..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 28 ottobre 2009

LA MORTE DI CALCIOPOLI

Le vie della morale sono infinite, ma talora smarriscono quella della ragione. Dopo che i magistrati Giuseppe Narducci e Stefano Capuano si convincono che il giudice della nona sezione del Tribunale di Napoli non abbia i requisiti per continuare a giudicare il processo denominato Calciopoli, decidono la ricusazione. La Corte d’Appello dovrà valutare se la frase pronunciata in aula lo scorso 10 luglio dalla presidente Teresa Casoria («Inutile che perdiamo tempo») sia prova o meno dell’imparzialità e del disinteresse del giudice nei confronti del processo.
Due le strade perseguibili: a. Se la Corte d’Appello darà loro ragione si riparte da zero con un nuovo collegio. b. In caso contrario si andrà avanti fino a conclusione.

Ma ci sono altre vie che con questa vicenda diventano plurime: quelle dell’ipocrisia.
I giornalisti italiani hanno un problema: scrivono per il fine a loro indicato e mai per garantire al cittadino una giusta informazione. Le convinzioni di chi scrive, comprese quelle di coloro che garantiscono una penna ed una poltrona per farlo, influenzano l’opinione pubblica, dimenticando, però, che non si dovrebbe far valere il peccato, ma il reato. Quando c’è, se invece quest’ultimo non c’è, ognuno fa quel che gli pare, giustiziando comportamenti e modi.
E’ quanto si è potuto leggere sul Corriere della Sera a firma di Marco Imarisio : «…le prossime udienze si terranno in un clima surreale, dove magistrati convinti dell’inutilità dei loro sforzi stenteranno a salutare i giudici. Uomini contro donne. Così muore Calciopoli. »
Osservo. Che le prossime udienze si terranno in un clima surreale fa parte di quelle convinzioni che tendono ad influenzare l’opinione pubblica; è un processo, mica la sagra di paese dove il commensale è parente stretto del comitato organizzatore. Se i magistrati si convinceranno dell’inutilità dei loro sforzi non avranno fatto altro che rendersi conto di quanto andiamo dicendo, e scrivendo, da anni: Calciopoli è stato un aborto giuridico.
Ora il giustizialista di turno esclamerà: “state influenzando l’opinione pubblica”. No, stiamo semplicemente riportando quanto valutato, carte e testimoni alla mano, dalla presidente Teresa Casoria: questo processo è una perdita di tempo; e aggiungiamo di denari e senso della giustizia.
Il presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi disse: «Come e più di ogni altra volta, difesa e accusa partono dallo 0-0. Il giudizio sarà sereno, senza sospetti di simpatie o antipatie sportive».
Calciopoli è nato senza una prova, è proseguito senza una prova e oggi si ritrova, a distanza di tre anni, all’interno delle aule del Tribunale di Napoli senza una prova.
C’è chi considera che la perdita di tempo espressa dalla Casoria faccia morire Calciopoli, senza rendersi nemmeno conto che la morte di Calciopoli è stata celebrata nell’estate del 2006.

OPINIONI, PARERI E CHIACCHERE DA "BAR DELLO SPORT"

Ricordate cosa si scriveva, almeno da queste parti, dopo la sentenza che condannò la Juventus alla serie B e alla restituzione di due titoli nazionali, vinti regolarmente sul campo dopo un predominio che contò la bellezza di 76 giornate consecutive in testa al massimo campionato nazionale?
Per non perdere il ricordo è bene riproporlo. La Juventus è stata condannata per non aver commesso il fatto, per non aver comprato o aggiustato o taroccato nessuna partita, per aver compiuto atti volti a ottenere vantaggi di classifica nonostante i vantaggi per una classifica si sarebbero dovuti comprovare attraverso le partite comprate, aggiustate o taroccate. Ma, soprattutto, la Juventus è stata condannata dall’analisi di taluni fatti incontrovertibili emersi a chiare lettere dall’opinione di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio.

L’opinione: non un fatto, ma un’opinione, magari uscita dal Bar dello Sport.

L’ultima udienza svolta presso il Tribunale di Napoli, breve e con l’assenza di un testimone (un sottufficiale dei carabinieri che ha partecipato alle indagini), è stata rinviata al 30 ottobre corrente mese.
Il dibattimento, però, sta proseguendo in attesta che la settima sezione della Corte di Appello di Napoli si pronunci sull’istanza di ricusazione presentata dai pm nei confronti del presidente della nona sezione del Tribunale, Teresa Casoria, per alcune anticipazioni di giudizio.
La storia la conoscete già. La Casoria disse che c’erano anche processi “più seri da celebrare”, riferendosi a quelli con imputati detenuti, e in un’altra circostanza avrebbe espresso un giudizio negativo sull’attendibilità di un testimone, Armando Carbone, che veniva interrogato in aula.
Maurilio Prioreschi, uno dei legali dell’ex d.g. della Juventus Luciano Moggi, ha ribadito, se mai ce ne fosse bisogno, quanto detto dalla Casoria: «Questo processo non è serio perché è basato su chiacchiere da “bar dello sport” e io non posso essere ricusato né dai pm né dalle parti civili – ha spiegato il penalista – perché le intercettazioni che hanno dato vita a Calciopoli sono state disposte in seguito a una informativa dei carabinieri del settembre 2005 dopo che era stato sentito il solo Dal Cin, ex dirigente del Venezia: e le opinioni da questi espresse e le voci di spogliatoio sono diventate i gravi indizi in relazione al reato di associazione per delinquere. Mentre non vi era nessuno degli elementi per l’iscrizione degli indagati nel registro della procura».
A distanza di oltre tre anni, si continua a brancolare nel buio (l’accusa), non avendo fino ad oggi trovato una sola prova per proseguire un processo che definire poco serio, a questo punto, è diventato un eufemismo.
La ricusazione richiesta dai pubblici ministeri, dopo che sono stati sentiti venti testi, è il chiaro segno della fragilità dell’accusa, basata, fino ad oggi, su opinioni, pareri e chiacchere da “Bar dello Sport”. Quel che resta, anche leggendo alcuni “autorevoli” (si fa per dire…) commenti dei soliti noti, è la sensazione che, quando c’è di mezzo l’ex dirigenza juventina, si continui a sostituire il principio di presunzione di innocenza con quello di certezza di colpevolezza. Anche a costo di cadere nel ridicolo.

GLMDJ

OBAMA NON DECIDE CHE FARE CON LE GUERRE

Centocinquantacinque morti civili in Iraq, vittime di un doppio attentato terroristico a Baghdad, e quattordici soldati americani uccisi in un duplice incidente aereo nei cieli afghani rendono ancora più complicate le grandi decisioni autunnali di Barack Obama in vista del secondo turno delle elezioni afghane del 7 novembre e del voto iracheno del gennaio del 2010.

martedì 27 ottobre 2009

I SEGRETI DELLE PROCURE IN MANO A TELECOM

È normale che i dati sensibili e protetti da segreto istruttorio delle procure e dei tribunali d'Italia possano essere visti e consultati da semplici operatori di call center? E normale che il registro generale su cui i magistrati iscrivono gli indagati possa essere «aperto» all'esterno degli ambienti giudiziari? È normale che questi operatori esterni che fungono da tecnici dell'assistenza anziché essere interni alle procure (come fino a oggi accadeva) siano invece distaccati altrove, lontani dai palazzi di giustizia, in anonimi centralini?
È normale che i signori magistrati affidino a trattativa privata, senza gara, per importo di 21milioni e rotti di euro, il servizio di assistenza ai loro sistemi informatici? Ed è normale che questo contratto venga affidato in questo modo a Telecom Italia nel mentre è ancora pendente l'inchiesta sui vertici dell'azienda telefonica che - secondo la procura di Milano - avrebbero commesso illeciti proprio nella gestione di dati sensibili con intrusioni nei computer di soggetti considerati «nemici» della stessa Telecom?
Se sia normale oppure no, non spetta a noi dirlo. La realtà è che con circolare ministeriale del 21 settembre 2009 indirizzata a tutti i presidenti delle corti d'appello e a tutti i procuratori generali d'Italia, il direttore generale dei servizi informativi automatizzati del ministero della Giustizia, magistrato (fuori ruolo) Stefano Aprile, comunicava che «a decorrere dal 28 settembre questa direzione ha affidato a Rti (raggruppamento temporaneo d'impresa, ndr) composto da Telecom Italia, Elsag Datam Spa, Engenering Informatica Spa - il servizio di assistenza applicativa ai sistemi informatici in uso ai sistemi giudiziari».
Il direttore generale aggiunge nero su bianco che il contratto è di «quasi tre anni» (quasi?) e che è «complementare» al servizio di assistenza sistemistica già affidato alla Rti. Tra le righe dice che «è in corso il progetto di dispiegamento degli strumenti di gestione remota delle postazioni e dei server che potranno essere impiegati anche per la risoluzione delle problematiche applicative».
Un modo un po' contorto e burocratico per rispondere alle domande di cui sopra. Dove il termine «complementare» sembra voler giustificare il ricorso alla trattativa privata per un importo così consistente, e dove l'espressione «è in corso il progetto di dispiegamento degli strumenti di gestione remota» serve a spiegare la modalità tecnica del servizio di assistenza per cui la «Rti eroga il servizio prevalentemente in modalità remota».
Ma che vuol dire remoto? Vuol dire che da un centro esterno, di proprietà della Telecom, si può accedere direttamente ai fascicoli dei magistrati, ovviamente per opere di manutenzione e interventi tecnici. Al di là delle perplessità sulla sicurezza delle notizie contenute sul registro degli indagati e sui fascicoli dei pm, quale conoscenza ha Telecom dei sistemi di proprietà del ministero della Giustizia?
Quale personale invia negli uffici dei magistrati quando il problema può essere risolto solo con un intervento materiale sul pc del sostituto procuratore? Semplice: Telecom fa il general contractor: acquisisce l'appalto e lo subappalta alle stesse aziende che, fino a ieri, lavoravano sui sistemi informatici direttamente con le procure, ma dall'interno degli uffici giudiziari.
Se Telecom prende l'appalto e ridistribuisce il lavoro alle aziende che da anni svolgevano detto servizio, dov'è il vantaggio? Si dirà che il costo totale pagato è inferiore, e di questi tempi non è cosa da poco. Si dirà, anche, per correttezza che i servizi sono ridotti (meno costo, meno prodotto) e che dunque il risparmio sembra essere relativo.
Domanda: ma se il magistrato direttore generale trattava gli stessi servizi direttamente con le aziende che già facevano questo lavoro, forse poteva raggiungere un costo ancora inferiore. O forse, no. Da questo appalto, si presume, Telecom guadagnerà qualcosa. Non credo si accontenti dell'accesso ai dati sensibili delle inchieste e coperti dal segreto istruttorio.

