood). Della serie: l'importante era non far vincere i due artisti scelti dal popolo. E questo, a prescindere dai gusti musicali, è stato decisamente penoso.
sabato 9 febbraio 2019
venerdì 8 febbraio 2019
mercoledì 6 febbraio 2019
martedì 5 febbraio 2019
lunedì 4 febbraio 2019
sabato 2 febbraio 2019
Autodenuncia e vaffanculo
Dal TAV alle trivelle passando per quello che è diventato un caso spinoso e senza precedenti, il numero uno del Viminale si è messo a tirare prepotentemente la corda. Non solo. Ad agosto, quando il tribunale di Catania mosse i primi passi, il "Capitano" si disse pronto a farsi giudicare, mostrando sfacciataggine e sprezzo del pericolo, salvo, dalla lettera scritta al Corriere insieme a Giulia Bongiorno, tornare sui propri passi mostrando codardia e reticenza nei confronti delle Toghe Rosse in pieno stile berlusconiano e mettendo nelle mani dei 5 Stelle la patata più bollente del secolo in corso.
Per coerenza, storia, ideologia e rispetto verso l'elettorato stellato l’unica strada è votare sì, come in questi casi (solo) i 5 Stelle hanno meritoriamente sempre fatto, autodenunciandosi e ripercorrendo la genesi del vaffanculo a tutti.
Penali
[...] Le penali, poi, non ci sono. Finora abbiamo speso per attività preparatorie 1,8 miliardi, in parte finanziati dall’Unione europea, che può chiedere, è vero, la restituzione dei soldi concessi per opere non fatte. Ma quei finanziamenti sono stati dati per opere parziali che sono state tutte completate: l’Ue non può dunque chiederci nulla. Nulla può pretendere neppure la Francia, con la quale l’Italia non ha mai firmato accordi che prevedano penali. Qualche penale potrebbero pretenderla le aziende che hanno iniziato i lavori non ancora finiti. Potrebbe essere una cifra non superiore ai 100 milioni, facilmente transabili e azzerabili in cambio di incarichi per mettere in sicurezza i lavori finora realizzati [...]
da Il Fatto Quotidiano | di Gianni Barbacetto
venerdì 1 febbraio 2019
Propaganda elettorale
Premettendo che noi comuni cittadini non abbiamo le competenze per valutare se l'opera sia da fare o meno e se i costi e i benefici siano in linea con il proseguimento o meno (lasciamo perdere un'eventuale referendum su di una tematica tecnica come questa).
La domanda che sorge spontanea, giusto per avere un quadro veritiero, è: chi dice la verità tra coloro che sostengono che non è stato scavato un solo centimetro dell'opera e chi invece, come il Ministro dell'Interno (di cui non si capisce la presenza in loco), afferma che sono stati scavati 25 chilometri?
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