..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 30 aprile 2014

WE ARE ONE

La notizia è arrivata durante la notte: "Los Angeles Clippers owner Donald Sterling has been banned for life from the NBA".
A Los Angeles, sito principalmente interessato alla vicenda, così come in ogni angolo del Paese, la decisione di escludere a vita Donald Sterling dalla NBA è stata accolta da un tripudio di "We are one"!
Sui Social Network, sopra le magliette, sugli striscioni presenti all'interno delle arene. Personaggi pubblici e non hanno abbracciato idealmente Magic Johnson, e su Twitter i messaggi di vicinanza alla ex stella dei Los Angeles Lakers sono giunti copiosi.
Con questa decisione senza precedenti, Adam Silver supera a pieni voti il suo primo grande esame da Commissioner. Il numero uno della Nba s'è fatto attendere un quarto d'ora all'attesissima conferenza stampa andata in scena all'Hilton di New York. Ma nel momento in cui ha preso la parola l'inflessibilità ha avuto il sopravvento: "Personalmente sono scandalizzato dalle parole offensive e oltraggiose di Donald Sterling che pronunciate da un proprietario Nba fanno ancora più male. Abbiamo concluso la nostra indagine lunedì sera e abbiamo concluso che la voce sulla registrazione che oramai tutti conoscono sia proprio quella di Sterling. Ho deciso per la squalifica a vita di Donal Sterling, il quale verrà anche multato di 2.5 milioni di dollari, il massimo per le norme Nba. Non potrà avere contatti con la squadra, presentarsi alle partite o presenziare gli allenamenti. E non potrà prendere nessuna decisione che riguardi la franchigia. Inoltre ho chiesto ai proprietari Nba di avviare una mozione per costringere Donal Sterling a vendere il suo club. Ci sarà bisogno del 75% dei voti dei proprietari ma credo che lo otterremo".
Passata in qualche modo la bufera che ha coinvolto indirettamente anche il Presidente Obama, torniamo a parlare di Basket e di quello che la notte ci ha offerto.

martedì 29 aprile 2014

LEBRON PORTA GLI HEAT IN SEMIFINALE, L'EQUILIBRIO DOMINA LE ALTRE SFIDE

Che Miami fosse sulla strada giusta lo si era intravisto in gara-3. Nella bolgia della Time Warner Cable Arena i ragazzi di Spoelstra erano usciti vincitori abbastanza agevolmente, nonostante un primo quarto che aveva visto i padroni di casa con il sangue agli occhi. Il trentello messo a segno da LeBron faceva in qualche modo da preludio a quello che sarebbe potuto accadere in gara-4. Detto fatto.
Altro trentello del #6 e tutti a casa. Per carità, i Bobcats nel primo tempo hanno dato tutto quello che avevano per tenere testa ai campioni in carica, ma nel terzo quarto sono uscite quelle caratteristiche che hanno fatto la differenza. E soprattutto è salito in cattedra il più forte, quello che quando decide di cambiare marcia non lo ferma più nessuno. Nei penultimi dodici minuti LeBron ha scavato quel solco divenuto con il passare dei minuti incolmabile per i padroni di casa: 9 punti, 6 assist e 2 rimbalzi.
Ora Miami siederà comodamente sul divano aspettando la vincente tra Toronto e Brooklyn.
Ad Indianapolis andava in scena una delle sfide più incerte dell'intero programma di Play-Off.
Pacers ed Hawks hanno dato vita ad una gara-5 di notevole intensità, e alla fine, contro ogni pronostico, hanno avuto la meglio gli uomini di Mike Budenholzer.
Dopo un primo quarto dove ha regnato l'equilibrio, i secondi dodici minuti hanno regalato l'imponderabile: 41-19 per Atlanta.
I 13 punti di Shelvin Mack e i 17 di Mike Scott con un mirabolante 5 su 5 dall'arco hanno spezzato in due il match, senza dare più la possibilità ai padroni di casa di rientrare in partita.
Il 57-46 degli ultimi due tempi non è bastato a George e compagni per recuperare il gap.
Partita indubbiamente strana, dove Indiana s'è aggiudicata tre tempi su quattro ma che al fischio finale della sirena non sono bastati per avere la meglio su Atlanta.
La Regular Season aveva evidenziato le difficoltà che la miglior franchigia della stagione aveva trovato contro Paul Millsap e compagni, e questa serie di Play-Off lo sta confermando a pieno.
Sul 3-2 Hawks si torna ad Atlanta, nella notte del 2 maggio. La mia sensazione è che Indiana abbia ancora la possibilità di tornare alla Bankers Life Fieldhouse per giocarsi tutto in gara-7, a patto che alla Philips Arena gli uomini di Vogel si ricordino di cosa sono stati capaci di fare per tutta la stagione.