LACUNE ETIMOLOGICHE

Massimo Moratti: «mi arrabbio più a pensare alle ingiustizie che negli anni '60 impedirono la cinquina all' Inter che a quelle notevoli e comprovate degli ultimi anni».
Non smetterò mai di chiedere: quali sarebbero le ingiustizie notevoli e comprovate degli ultimi anni?


ASSEMBLEA 2009: GLMDJ C'E'!



On.le
Assemblea,

grati verso i migliaia di soci e centinaia di azionisti che rappresentano il motore e l’orgoglio della nostra Associazione (GiùlemanidallaJuve - tifosi ed azionisti di minoranza), rinnoviamo con immutata fermezza la nostra determinazione nel perseguire la lotta per la restituzione di quell’onore fin qui perduto.
Siamo oggi chiamati a partecipare alla votazione per la costituzione di un nuovo CDA. Attraverso una attenta analisi sulla gestione sportiva, economica e legale degli ultimi 3 anni, cercheremo di spiegare il motivo per il quale riteniamo indispensabile un voto contrario alla riconferma di ciascun componente del CDA uscente.

Gestione Sportiva:
per inquadrare al meglio i risultati sportivi ottenuti dal CDA uscente è opportuno prendere in prestito un dato dall’assunto economico trattato in seguito: circa 160 mln. di euro spesi per le campagne acquisti degli ultimi tre anni. Non oso pensare cosa avrebbero potuto ottenere mani più esperte con tale importo.
Ma pur avendo speso come i migliori club europei i risultati ottenuti sono i seguenti:
• Stagione 2006/2007: persi 2 scudetti senza che alcun illecito sportivo fosse mai stato provato, partecipazione alla serie cadetta per la prima volta nella nostra storia ed eliminazione al terzo turno di coppa italia.
• Stagione 2007/2008: terzi in campionato a -13 dalla vetta ed eliminazione al quarto turno di coppa italia.
• Stagione 2008/2009: semifinale di coppa italia, secondi in campionato dopo aver esonerato a caro prezzo il camaleontico Ranieri ed ottavi di champions league.
Non vi è alcun dubbio che tale pochezza sia figlia di inesperienza ed errate valutazioni. Un allenatore Juve, ad esempio, deve avere la competenza e la mentalità per ambire esclusivamente alla vittoria. Le errate scelte di questi tre anni hanno prodotto infausti risultati anche in questioni apparentemente più semplici da gestire. Di fatto, il record degli oltre 70 infortuni della scorsa stagione non può essere di certo ascritto a semplici casualità. Ed infatti stiamo registrando un inquietante trend sul fronte infortuni anche nella stagione in corso.
Vanno anche prese in considerazioni alcune affermazioni ondivaghe del Dott. Blanc. Da una parte si inneggia ad un futuro fatto di una corretta gestione del settore giovanile (Tuttosport 20/09/09), dall’altra l’unico vero inserimento in squadra pare essere “l’ereditato” Marchisio. Senza considerare l’arrivo degli ultra trentenni Grosso e Cannavaro.
Quanto visto in questa prima parte di stagione non incoraggia di certo al facile ottimismo, mentre un dubbio ci assale: in questa Juve quanto utile sarebbe stato un giocatore come Pavel Nedved? Ed inoltre, in questo inizio stagione tutti i nostri avversari hanno a larghi tratti dominato il gioco. Merito loro o demerito nostro? Esiste una squadra tipo? Ed un modulo di gioco preferito? Netta è la sensazione che ci siano poche idee e ben confuse.
Nessun piazzamento in un campionato decaduto potrà mai soddisfare il vero tifoso Juventino. Il reale valore dell’attuale movimento calcistico italiano è palesato dalla totale assenza di nostri rappresentanti tra i primi 30 candidati al pallone d’oro e dalle magre figure conseguite dai club italiani nelle competizioni europee nelle stagioni post-farsopoli.
Riportiamo, infine, un articolo apparso sulle pagine di Tuttosport solo poche settimane fa. “Champions”, uno dei principali magazine della Uefa, incorona la Juventus di Lippi la più forte squadra al mondo. “Rivoluzionari in tutto e per tutto. Nelle scelte societarie, nei bilanci, nella mentalità e nel gioco. Un mix di innovazioni che ha fatto scuola in Italia, in Europa, nel mondo”. Inutile rimarcare che una squadra vincente parte da una società vincente. Dobbiamo tuttavia registrare la totale assenza di menzione degli artefici di quella “Juve sul tetto del mondo”: Moggi, Giraudo e Bettega. Caro Dott. Blanc, ritiene che la Juventus potrà mai tornare a quegli standard?

Gestione Economica:
innumerevoli sono stati i tentativi a mezzo stampa di convincerci sulla bontà di quanto operato dall’attuale A.D.. Tuttavia riteniamo l’attuale gestione economica estremamente deficitaria.
Di certo avranno pesato le innumerevoli scelte errate, ad esempio in tema di campagna acquisti. I casi Andrade (cartellino 10,5 mln. + stipendi + 3 mln. di buonauscita) e Ranieri (buonauscita di 3,7 mln.), le svendite di fior di campioni e gli acquisti a peso d’oro di giocatori sovrastimati, la perdita di risorse economiche provenienti dalla sponsorizzazione a seguito di calciopoli ed infine le risorse sperperate per pagare lautamente avvocati “kamikaze”. Come si può pensare di poter ottenere risultati economici di tutto rispetto quando, un esempio su tutti, si vendono Marchionni e Zanetti alla metà di quanto sperperato per l’acquisto di Andrade. E cosa dovremmo dire, poi, dei vari Boumsong, Poulsen, Almiron, Knezevic e Tiago. Più in generale ricordiamo che negli ultimi tre anni le campagne acquisti hanno pesato per circa 160 mln., importo quasi pari alle campagne cessioni. E non ci sembra che il valore dell’attuale organico – che assurdamente registra un costo del personale tesserato superiore - possa in alcun modo competere con quello pre-farsopoli. Ibrahimovic, ad esempio, poteva essere un affare al pari di Zidane. Il reale valore del cartellino – vedi vendita al Barcellona – è risultato superiore alla somma delle svendite dei vari Cannavaro, Zambrotta, Viera, Mutu, Marchionni, Zanetti e dello stesso Ibra.
Solo grazie ad operazioni straordinarie quali ricapitalizzazione, accesso al credito sportivo, vendita terreni contigui allo stadio, cessione campi di Vinovo, svendita campioni e vendita naming rights stadio si è potuto affrontare l’ultimo triennio. Le uniche “vere” plusvalenze da registrare sono ancora una volta quelle da ricondurre alla vendita dei giocatori ottenuti in eredità dalla precedente gestione. Pare ovvio che una gestione di questo tipo risulta straordinaria e delimitata nel tempo. Il futuro non può che apparire quindi incerto.
Considerando quanto ricavato dai miglior club europei è possibile sostenere che il naming right dello stadio, venduto alla Sport Five per 12 anni alla cifra di 75 mln. di euro (inclusi palchi e posti vip), ha risentito degli effetti negativi contingenti al periodo dell’accordo (in pratica calciopoli). Non è un segreto che altre realtà di pari blasone abbiano ricavato cifre ben superiori.
Così come desta perplessità l’intervista rilasciata dal dott. Bergero sulle pagine di Tuttosport in data 04/10/2009. Viene infatti affermato che i ricavi da stadio passeranno dagli attuali 20 mln. ai 40 mln. di euro, importo quest’ultimo che rappresenta meno della metà di quanto incamerato dai migliori club europei (Manchester United ed Arsenal ne ricavano oltre 100 mln). Il Dott. Bergero dimentica inoltre di informarci della impossibilità di attingere all’extra introito almeno per un decennio. Servirà infatti a compensare in parte la perdita economica per i diritti tv collettivi ed in parte per il pagamento del finanziamento del credito sportivo (50 mln. da rimborsare in 12 anni). Ricordiamo che la scelta di accettare supinamente le condanne di calciopoli inciderà notevolmente sui compensi derivanti dai diritti TV. Infatti, con la nuova ripartizione l’importo verrà calcolato per il 10% in base ai risultati a partire dalla stagione 1946/47, per il 15% in base ai risultati degli ultimi 5 anni ed il 25% in base al bacino di sostenitori che, come vedremo in seguito, risulta diminuito di 1,4 mln. post-calciopoli (a causa di una pessima immagine societaria e di nessuna vittoria). Bisogna inoltre ricordare che la vendita collettiva dei diritti TV rappresenta una sconfitta politica in lega per le grandi squadre ed in particolare per la Juventus.
Per di più, piuttosto che puntare ad una rendita vitalizia si è preferito vendere i terreni contigui allo stadio (Nordiconad per circa 20 mln.) al fine di ottenere una immediata liquidità di cassa. Anche questa “operazione straordinaria” riteniamo sia stata attuata per far fronte alle contingenze post calciopoli. Rappresenta tuttavia un incontrovertibile danno economico per il prossimo futuro.
L’evidenza di una errata gestione economica si ripercuote ovviamente sull’andamento del titolo azionario. Un titolo costantemente al di sotto della quota di 1 euro mentre la stessa ricapitalizzazione è avvenuta a quota 1,40 euro. Ed infatti la società Juventus capitalizza in borsa incomprensibilmente meno del suo fatturato annuo. Ricordiamo, infine, che molti azionisti da noi rappresentati hanno acquistato a 3,60 euro.
Ma un bilancio economico di una società sportiva che si rispetti deve essere letto anche in funzione dei risultati sportivi conseguiti. Ci sia concesso, quindi, un parallelo con quanto avvenuto nella precedente gestione: nel 2004-2005 e 2005-2006 la Juventus vinse lo scudetto e pagò premi importanti (circa 30 milioni di Euro all’anno) che evidentemente appesantirono il costo del personale. Malgrado ciò il rapporto fatturato/costo del personale è sempre rimasto attorno al 55%, il migliore in Europa tra le grandi squadre, secondo solo al Manchester United che però godeva di un trattamento fiscale molto più favorevole. Il progetto di bilancio 2008-2009 presenta un peggioramento del costo del personale in valore assoluto (da 120 a 138 milioni di Euro) e l’incidenza fatturato/costo del personale è al 62% senza vincere nulla.
Sono state determinanti negli ultimi 3 anni per i bilanci le plusvalenze. Nei conti presentati le plusvalenze 2008-2009 sono pari a 15 milioni di Euro, senza tali plusvalenze realizzate con giocatori “ereditati” il bilancio si sarebbe chiuso in passivo di circa 10 milioni di Euro. Si ricordi quanto dichiarato da John Elkann il 3 luglio 2007 al Corriere della Sera: “La gestione Giraudo-Moggi suppliva alla gestione ordinaria con le plusvalenze, noi vogliamo un calcio sostenibile”, cioè senza plusvalenze. Senza le plusvalenze dei giocatori “ereditati” sarebbe stato un bagno di sangue per gli ultimi 3 bilanci dei “Signori del calcio sostenibile”!!!
Inoltre, il forte incremento dei ricavi ha avuto una influenza positiva oltre che dalle “vituperate” plusvalenze dagli aumenti previsti di anno in anno dal contratto Giraudo/Mediaset (durata 6 anni), tuttora in vigore.
Per fare i conti con una ottima gestione economica della società non sarà sufficiente la costruzione di uno stadio, per altro già avviato in passato. Sarà invece necessario confrontarsi con chi ha fatto dell’autogestione di necessità virtù. Vi proponiamo quindi di seguito alcuni esempi di una eccellente autogestione:
• Vinovo Mondo Juve: acquistato l’ippodromo del galoppo, l’area è stata poi valorizzata trasformando 2/3 in commerciale (82000 mq) ed 1/3 nella costruzione del centro sportivo. I costi, tra acquisto totale dell’area commerciale e costruzione del centro sportivo, sono stati di circa 45 mln. di euro. La sola cessione dell’area commerciale ha fruttato poi 75 mln. di euro. Ciò significa che al termine dell’operazione la Juve si è ritrovata con 30 mln. cash, un centro sportivo tra i migliori al mondo (oggi vale 40/50 mln.) oltre ad aver ottenuto una importante plusvalenza.
• Stadio delle Alpi: acquistato nel 2003 per 25 mln. di euro pagabili in 10 anni senza interessi, costruito con soldi pubblici per i mondiali del 90 per 100 mln. di euro, porta in dote 42000 mq. di commerciale per un valore di 25 mln. di euro circa (come da vendita a Nordiconad). È possibile quindi affermare che è stata portata a casa una proprietà realizzata 19 anni prima per 100 mln. senza alcun costo.
• Sede Corso Galileo Ferraris: acquistata per 6.5 mln. di euro e venduta dopo 3 anni per 15 mln. cash con importante plusvalenza.
• Esempio di campagna acquisti: Zidane, Inzaghi, Van der Sar e Bachini venduti per 150 mln. ed a pari importo acquistati Nedved, Buffon, Thuram ed Emerson. Nessun esborso di cassa, plusvalenze reali e squadra fortissima.
Ci risulta, inoltre, che dalla gestione delle aree commerciali di Vinovo (82000 mq) e dello stadio delle Alpi (42000 mq) era previsto un reddito di circa 30 mln./anno.
In conclusione, al fine di avvalorare la nostra visione di una colpevole e carente gestione economica degli ultimi tre anni - con perdita di valore - ci sia concesso presentare un dato: nell’agosto del 2006, post sentenze di farsopoli, la Juventus valeva in borsa circa 250 mln. di euro. Oggi, sia pur dopo un aumento di capitale di oltre 105 mln. di euro, il suo valore è di circa 160 mln. (valore bilancio 30/06/09 in approvazione odierna) con una perdita di circa 200 mln. in soli tre anni. Ed oggi ci ritroviamo alla guida della nostra società, peraltro con pieni poteri, un uomo che ha prodotto questi risultati.

Gestione Legale:
indubbiamente rappresenta la parte del nostro intervento che ci sta più a cuore. La tutela legale fin qui attuata, al fine di garantire gli interessi morali ed economici dei propri azionisti, è risultata “gravemente” deficitaria. La politica dello “struzzo” (chiudere gli occhi e mettere la testa sotto la sabbia) non ha pagato. Se è vero che oggi anche dei guardalinee si permettono il lusso di zittirci richiamando i noti fatti di calciopoli, si può tranquillamente affermare che abbiamo toccato il punto più basso della nostra storia.
Il danno economico e di immagine prodotto da calciopoli sulla società Juventus è difficilmente quantificabile, sicuramente alcune centinaia di milioni di euro. Secondo uno studio condotto da Stage Up ed Ipsos per conto del Guerrin Sportivo la Juve post-farsopoli ha perso 1,4 mln. di tifosi a seguito dei noti fatti, perdita che ovviamente peserà sui conti futuri. Abbiamo patteggiato 70.000 euro (mentre Inter e Milan furono “condannate” a 90.000 euro) per un reato di falso in bilancio che non potrà mai essere dimostrato, il solito Zaccone temeva una pena pecuniaria fino a 500.000 euro (Tuttosport 15/12/2008). Abbiamo chiesto scusa al mondo intero per colpe inesistenti. Abbiamo patteggiato 300.000 euro per uscire dal processo “Calciopoli 2” sulle sim svizzere. Abbiamo pagato 835.000 euro (dati relazione semestrale 31/12/2006) ad avvocati che, a seguito di mistiche visioni, avevano contato ben 4 illeciti che nemmeno la giustizia sportiva ha mai trovato. Pagheremo - con ogni probabilità - una multa per una errata comunicazione per il “pasticcio” (definizione gazzetta 09/10/2009) doping su Cannavaro. Siamo costantemente umiliati e denigrati in tutti gli stadi attraverso vari epiteti ingiuriosi senza alcuna reazione. Ed il leone Juve cosa fa? Si costituisce parte civile contro un tifoso Juve per il danno economico patito, quantificabile in euro 20.000, elargito per un insulto contro l’ex “tifavo inter fin da bambino”. Fatto condivisibile, quest’ultimo, ove attuato in tutti gli stadi ed a fronte di una tutela giuridica a più ampio respiro messa in atto dalla società Juventus FC Spa.
L’errata ed incomprensibile gestione legale dell’ultimo triennio ha avuto ripercussioni economiche e di immagine estremamente gravose. I nostri contributi nelle precedenti assemblee avevano già evidenziato innumerevoli casi (tra cui Graz AK, Meca-Medina, Bosman e Namur) in cui venivano rimarcate le fattive garanzie giuridiche attraverso la normativa comunitaria vigente. Ma di ciò il Dott. Blanc è ben conscio. Non avrebbe altresì stipulato un accordo commerciale con la BetClic, società al momento dell’accordo non in regola con la normativa italiana ma garantita da quella comunitaria. Nei giorni scorsi un tribunale civile svizzero ha sospeso la sanzione comminata al giocatore Adrian Mutu dalla giustizia sportiva. Ed anche in ambito nazionale - vedi casi Paparesta, Carraro ed Angolana (sentenza TAR riammessa in serie C o Figc sanzionata con 2,5 mln. di euro) - si poteva agire per assicurare le opportune tutele giuridiche della Juventus e dei suoi azionisti. Avevamo già detto di una sentenza della Corte di Appello di Roma in cui veniva scritto a chiare lettere dell’impossibilità di truccare i sorteggi stante la presenza di innumerevoli giornalisti e di ben due notai. Avevamo infine evidenziato, riprendendo uno studio commissionato dall’Adiconsum, come gli errori arbitrali fossero fisiologici ed addirittura in aumento nelle ultime tre stagioni (rispettivamente 41% - 43% - 49%) .
L’iniziale teorema accusatorio della “famosa” cupola è stato più volte smentito. I vari Della Valle, Lotito e Galliani (e le loro rispettive squadre) non hanno mai lasciato il loro posto. In un processo parallelo come quello della GEA è definitivamente crollato il teorema della cupola. Gli arbitri, fatta eccezione per De Santis, sono tutti al loro posto. Nel processo attualmente in corso a Napoli i principali testimoni dell’accusa danno la sensazione di presentarsi per conto della difesa (Vi invitiamo all’uopo ad ascoltare l’audio delle deposizioni sul nostro sito internet www.giulemanidallajuve.com). Ed infatti, i principali testimoni fin qui ascoltati hanno parlato di “sentito dire” e semplici “sensazioni”, mai di prove certe. Insomma, il famoso “sentimento popolare”. Finanche un Giudice di Pace del Tribunale di Lecce (sentenza Moggi 14/05/2009) ha affermato il principio del diniego all’uso delle intercettazioni telefoniche in procedimenti differenti da quello in cui sono state disposte. Ed ancora, la solerte giustizia sportiva ha assolto il Sig. Guardiola condannato ben 8 anni fa a 4 mesi per un caso doping. In una trasmissione TV, udite udite, l’ex presidente della Corte Federale – Piero Sandulli – ha dichiarato: “nella sentenza del 2006 noi evidenziammo cattive abitudini, non illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica. E resto convinto che quegli scudetti la Juve gli avrebbe vinti lo stesso”. Infine, nella sentenza del TAR Lazio datata maggio dello scorso anno – inerente un ricorso della nostra Associazione – veniva scritto: “il lodo arbitrale, così come i precedenti gradi della giustizia sportiva, sono impugnabili dinnanzi la giustizia amministrativa”. Veniva quindi affermato il principio della difesa dei propri interessi economici allorquando una giustizia “domestica” ne avesse determinato delle perdite.
È bene infine ricordare che la società Juventus ha lasciato “colpevolmente” decadere i termini per adire i tribunali ordinari. L’unico soggetto giuridico che ha oggi la titolarità per sovvertire le assurde sentenze sportive dell’estate 2006 è la nostra Associazione (GiùlemanidallaJuve). Ricordiamo che è infatti pendente un ricorso al Consiglio di Stato ed uno in ambito comunitario.