OBJECTIVE

Sarà anche un caso, una coincidenza, sarà che il fato e le stelle abbiano deciso di guardarci con maggiore benevolenza, ma dal momento che sono rientrati in squadra ed in campo Ramsey ed Ozil le abbiamo vinte tutte. Objective.
Stamane in casa Arsenal si festeggia.
Festeggiamo il diciannovesimo anno consecutivo davanti agli Spurs; non vi passa davvero più. Festeggiamo tre punti fondamentali per la conquista dell'ultimo posto utile per la partecipazione alla prossima Champions League.
Festeggiamo i quattro punti di vantaggio a due giornate dalla fine sui Toffees.
Festeggiamo il ritorno al goal di Mesut Ozil. Festeggiamo soprattutto una prestazione di enorme qualità.
Che il Newcastle non fosse avversario all'altezza in questo momento della stagione l'avevo anticipato nell'editoriale di ieri, ma questo non deve distogliere l'attenzione da quanto siamo stati in grado di offrire nei novanta minuti disputati ieri sera.
La concentrazione messa in campo c'ha permesso di non andare mai in sofferenza, c'ha garantito un gioco fluido, c'ha concesso grandi giocate e segnature di alto livello.
Qualche settimana fa scrivevo di come le assenze patite nel momento clou della stagione abbiano tagliato le gambe, siano state determinanti per estrometterci dalla lotta al titolo, ed in qualche modo non abbiano permesso di giocarci ad armi pari l'ottavo di finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Objective.
Le giocate di Ozil, quelle di Ramsey, la possibilità di farli uscire contemporaneamente ad un quarto d'ora dalla fine sostituendoli con Rosicky e Flamini evidenziano come in questa stagione, con una maggiore dose di fortuna ed uno staff medico all'altezza, si sarebbe potuto ambire a qualcosa di più grande.
Ma nel girare pagina siamo maestri, ed i risultati ottenuti nelle ultime settimane stanno li a testimoniarlo.
Siamo stati bravi a non piangerci addosso, siamo stati coerenti nel non cercare negli altri le colpe di qualcosa che è accaduto al nostro interno, siamo stati squadra nel momento in cui ci si doveva tirare su le maniche per non perdere tutto il buono fatto in questa stagione.
A tre partite dal termine (due di Premier + la finale di FA Cup) siamo tornati quelli che dominavano il campionato. Objective.

lunedì 28 aprile 2014

CURRY DISEGNA POESIA, ARIZA E ALDRIDGE TRASCINANO I WIZARD E I TRAIL BLAZERS

Nessuno, e sottolineo nessuno, avrebbe scommesso che questi Play-Off potessero essere così incerti e spettacolari. Non c'è stata una nottata NBA che abbia deluso, non c'è stata una singola gara che abbia allontanato attenzioni ed emozioni fino al fischio finale della sirena.
Nella notte appena passata abbiamo assistito a quattro match autentici. Per dinamismo, per incertezza, per l'adrenalina che questo meraviglioso sport è in grado di regalare.
A Washington si sono aperte le danze, con i Wizard impegnati contro Noah e compagni. Un match spartiacque per entrambe le franchigie, una partita che avrebbe potuto segnare (quasi) definitivamente la serie o offrirle un nuovo finale.
Da una parte è scesa in campo una squadra che in questa stagione ha potuto schierare il meglio della propria rosa, trovandosi in questi Play-Off con la possibilità di rotazioni valide e con il morale a mille. Dall'altra una franchigia ancora orfana della sua stella e con un dinamismo che rispetto a dodici mesi fa è andato a scemare.
Il risultato finale (98-89 per i padroni di casa) è stato principalmente figlio dei primi 6 minuti di gioco, dove uno straordinario Trevor Ariza (30 punti e 8 rimbalzi) ha letteralmente spaccato il match in due, rendendo praticamente impossibile la rimonta dei Bulls. Ci sono stati momenti in cui gli uomini di Thibodeau sarebbero anche potuti rientrare, ma la sensazione di supremazia territoriale da parte dei Wizard in tutti i 48 di gioco non ha lasciato scampo ai finalisti di Conference della passata stagione.
Ora la serie vede Washington avanti per 3-1. A Chicago il 30 aprile si andrà per gara-5.
Ad Oakland andava in scena il match più interessante e sentito della serata. Una partita, una serie, macchiata da quanto sta accadendo al proprietario dei Clippers, reo, secondo alcune intercettazioni telefoniche, di dichiarazioni e comportamenti razzisti, sottolineati nella giornata di ieri anche dal presidente Obama. Ma qui non ci occupiamo né di leggi né tanto meno di giudicare l'operato morale delle persone. Alle sedi competenti il compito di valutare.