Conclusioni:
Con tutta franchezza crediamo di aver fattivamente contribuito nel corso di questi anni a far si che la società Juventus prendesse coraggio ed avviasse ogni azione utile al riconoscimento legale e morale della propria innocenza. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Anzi, dobbiamo registrare ancora una volta quanto dannoso sia stato l’operato di chi ha gestito la Juve nell’ultimo triennio. Venerdì 2 ottobre 2009 quel giornale rosa che tanto amate in merito al processo sulle plusvalenze scriveva: “secondo l’accusa la Juve ottenne il diritto di iscriversi alla serie A nascondendo le irregolarità contabili”. Ci risulta che il PM abbia chiesto ed ottenuto una denuncia del presidente Cobolli Gigli. In assenza di tale atto formale il processo sulle plusvalenze avrebbe incontrato seri problemi per la celebrazione. Orbene, non è privo di fondamento affermare che i primi fomentatori del sentimento farsopolista siete Voi componenti del CDA uscente.
Ed a proposito di nuova Juventus, inspiegabile ci risulta la carica di presidente onorario dell’Avv. Grande Stevens. Miracolosamente uscito illeso dai noti fatti pur essendone presidente, lautamente pagato per le attività di consulenza, non può ergersi a figura onoraria al pari dei nostri indimenticabili Edoardo, Gianni ed Umberto. Solo a loro spetta infatti tale carica ad honorem.
Sulla questione “rinnovo del CDA” sarà inoltre opportuno chiarire alcuni concetti. Quella che alcuni giornali hanno definito “seconda fase del progetto Elkann” - sempre che ne esista uno - rappresenta senza troppi giri di parole una bocciatura del CDA uscente e del lavoro svolto in questi tre anni. Le colpe maggiori - non dimentichiamolo mai - restano dell’azionista di riferimento per il suo ondivago comportamento nei fatti sopra elencati.
Sarà inoltre opportuno ricordare che è toccato ancora a noi di GiùlemanidallaJuve difendere l’onore della nostra amata squadra. In data 30/04/2009, dopo aver ancora una volta inutilmente atteso un Vostro intervento, abbiamo depositato querela nei confronti di un giornalista del TG5 reo di affermazioni lesive del nostro sodalizio.
Ci sia concesso infine un pensiero per il Dott. Bergero. In una intervista sulle pagine di Tuttosport del 03/10/2009 - inerente una presentazione ai possibili azionisti esteri - ha affermato: “non hanno percepito il signifi¬cato di Calciopoli, alcuni non sanno che l’azionista di riferimento è John Elkann”. Inutile insistere sui fatti di Calciopoli, altre sono le sedi preposte per rinnovare le nostre rimostranze. Spero invece abbia tenuto ben nascosto agli investitori stranieri la fallimentare esperienza di CiaoWeb del Dott. John Elkann - per fortuna unica prima di occupare la famosa poltrona - ed il primario ruolo nei famosi fatti di calciopoli (intervista del 7 maggio 2006 e ritiro ricorso al TAR).
Mai sede fu più appropriata per congedarsi con il nostro grido: GIU’ LE MANI DALLA JUVE!
Giuseppe Belviso – Presidente Associazione GiùlemanidallaJuve
Segui con noi l'assemblea in tempo reale! Sul forum o su Twitter!

lunedì 26 ottobre 2009

BREEDERS CROWN 2009: MUSCLE HILL CHIUDE DA DOMINATORE


Ha vinto ancora, ha dominato ancora, è stato ancora una volta il migliore, per la diciannovesima volta consecutiva su venti uscite, l'undicesima su undici nel 2009.
Ha chiuso da imbattuto scrivendo una delle pagine più belle del trotto, non solo a stelle e strisce ma mondiale.
Muscle Hill e Brian Sears si congedano, la nostalgia per non vederlo più ha già colpito chi, da appassionato, ne ha seguito le gesta, tifando e guardandolo dominare sui coetani ed in ogni angolo d'America.
La speranza (flebile), per chi il trotto lo ama, è quella di vederlo ancora, sia in America ma soprattutto in Europa, da Parigi a Solvalla, passando, magari, per Milano, Napoli e Roma.
I particolari della finale delle Bredders non li racconterò, il video in lingua originale è di gran lunga molto più esaustivo di una qualunque cronaca scritta, anche se quel 26.4 di terzo quarto e la chiusa easy in 30 secco senza essere mai sollecitato fa capire ancora di più quanto il limite del figlio di Muscle Yankee sia inesplorato, ma bastano le parole di Jerry Silva per far comprendere il livello di un cavallo che definire campione, a questo punto, sia davvero troppo riduttivo: "To finish the year undefeated is amazing. I never had a horse, in all my years of racing, that was undefeated. And he did it. He did it like I knew he would do it."



La grande notte delle Breeders è continuata con il relativo Filly per le nate nel 2006 con la vittoria a sorpresa di Broadway Schooner (7), in sulky ancora Brian Sears dominatore del convegno con ben tre successi, con il tempo di 1:57.
Corsa condizionata dal vento, corsa che ha visto Margarita Momma uscire dal podio, ma soprattutto ha visto Elusive Desire, favorita e seconda a traguardo dopo una gara da protagonista, non confermare quanto di buono fatto nel corso della stagione. La chiusa in 31.0 la dice lunga su di una corsa che ha visto pochi motivi di interesse tecnico, certo è che la figlia di Broadway Hall, settima sul percorso ai 600 finali, è stata autrice di un'ultima parte di gara incredibile, che ne ha consacrato, meritevolmente, il successo.



Nelle due prove per i puledri ancora conferme e altrattante sorprese.
Tra i maschi l'attesissimo Lucky Chuky non è riuscito ad andare oltre un comunque ottimo secondo posto, dopo aver preso il comando nei pressi del chilometro ed aver provato a scappare ai 400 conclusivi. Magic Fruit, terzo alla corda lungo tutto il percorso, ha spostato nel tratto ultimo andando a pressare il favorito, ma dalla quinta posizione, secondo di fuori, ha sprintato a centro pista Pilgrims Taj, battendo in maniera netta i due contendenti. Vittoria pressoché identica a quella di Broadway Schooner nel Filly per i tre anni, e bis per Broadway Hall come "sire".



Nel Filly, invece e come avevo pronosticato, la vittoria è andata a Poof She's Gone, dopo una corsa spettacolare ed un'interpretazione da parte di David Miller che non ha lasciato scampo alle rivali: "Poof’ raced great. She went a big, big mile there. I had to come early and got left first-over and she just overpowered them. She’s such a good horse. Her best quality is she can do that. She’s a strong filly and she can rough it. She’s the complete package."



La serata della Bredders Crown in cifre, news e curiosità.
da 3/4 of mile

NOBEL PER LA PACE / 3

E sono quaratacinque.
Altro attacco americano nel territorio pakistano, ventisette le vittime.

domenica 25 ottobre 2009

IL DOTTORE A 9 TITOLI




Il nono titolo mondiale di Valentino Rossi è stato celebrato con particolare emozione dal fenomeno di Tavullia. Si è sentito orgoglioso di questo successo in una stagione, a suo dire, sofferta e molto dura per il confronto con Jorge Lorenzo.

E’ bello essere di nuovo campione del mondo ed io sono molto orgoglioso di esserci riuscito nove volte nella mia carriera“, ammette Valentino. “Voglio ringraziare tutto il mio team, Furusawa-san, Davide Brivio, Lin Jarvis, Jeremy … tutti! Questa stagione è stata molto dura e Lorenzo in particolare mi ha spinto ad esplorare nuovi limiti, ma penso che sia stato un bel duello da guardare per tutti. E’ una sensazione fantastica aver conquisto questo titolo nuovamente con la Yamaha e devo ringraziare la Bridgestone, che ha fatto un ottimo lavoro con le gomme per tutto l’anno“.

In questa gara che gli è valsa il nono titolo iridato Valentino si è preso qualche rischio e spavento, ma ha portato a compimento il proprio obiettivo inseguito nell’arco del weekend.

Oggi è stato incredibile, quando è caduta la pioggia ci siamo spaventati, perché tutto il lavoro che avevamo fatto era divenuto inutile e poi siamo partiti con un assetto fatto alla cieca. Ho fatto un errore alla prima curva e sono rimasto molto indietro, quindi penso di aver fatto una grande gara fino a conquistare il terzo posto! Stavo per provare a passare Dovizioso quando è caduto e poi per qualche giro, ho pensato di acchiappare anche Pedrosa, ma con gomme da bagnato su una pista che si stava asciugando era un po’ troppo, così ho deciso di non rischiare“.



Probabilmente tutto per Valentino Rossi è cominciato, in materia di gag che poi hanno fatto scuola e storia, dal “Pollo Osvaldo”. Era il 1998, e 11 anni più tardi si ritrova con nove titoli mondiali in bacheca nel Motomondiale, 7 nella classe regina (6 nell’era MotoGP), uno ciascuno in 250 e 125. Costruendo questa leggenda, Valentino è tornato nei festeggiamenti per la conquista del mondiale 2009 a parlar di volatili. Il “Pollo”, quello che sbagliava nelle prime gare della stagione 1998 della 250cc, è diventato una “Gallina”. Vecchia, che non fa buon brodo, ma ancora uova. Qualcosa come 9 mondiali, 103 vittorie (77 in MotoGP, 14 in 250cc, 12 nella 125cc senza scordarci della 8 ore di Suzuka 2001), potendo battere quasi tutti i record possibili ed immaginabili.

Si è inventato di anno in anno, restando sempre lo stesso. Ha battuto gli avversari che si è trovato davanti fino ad incontrare, in questa stagione, la sfida inedita, quella con il compagno di squadra. Nei “Fantastici 4″ di quest’ultimo biennio c’è solo Valentino che si è portato a casa titoli mondiali, legittimati dalla forza degli avversari (che sono lì) per i campionati più difficili della propria carriera.

Questa gara è stata sofferta come questo mondiale“, ha detto Valentino Rossi nel parco chiuso dopo il terzo posto di Sepang. “Difficile, con qualche errore, ma adesso sono nove titoli mondiali. Devo ringraziare tutto il team, i miei tifosi, la Yamaha, chi mi è stato vicino”.

Per finire, un avviso anche per il futuro. “E’ sempre un piacere correre e vincere con loro“, riferendosi alla Yamaha, ma anche a sè stesso. Quando sarà la prossima festa?

SEPANG: LA GARA




MotoGP Sepang Gara: vince Stoner, Rossi Campione

Vince Casey Stoner, Jorge Lorenzo dimostra di poter passare sopra i problemi, ma soprattutto in questa giornata a Sepang Valentino Rossi conquista il suo nono titolo mondiale. In una gara bagnata dalla pioggia, posticipata per un vero e proprio monsone a mezz’ora dal via, Rossi è riuscito a centrare l’obiettivo prefissato per questo evento, chiudendo al terzo posto tenendosi alle spalle il suo diretto e unico rivale, Lorenzo. La gara di Valentino non è stata priva di emozioni: una brutta partenza (solo 9° al termine del primo giro), un inizio di gara dove ha avuto qualche problema di troppo nel cercare il giusto ritmo per passare e staccare il proprio compagno di squadra, costretto a partire dal fondo della griglia per un problema alla propria moto nel giro di formazione in griglia.

Con una fantastica ultima parte di gara Valentino Rossi si è portato sul podio, portando a 9 il numero di titoli mondiali conquistati, 7 nella classe regina, 6 nell’era MotoGP, il quarto con Yamaha. L’ultimo evento di Valencia sarà così soltanto un’esibizione per un mondiale che celebra ancora Valentino, ancora il più forte e ancora campione.

A lui il titolo, a Jorge Lorenzo un plauso per esser riuscito ad insidiarlo (e più volte batterlo) in una stagione davvero sorprendente e del grande “rammarico”, causa i quattro “zero” che hanno penalizzato la sua rincorsa al titolo. Ci riproverà l’anno prossimo insieme a Casey Stoner, oggi dominatore, verrebbe da dire “umiliando” gli avversari con un ritmo inizialmente migliore di 1″ rispetto a chiunque. La seconda vittoria consecutiva lo porta anche relativamente vicino (25 punti) al piazzamento di “runner-up” della stagione, totalizzando più punti di tutti dal suo rientro con due vittorie ed un secondo posto: che peccato quella sosta estiva.

Sul podio anche Dani Pedrosa, unico a tener la Honda tra le moto protagoniste della top class complice l’errore di Andrea Dovizioso, scivolato a sette giri dalla bandiera a scacchi per un proprio errore. Si confermano protagonisti di questo genere di gare anche Nicky Hayden e Chris Vermeulen, alle spalle dei ben noti “Fantastici 4″, con Marco Melandri ottavo e Loris Capirossi alle sue spalle dopo una partenza da protagonista: dodicesimo Alex De Angelis. Adesso Valencia, non prima di celebrare Valentino Rossi, ancora una volta, Campione del Mondo.

Cronaca di Gara

Partenza posticipata alle 8 e 35 locali per un diluvio arrivato a mezz’ora dal via, ma non è il solo colpo di scena del pre-gara: Jorge Lorenzo ha un problema alla propria moto e, rientrando ai box, non può più schierarsi in griglia per l’accensione del semaforo rosso. Costretto a partire ultimo il pilota spagnolo sembra aver ormai abbandonato le residue speranze di tenere aperte le proprie possibilità di riaggancio in classifica di campionato.

Al vero via della corsa Pedrosa parte bene, Rossi prova a passarlo all’esterno ma questo lo porta fuori traiettoria ritrovandosi soltanto in ottava posizione con alle sue spalle… Jorge Lorenzo! “Porfuera” è scatenato al primo giro, riesce a passare il suo compagno di squadra e anche Marco Melandri, continuando la rincorsa per tenere aperto un campionato che pochi minuti or sono sembrava andato definitivamente in archivio.

Davanti a tutti c’è invece Casey Stoner, che ha passato Dani Pedrosa con a seguire Dovizioso, Elias, Capirossi, Hayden e, per l’appunto, Lorenzo. Cade Randy De Puniet dopo un violento high-side, le telecamere non inquadrano più il leader Stoner che è andato in fuga, bensì la lotta per l’ottava posizione con Lorenzo, Rossi e Melandri in un fazzoletto. Questo trio viaggia più veloce dei piloti davanti, ovvero di Capirossi e Hayden, specialmente Jorge Lorenzo che ha più margine per passarli e lanciarsi all’inseguimento di Elias per la quarta posizione. Il sorpasso arriverà nel corso del sesto giro, imitato sul momento anche da Rossi: insieme, poco appassionatamente, sono adesso prossimi al raggiungere la coppia HRC composta da Pedrosa e Dovizioso.

Prima di pensare agli altri Valentino Rossi vuole concentrarsi esclusivamente su Jorge Lorenzo, arrivando al sorpasso al 7° giro e riuscendo, con qualche rischio di troppo, a mettere un paio di decimi tra sè ed il suo compagno di squadra. Si arriva verso la fine ed il “quasi” nove volte iridato è il più veloce in pista, recupera sulle Honda di Pedrosa e Dovizioso. Quest’ultimo commette però un errore, vola a terra rovinando l’ennesima potenziale buona prestazione personale e del team ufficiale Honda.

Valentino sale così sul podio e prova a prendere anche Dani Pedrosa, ma non ci riuscirà, accontentandosi così di un terzo posto che vale il nono titolo mondiale. Alle sue spalle Jorge Lorenzo e due “specialisti” di queste condizioni, Nicky Hayden e Chris Vermeulen, con il prossimo appuntamento in programma tra due settimane a Valencia con già Valentino Rossi Campione del Mondo 2009.

MotoGP World Championship 2009
Sepang, Classifica Gara

01- Casey Stoner - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - 21 giri in 47′24.834
02- Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 14.666
03- Valentino Rossi - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 19.385
04- Jorge Lorenzo - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 25.850
05- Nicky Hayden - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 38.705
06- Chris Vermeulen - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 41.061
07- Toni Elias - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 48.555
08- Marco Melandri - Hayate Racing Team - Kawasaki ZX-RR - + 55.557
09- Loris Capirossi - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1′00.303
10- Mika Kallio - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1′00.440
11- Aleix Espargaro - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1′01.655
12- Alex De Angelis - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1′01.847
13- Colin Edwards - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 1′10.778
14- Gabor Talmacsi - Scot Racing Team MotoGP - Honda RC212V - + 1′15.851
15- James Toseland - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 1′50.672

Alessio Piana

VALENTINO ROSSI CAMPIONE DEL MONDO MOTOGP 2009


WORLD CHAMPION 2009
Gallina vecchia fa buon brodo?
...col cavolo!
9 "uovo" mondiale

sabato 24 ottobre 2009

BREDDERS CROWN 2009, CHE LO SPETTACOLO ABBIA INIZIO


Ci siamo, poco meno di ventiquattro ore per vedere all'opera i migliori giovani d'America, in un'edizione che promette di divenire fra le migliori mai viste.
Non sarà facile succedere a calibri come Sugarcane Hanover (vincitore nel 1986), Mack Lobell (1987), Pine Chip (1993), Muscle Yankee (1998) e Yankee Slide (2004), ma il dominatore dell'intera stagione Nord-Americana, Muscle Hill, si sente pronto per l'ennesima prodezza.
Le undici vittorie consecutive dell'anno solare, comprese Hambletonian, Kentucky Futurity, Canadian Trotting Classic e American-National, saranno il biglietto di presentazione per il figlio di Muscle Yankee in quella che potrebbe essere l'ultima apparizione in pista.
Brian Sears, come sempre, nutre un'immensa fiducia nel suo allievo ma anche le perplessità che ogni corsa mette davanti: "I just hope everything works out, i hope the track agrees with him. When you’re shipping around all over the place, you have concerns. I have a lot of concerns. I definitely want to end on a good note. Hopefully, everything goes smoothly because it’s been an amazing year".
Nelle dichiarazioni di Sears, vincitore di ben 17 titoli nella Breeders, c'è anche spazio per le emozioni, quelle che verrano fuori quando tutto sarà finito, quando scenderà per l'ultima volta da un cavallo che, a detta di Brian, è stato sorprendente, e detto da uno come lui è tutto dire: "I’ll be very delighted when it’s over, but there’s no question about the fact that I am going to miss him. He’s been such a great horse for me to drive and it’s an honor to be a part of this, to be associated with a horse that will be in the record books like he will be. He’s a really amazing horse".
L'impegno di Muscle Hill e Brian Sears potrebbe raccogliere, oltre alla vittoria di questa edizione delle Breeders, anche la corona di trottatore dell'anno, ma Brian non ne vuole parlare, per il momento: "I never like to get cocky or overconfident. I just want to get the job done. - ha ribadito Sears - Then we can talk all we want".
Ma non sarà solo Muscle Hill a catalizzare la grande giornata di corse, anche se sarà la stella numero uno.
Nel Filly riservato ai tre anni ci sarà spazio e tempo per raccontare le gesta di Elusive Desire, prim'attrice nelle eliminatorie (1:55.1), contro quella Margarita Momma che ha dato spettacolo nella seconda batteria con il tempo di 1:54.1
Nel confrontro tra i puledri di due anni riflettori puntati su due stelle in divenire: Fashion Feline e Lucky Chucky.
La femmina da Broadway Hall, che sarà guidata da Brian Sears, dovrà fare i conti con una certa Christiana Hanover (Andover Hall - Cr Calendar Girl) vincitrice della seconda batteria, in cui era presente anche l'allieva di Sears. La sensazione e che Christiana arrivi a questo appuntamento molto più fresca della rivale, ma è anche vero che la classe finora dimostrata da Fashion Feline potrebbe sopperire ad una stagione che l'ha vista protagonista in ben undici occasioni, di cui sette vincenti. Un occhio particolare per entrambe dovrà essere rivolto all'altra femmina terribile Poof Shes Gone (Kadabra-Travelin Superlite), autrice di un assolo nella prima batteria e mia personalissima favorita per la finale. Nelle sapienti mani di Miller saranno riposte le speranze di Richard Norman, allenatore della figlia di Kadabra.
Tra i maschi, invece, potrebbe consumarsi l'ennesimo crack americano, vista l'adesione di Lucky Chucky.
Del maschio da Windsongs Legacy ne avevo già parlato ampiamente qui, raccontando le gesta di un autentico fuoriclasse giunto all'ottavo successo, su nove uscite, nel 2009. Il tempo conseguito nell'eliminatoria ha aggiunto sale a quella che sarà la finalissima: 1:55.1. Devastante la prestazione dell'allievo di John Campbell, che si è tolto la soddisfazione di frantumare il precedente record (1:56) di Donato Hanover (ottobre 2006) e Majestic Son (novembre 2005).
Ora basta chiacchere, ancora una notte e poi sarà Bredders Crown edizione 2009.
Luci accese e macchina in movimento e che lo spettacolo cominci.
Il programma completo di giornata.

SEPANG: LE QUALIFICHE



MotoGP Sepang Qualifiche: Valentino Rossi prenota il titolo

Oggi la settima pole stagionale e 58° in carriera: domani il nono titolo? Non sarà una pura e semplice formalità per Valentino Rossi, che nelle qualifiche con un giro secco, veloce, irraggiungibile ha comunque rifilato mezzo secondo a tutti. Mezzo secondo soprattutto a Jorge Lorenzo, che dovrà davvero auspicare a miracoli per provare a rinviare l’archiviazione della pratica iridata a Valencia, sebbene sul passo, per quanto mostrato nei vari turni di prove, non è poi messo così male (anzi).

La doppietta in griglia di partenza del team Fiat Yamaha preannuncia così il duello che tutti volevano per Sepang: Valentino Rossi contro Jorge Lorenzo, l’uno contro l’altro senza quell’alternanza di valori in campo espressi nelle ultime due gare. Apparentemente vicini, decisamente motivati per centrare i propri obiettivi: Jorge Lorenzo per provare a giocarsi le residue chance a Valencia, Rossi per dare un seguito ai già preannunciati festeggiamenti secondo la tematica della “nona sinfonia“.

Si ritroveranno affiancati in prima fila da Dani Pedrosa, che ha concretizzato un bel passo in avanti rispetto a ieri mentre le altre Honda (ottimo Toni Elias, 6°, a parte) sono naufragate in fondo con addirittura Andrea Dovizioso 11°, preceduto anche da Alex De Angelis. Solito bilancio altalenante in Honda che sembra rispecchiare l’eterna situazione in Ducati dove c’è Casey Stoner che fa selezione rispetto agli altri. Poteva anche far meglio del quarto tempo senza un errore all’ultimo tentativo, con visibile rabbia espressa quando ha compreso che il proprio attacco alla pole era fallito.

E’ riuscito invece a portarsi in seconda fila Loris Capirossi, quinto e salvezza di una Suzuki che a Phillip Island sembrava affondare preannunciando addirittura ipotesi di ritiro (verosimili?) anticipato. Le altre buone note arrivano dai progressi di Aleix Espargaro, che segue (nel senso letterale del termine) in pista ed in classifica il compagno di squadra Kallio: 12° il finlandese, 13° lo spagnolo, 4 decimi tra i due con quella lotta interna che auspicavano in Ducati Pramac per dar fondo al talento di entrambi.

Può far poco invece Marco Melandri, 15° con la Kawasaki alla penultima gara in MotoGP, con l’unica soddisfazione arrivata dall’aver preceduto James Toseland e Gabor Talmacsi, i quali hanno accusato distacchi abissali dal vertice, addirittura 3″.

MotoGP World Championship 2009
Sepang, Classifica Qualifiche

01- Valentino Rossi - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - 2′00.518
02- Jorge Lorenzo - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.569
03- Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.736
04- Casey Stoner - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 0.937
05- Loris Capirossi - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.198
06- Toni Elias - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1.400
07- Nicky Hayden - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.462
08- Randy De Puniet - LCR Honda MotoGP - Honda RC212V - + 1.580
09- Colin Edwards - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 1.677
10- Alex De Angelis - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1.756
11- Andrea Dovizioso - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 1.844
12- Mika Kallio - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.917
13- Aleix Espargaro - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 2.341
14- Chris Vermeulen - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 2.514
15- Marco Melandri - Hayate Racing Team - Kawasaki ZX-RR - + 2.570
16- James Toseland - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 3.010
17- Gabor Talmacsi - Scot Racing Team MotoGP - Honda RC212V - + 3.356

Alessio Piana

SEPANG: LE LIBERE



MotoGP Sepang Prove Libere 2: Pedrosa davanti a Rossi

Chi cerca il tempo sul giro, chi no. Chi monta le morbide, chi lavora esclusivamente in configurazione gara. Il risultato a Sepang nell’ultimo turno di prove è, sostanzialmente, un grande equilibrio, con Dani Pedrosa che lavora un pò a tutto tondo ritrovandosi al comando. Un tempo, il 2′01″427, piazzato a metà sessione in un stint parecchio veloce, mostrandosi costante in ogni settore ed in ogni condizione. Lo spagnolo ieri l’aveva detto che, risolvendo un paio di problemi di stabilità all’anteriore in staccata (anche se, visibilmente, così non è sembrato…), si sarebbe trovato davanti: in questa sessione il gap di mezzo secondo pare ricucito, proponendosi inevitabilmente tra i potenziali uomini da pole position.

Il grande equilibrio in prospettiva qualifica è confermato dal vantaggio sugli inseguitori: 19/1000 su Valentino Rossi, 58 su Casey Stoner. Quarto è Jorge Lorenzo a quasi 4/10, l’unico dei “Fantastici 4″ a non aver montato nel morbide nel run finale preferendo concentrarsi sul passo in configurazione/condizione gara. Probabilmente con ragione, certamente con buoni riscontri.

Se il poker di testa lotterà per podio e vittoria, gli altri cercano i piazzamenti con distacchi sempre molto “importanti”: Andrea Dovizioso si porta al quinto posto, ma è a 6/10, in bagarre continua con contendenti quali Elias in cerca di una Moto (meglio “GP” che “2″), Hayden in risalita, Edwards in conferma e Kallio nella top ten giusto davanti a Loris Capirossi con una Suzuki dal rendimento altalenante.

Da verificare in qualifica il passo indietro di Alex De Angelis, 13°, sopra i 2″ di svantaggio Aleix Espargaro, 14° limando un secondino rispetto a ieri tenendosi dietro Melandri, Toseland e Talmacsi. Per il momento va bene così, in un circuito dove riuscì a ottenere un posto in prima fila nella 250cc.

MotoGP World Championship 2009
Sepang, Classifica Prove Libere 2

01- Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - Honda RC212V - 2′01.427
02- Valentino Rossi - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.019
03- Casey Stoner - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 0.058
04- Jorge Lorenzo - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.377
05- Andrea Dovizioso - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.649
06- Toni Elias - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 0.754
07- Nicky Hayden - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 0.989
08- Colin Edwards - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 0.998
09- Mika Kallio - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.180
10- Loris Capirossi - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.398
11- Randy De Puniet - LCR Honda MotoGP - Honda RC212V - + 1.566
12- Chris Vermeulen - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.754
13- Alex De Angelis - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1.793
14- Aleix Espargaro - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 2.031
15- Marco Melandri - Hayate Racing Team - Kawasaki ZX-RR - + 2.305
16- James Toseland - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 2.651
17- Gabor Talmacsi - Scot Racing Team MotoGP - Honda RC212V - + 3.065

Alessio Piana

mercoledì 21 ottobre 2009

BUONI E CATTIVI

Osserviamo, con un esempio concreto, come il decadimento sportivo s’accompagna a quello sociale, intaccando la civiltà stessa di un Paese. Ho l'impressione che molti italiani non sanno molto di quanto accade negli stadi, o hanno le idee confuse. Ciò lo si deve al fatto che il racconto che ci viene propinato dai mezzi d’informazione e dal governo del pallone nasconda la realtà sostituendola con una favola, quella dei buoni e dei cattivi.
Finita, con la giusta punizione (recidività) inflitta alla società Juventus, la presa di posizione dei perbenisti nei confronti dei cori razzisti ai danni di Mario Balotelli, si è voluto far finta che gli altri tifosi da stadio non fossero “parenti” di quelli che vergognosamente attaccarono il ragazzo di colore degli indossatori di scudetti altrui, piegando la storia alla bugia per inventare un calcio diverso, battezzandone i comportamenti. Da una parte i cattivi, pochi, dall’altra i loro “nemici”, tanti e tutti buoni.
Il depistaggio è un fatto incontrovertibile, consultabile nelle pagine dei quotidiani ed udibile dalle (non) parole dei comodamente seduti nelle poltrone che contano. Striscioni, canti e cori vengono fatti passare come una rubrica televisiva, l'enormità delle colpe serve a farle sembrare impossibili.
Non leggete quel che segue, se cercate la "verità", perché non la conosco.

NOBEL PER LA PACE / 2

Quarantaquattresimo attacco americano in Pakistan. Il secondo dopo che Obama ha ritirato il nobel per la pace. Quattro i morti.

lunedì 19 ottobre 2009

NON CONOSCERE LA STORIA


Di quello che era accaduto in occasione di Fiorentina-Liverpool (seconda giornata di Champions League) avevo preferito non occuparmene; un gemellaggio dove si inneggia all'amicizia e alla fratellanza tra due culture sportive completamente diverse è segno, per chi non conosce la storia, di civiltà e intelligenza.
Gli strascichi a seguito di tanto amore, da parte dei tifosi juventini (e non solo), sono stati inevitabili. Difficile non ricordare cosa accadde il 29 maggio del 1985, questa volta si per chi conosce la storia, in quella che fu definita la "coppa insaguinata".
Semplice, invece, capire perché, da juventini e non, a distanza di vent'anni esatti da quel 29 maggio, i veri "tifosi" del Liverpool (io che presenziai a Bruxelles vidi dei delinquenti assassini che nulla avevano a che vedere con lo sport chiamato calcio) si strinsero in un minuto di silenzio chiedendo pubblicamente scusa ai tifosi bianconeri con la scritta "Amicizia" (foto allegata).
E' vero che una scritta non potrà mai cancellare 39 vittime innocenti, è vero che l'unione dei colori appartenenti alle due società in una sciarpa non potrà alleviare il dolore di chi ha pianto, e piangerà per sempre, i propri cari, ma è altrettanto vero che la civiltà e l'intelligenza delle persone è riuscita a sfondare quel muro che ci ha tenuti, a torto o ragione, distanti e nemici per ben quattro lustri. Quel martedi 5 aprile del 29 maggio 2005 non nacque un gemellaggio, ma la voglia di dire al mondo che lo sport e i suoi tifosi sono ben altra cosa rispetto all'inciviltà.

domenica 18 ottobre 2009

PHILLIP ISLAND: LA GARA



MotoGP Phillip Island Gara: Stoner vince, Rossi quasi campione

Sostanzialmente la corsa si è decisa in 400 metri, ma Casey Stoner con la sua guida, determinazione e velocità ritrovata ha legittimato i 27 giri in programma per la corsa di Phillip Island. Torna al successo, il terzo consecutivo in Australia, il Campione del Mondo 2007, spezzando il digiuno di sei gare (tre delle quali non disputate) e lasciandosi alle spalle fantasmi, incubi, paure e tante dicerie (ingiustificate) sul suo conto di un’estate da dimenticare.
La festa australiana è anche quella di Valentino Rossi, battuto sì, secondo sul traguardo, ma ormai verso il nono titolo iridato, complice il botto al primo giro di Jorge Lorenzo. Ingresso della prima curva dopo lo spegnimento del semaforo: Nicky Hayden è davanti alla Yamaha #99, pinza sul freno, Lorenzo lo travolge. Il replay chiarisce e non chiarisce: il Ducatista ha frenato in leggero anticipo (vedendo gli altri piloti viene il legittimo sospetto), o Lorenzo ha sbagliato? Di certo era nel posto sbagliato, al momento sbagliato, in un weekend sbagliato.
La classifica, per l’andamento complessivo di tutto il campionato, può definirsi giusta: Rossi ha 38 punti di margine su 50 ancora in gioco e tra 7 giorni può vincere il nono mondiale in anticipo, senza dover tornare a Valencia con l’incubo di quanto accaduto nel 2006. Sarà il mondiale, l’ennesimo, di Valentino, ma quello del rimpianto per Jorge Lorenzo, che in 4 battute d’arresto (Jerez, Donington, Brno e oggi) ha vanificato fondamentali occasioni di giocarsela senza dover aspettare.
Fuori da questi giochi, senza tanto clamore, c’è poi Dani Pedrosa che conclude in terza posizione, l’ennesimo podio stagionale, impossibilitato a lottare con i fuggitivi là davanti. Scavalcato proprio da Stoner al terzo posto in classifica generale (tra i due adesso 6 punti a favore dell’australiano), il pilota catalano porta punti utili alla Honda che piazza anche Alex De Angelis al quarto posto, meritevole di restare in MotoGP il prossimo anno con questa possibilità che potrebbe “sbloccarsi” tra 7 giorni in Malesia (è in trattativa con il team Scot). Piazzamento nella top 5 per Colin Edwards davanti ad Andrea Dovizioso, dietro tutti gli altri con Marco Melandri combattivo tra i primi 10 (addirittura 7°!) e le Suzuki in fondo al gruppo con Capirossi e Vermeulen in bagarre con Talmacsi, nonostante, nel caso dell’imolese, un motore “fresco”. Si aspetta Bautista, si aspetta una svolta, subito.

Cronaca di Gara

Colpo di scena alla prima curva: Pedrosa è in testa, Stoner e Rossi a seguire, Hayden parte bene ma si tocca con Lorenzo, tutti e due fuori gioco e, probabilmente, finiscono qui i veri giochi per il campionato. Che colpo per Jorge Lorenzo, impossibilitato a ripartire, eliminato dopo 400 metri con ben poche speranze di poter ancora impensierire Rossi per la classifica. La corsa prosegue e Stoner è determinatissimo, prende il comando su Pedrosa poco più tardi passato anche da Valentino Rossi, proponendo così l’atteso duello del weekend. Dietro il terzetto di testa resiste Alex De Angelis, che ha lasciato a 3″ il gruppone degli inseguitori dove si notano Elias, Edwards, Kallio, De Puniet, Dovizioso, Melandri e Toseland, quest’ultimo costretto ad un “ride through” per partenza anticipata.
Da questo momento non si evidenziano più sorpassi significativi, come da trend della MotoGP di quest’ultimi tempi. La gara, paradossalmente, risulta più bella: Stoner e Rossi in coppia viaggiano su ritmi impensabili per chiunque, studiandosi sul ritmo dell’1′30″ alto con una tensione che si avverte nell’aria e ai box di Ducati e Fiat Yamaha.
Dietro c’è poco in gioco, con Dani Pedrosa saldamente in terza posizione, Alex De Angelis a seguire, Colin Edwards quinto con l’unica bagarre tra Dovizioso, De Puniet, Kallio e Melandri per la sesta piazza, mentre la regia decide impietosa di indugiare sulla disfatta Suzuki, con Vermeulen e Capirossi in lotta con Talmacsi per non esser… ultimi.
Finisce così la gara senza più alcuna emozione: torna al successo Casey Stoner, Rossi è quasi campione, Pedrosa sul podio e Lorenzo in infermeria. Appuntamento a Sepang.

Alessio Piana

sabato 17 ottobre 2009

OBAMA NON VUOLE IRRITARE L'IRAN

Barack Obama sta ultimando l’ampia revisione della strategia politica e militare americana in Afghanistan, proprio nei giorni in cui il Washington Post ha scoperto che la Casa Bianca, senza dire niente a nessuno, ha inviato tredicimila soldati a Kabul, oltre ai ventunmila con cui aveva già raddoppiato, rispetto all’era Bush, il contingente statunitense. Ora, tra Iraq e Afghanistan, ci sono più soldati americani di quanti ce ne fossero nel momento di massimo sforzo bellico di Bush, un bel problema per chi ha vinto le elezioni promettendo di ritirarsi dall’Iraq e ha appena vinto il Nobel per la Pace. Ma l’Afghanistan non è l’unico problema, c’è soprattutto l’Iran a turbare le giornate del presidente.
La complessa e delicata politica obamiana sull’Iran tarda a produrre risultati concreti e, al contrario dell’Afghanistan, costringe il presidente a dover affrontare un Partito democratico decisamente più falco della Casa Bianca. Il Congresso guidato dai democratici ha votato quasi all’unanimità, con 414 voti favorevoli e solo 6 contrari, l’Iran Sanctions Enabling Act che autorizza le amministrazioni locali e statali a disinvestire dalle società con interessi nel settore energetico iraniano o che fanno affari con l’industria nucleare di Teheran. La legge consente di disinvestire anche da società che producono materiali usati per costruire o riparare le strutture energetiche iraniane e dalle istituzioni finanziarie che concedono crediti superiori ai venti milioni di dollari a chiunque investa nel settore energetico di Teheran. Al Senato un testo molto simile è stato presentato in modo altrettanto bipartisan dal senatore democratico Robert Casey e dal repubblicano Sam Brownback. Quando Obama era senatore aveva presentato una proposta di legge simile, per questo Casey e Brownback gli hanno chiesto di sostenerla.
Il problema è che da quando è presidente, avendo responsabilità diverse e puntando su una politica di apertura diplomatica al regime iraniano, Obama preferisce non compiere passi che potrebbero innervosire gli ayatollah. Al punto che, nel pieno della rivolta popolare della piazza di Teheran per i brogli elettorali alle elezioni presidenziali, il presidente americano è stato il leader occidentale più lento e cauto a schierarsi con i militanti democratici. L’Amministrazione Obama s’è messa nei guai anche con la Russia, a cui ha concesso lo smantellamento dei missili anti iraniani che Bush avrebbe voluto sistemare in Europa orientale, ma in cambio non ha ottenuto il via libera di Mosca, né tantomeno quello della Cina, alle sanzioni internazionali contro l’Iran. Il regime degli ayatollah, intanto, non fa nessun passo indietro e sembra aver trovato il modo, grazie ai recenti colloqui internazionali di Ginevra, di guadagnare ulteriormente tempo.
Un altro colpo alla politica iraniana di Obama è arrivato, ieri mattina, da un’intervista della Nobel per la Pace Shirin Ebadi. L’avvocato iraniano, vincitore sei anni fa del premio, non è un’estremista, non è sospettabile di simpatie bushiane o blairiane, ma è nota per la cautela e la misura dei suoi interventi politici. Al Post, però, ha detto che Obama sta compiendo passi indietro riguardo all’Iran. La Ebadi non è contraria al tentativo americano di trovare un accordo con Teheran, ma ha sottolineato che “Obama ha offerto la mano dell’amicizia a un uomo che ha le mani insanguinate”. Concentrarsi sulle ambizioni nucleari iraniane invece che sulla repressione della libertà e della democrazia, secondo la Ebadi, è un errore tattico e morale: “Se l’occidente punta esclusivamente sulla questione nucleare, Ahmadinejad può dire al popolo che l’occidente è contrario all’interesse nazionale iraniano e quindi può riuscire A coinvolgerlo alla sua causa. Ma se l’occidente facesse pressione anche sulla violazione dei diritti umani, costringerebbe Ahmadinejad a contare su una base popolare giorno dopo giorno sempre più debole”. Ebadi ha detto che per la sicurezza nazionale americana cambiare la natura del regime iraniano è più importante di qualsiasi accordo sul nucleare: “Un governo democratico difficilmente costruirebbe una Bomba, e se lo facesse non costituirebbe un pericolo perché finirebbe nelle mani di un governo che non considera l’America e Israele come nemici”.

PHILLIP ISLAND: LE QUALIFICHE



Sempre stato un maestro delle pole position, Casey Stoner. Doveroso ricordare la sequenza di sette pole di fila dello scorso anno da Barcellona a Misano Adriatico, naturale pensare al suo talento naturale nel dare il massimo sin dal primo giro. Questa sua particolare dote non è riuscita a metterla in pratica in questa stagione, almeno fino ad oggi, dove ha fermato un lungo digiuno di 10 gare senza pole position. C’è voluta Phillip Island per portare a due il computo di pole stagionali, la seconda dopo quella inaugurale del campionato a Losail, questa volta combattuta e con poco margine sul suo più diretto inseguitore.
Stoner, alla 21° partenza davanti a tutti in carriera (17 delle quali in MotoGP), ha battuto Valentino Rossi prima di soli 5/1000 complice il crono di 1′30″386, ulteriormente ribassato in 1′30″341 nell’ultimo tentativo dove è riuscito a portare il proprio vantaggio a 50 centesimi di secondo. Bella soddisfazione per il Campione del Mondo 2007, anche per Valentino che spera di battere domani il #27 per assicurarsi margine per il campionato. Un’occasione d’oro per lui, visti i problemi di Jorge Lorenzo, per la prima volta escluso dalla prima fila quest’anno con il quarto tempo, battuto di 1 misero millesimo (!) da Pedrosa, scivolato senza conseguenze a metà sessione.
Jorge Lorenzo ha sostanzialmente mezzo secondo di passo da ritrovare su Rossi, per provare a tener vivo il campionato, per cercare la rimonta in una stagione che vive, specialmente all’interno del box Fiat Yamaha, di continui stravolgimenti sui valori in campo. Secondo copione invece il quinto tempo di Colin Edwards, giusto davanti ad Alex De Angelis (scivolato anche lui) e Nicky Hayden, mentre per trovare la seconda Honda ufficiale di Andrea Dovizioso bisogna andare fino al decimo posto.
Fuori dalla top ten anche Marco Melandri, 14°, nel mezzo delle due Suzuki “laboratorio” (difficile dare un’altra definizione) di Loris Capirossi e Chris Vermeulen, con distacchi intorno ai 2″ dalla vetta. Troppi, specialmente per l’australiano che a Phillip Island è sempre stato fenomenale, ormai proiettato al ritorno in Superbike nel 2010.

MotoGP World Championship 2009
Phillip Island, Classifica Qualifiche

01- Casey Stoner - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - 1′30.341
02- Valentino Rossi - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.050
03- Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.729
04- Jorge Lorenzo - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.730
05- Colin Edwards - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 0.755
06- Alex De Angelis - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 0.919
07- Nicky Hayden - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 0.984
08- Randy De Puniet - LCR Honda MotoGP - Honda RC212V - + 1.039
09- Mika Kallio - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.043
10- Andrea Dovizioso - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 1.131
11- Toni Elias - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1.299
12- James Toseland - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 1.381
13- Loris Capirossi - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.532
14- Marco Melandri - Hayate Racing Team - Kawasaki ZX-RR - + 1.849
15- Chris Vermeulen - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.997
16- Gabor Talmacsi - Scot Racing Team MotoGP - Honda RC212V - + 2.411

Alessio Piana

PHILLIP ISLAND: LE LIBERE




Il motivo delle ultime gare è chiarissimo: chi ben comincia è a metà dell’opera. Estoril ha rappresentato alla perfezione questo detto tramutato in tematica principale per l’andamento del weekend, che Valentino Rossi spera di confermare a Phillip Island. Miglior tempo nella prima sessione di prove libere, giusto quando Jorge Lorenzo incontra qualche problema e, a cinque minuti dal termine, saggia l’asfalto scivolando alla “Honda Corner” dopo aver perso l’anteriore della sua Yamaha M1. Niente di grave, ma un duro colpo per il morale come dimostrato dal mesto rientro ai box, per un’ora di prove dove mai è parso veloce quanto il suo rivale e compagno di squadra.
Sarà così costretto a inventarsi qualcosa Jorge Lorenzo questo fine settimana per recuperare quel 1″ di svantaggio sul giro “secco” (qualche decimo meno sul passo) da Valentino, provando a scavalcare anche avversari che si sono presentati davanti alla Yamaha #99. E’ il caso di Colin Edwards, quinto con il team Tech 3 in ottima forma (James Toseland è buon settimo nonostante una scivolata), o di Alex De Angelis, quarto in un circuito dove è sempre andato fortissimo.
C’è poi il solito Dani Pedrosa in terza posizione che rifila il canonico secondo di distacco ad Andrea Dovizioso, e non poteva mancare nemmeno Casey Stoner che è l’unico ad aver impensierito Valentino Rossi sulla prestazione assoluta. Giocando in casa ha iniziato nel migliore dei modi con un buon passo velocistico ritrovandosi a 135/1000 da Rossi, con gli altri Ducatisti a oltre 1″5.
Questo è il caso di Mika Kallio, nono e scivolato alla “Honda Corner”, di Nicky Hayden 10° e Niccolò Canepa, ultimo con una brutta caduta all’ingresso della curva 1, punto storicamente difficile in caso di qualsiasi inconveniente di guida. Il giovane genovese è parso dolorante al braccio destro riuscendo così a percorrere solo 16 giri a Phillip Island non potendo approfondire la conoscenza della pista. Altri pensieri per gli altri italiani con Loris Capirossi decimo e Marco Melandri 14°, davanti a Chris Vermeulen e Gabor Talmacsi in penultima posizione.



Ecco il solito Casey Stoner, velocissimo, spettacolare in sella, al limite meccanico e fisico della propria Ducati Desmosedici. Suo il miglior tempo nell’ultima sessione di prove libere in 1′30″626, conseguito poco prima di un’altra costante di Phillip Island in questo periodo: la pioggia. Un acquazzone forte, implacabile, combina guai e rovina lavoro. I piloti rientrano in fretta e furia ai box per poi scender in pista ad un quarto d’ora dalla bandiera a scacchi, prendendo confidenza con queste condizioni che, purtroppo, potrebbero ripresentarsi tra poco nelle qualifiche e domani in gara.
La classifica resta così ferma a 34 minuti dall’avvio dell’ultimo turno di libere, con Stoner leader (ed imprendibile sulla pioggia con 1″ di margine) e Dani Pedrosa inseguitore a 48/1000, molto veloce nella sua lunga militanza in pista con una Honda dal rendimento altalenante nel corso di ogni weekend di gara. Valentino Rossi è terzo, quasi 3/10 dalla vetta, ma soprattutto con mezzo secondo fisso su giro singolo e passo gara di vantaggio nei confronti di Jorge Lorenzo. Risolti i problemi fisici, restano le difficoltà di messa a punto riscontrati ieri, tanto che pesano gli 8/10 dalla vetta e lo svantaggio dal proprio compagno di squadra.
Dietro i “Fantastici 4″ ci sono poi piloti da seguire nel weekend con particolare attenzione come Alex De Angelis, quinto confermandosi velocissimo a Phillip Island, giusto davanti a Mika Kallio, Andrea Dovizioso (1″5 da Pedrosa..), Toni Elias e lo sfortunatissimo Marco Melandri dolorante alla mano sinistra. La ragione? Un gabbiano ha impattato sul cupolino della propria Kawasaki proprio quando stava iniziando a piovere: a 300 orari non è proprio il massimo, sebbene sia quasi un dazio per tutti i piloti nella propria esperienza a Phillip Island.
Fuori dalla top ten invece Loris Capirossi, undicesimo e primo a scender in pista sul bagnato, ultimo a sorpresa Colin Edwards in gravissima difficoltà in questa sessione per problemi inspiegabili. Non ha girato Niccolò Canepa, che per il volo di ieri ha concluso anzitempo il weekend, lasciando lo schieramento della MotoGP con soli 16 piloti.