TRA LA FA CUP E LA TOP FOUR

Non faccio assolutamente fatica a negare che la finale di FA Cup del 17 maggio è l'obbiettivo che più d'ogni altro spero di raggiungere. Più di un ormai possibile quarto posto in classifica.
Certo, l'essere per il diciannovesimo anno consecutivo tra le "Top Four" d'Inghilterra è un traguardo che rende fieri e orgogliosi di appartenere a questo Club, ma quella Coppa (rigorosamente con la "C" maiuscola) è qualcosa di assolutamente magico, e rendersi conto di poterla alzare per l'undicesima volta nella storia fa accapponare la pelle.
Ma veniamo ad oggi, a questa sera, ad un match che ci vede impegnati a difendere l'ultimo posto Champions.
La sconfitta dei Toffees in quel del St Mary's c'ha indubbiamente agevolato il compito, anzi. Ci offre la concretissima possibilità di volare a +4 sui ragazzi di Martinez e chiudere, a sole due giornate dal termine, ogni qualunque discorso sulla fisionomia finale della classifica.
Visti gli ultimi risultati, vista la forma, accertato che con una rosa disponibile si sarebbe potuto tranquillamente lottare il titolo, il match contro i Magpies non dovrebbe ostacolarci il cammino.
Vincendo, ed è qui che il rammarico per i troppi infortuni sale a galla, ci si posizionerebbe a quota 73 punti, gli stessi conquistati la scorsa stagione ma con ancora due partite da disputare.
Se a questo ci aggiungiamo la possibilità di fare filotto in queste ultime tre di campionato, il risultato finale segnerebbe quota 79. Il miglior nostro punteggio dopo la stagione 2007/2008, in cui collezionammo 83 punti.

domenica 27 aprile 2014

UNA NOTTATA INCREDIBILE

E' stata una nottata incredibile, ho gli occhi pesti ma ne è valsa la pena.
Questi Play-Off 2014 continuano a regalare emozione, divertimento e soprattutto suspense, dove tutto può essere il contrario di tutto.
Siamo partiti con Atlanta vs Indiana, con i Pacers che non potevano sbagliare... ed infatti non hanno sbagliato.
"Re Giorgio" è salito sugli scudi: 10 su 18 dal campo, 4 su 7 dalla lunga, 24 punti, 10 rimbalzi e 5 assist. Chapeau.
Antic a 1 secondo dalla sirena ha fallito il tiro del possibile Over-Time.
Il 29 si torna ad Indianapolis sul 2-2
Un'incredibile e meravigliosa Dallas vs San Antonio c'ha tenuto in piedi sul divano fino alla fine... conclusa con una preghiera (accolta) di Vince Carter, che ha cancellato il colpo di genio di Ginobili portando la serie 2-1 per i Mavs.
Abbiamo proseguito con Charlotte vs Miami, dominata da un capo all'altro dal #6: 30 punti, 10 rimbalzi e 6 assist. Gli Heat sono praticamente in semifinale di Conference: 3-0.

sabato 26 aprile 2014

PLAY-OFF MOLTO, MA MOLTO PARTICOLARI

Ad Est, escluso il match fra i Raptors e i Nets, sembrava che Indiana, Chicago e Miami facessero un sol boccone, o quasi, delle dirette avversarie... e invece...
Atlanta s'è dimostrata bestia nera dei Pacers, e dopo il 2-2 in Regular Season ecco che i ragazzi di Budenholzer stanno comandando la serie per 2-1. Stanotte in gara 4, alla Philips Arena, sarà fondamentale per "Re Giorgio" e compagni agguantare il pari e riportare la serie alla Bankers Life Fieldhouse.
Chicago, numeri alla mano, ha chiuso la stagione regolare con la seconda miglior striscia nelle ultime 10 giocate (8-2, seconda solo a Portland che ha chiuso con un roboante 9-1). Ma questo non è bastato. Di fronte s'è trovata una Washington (7-3 il parziale delle ultime 10) che ha saputo ribattere colpo su colpo e portarsi avanti per 2-1. 
Il dato che maggiormente salta all'occhio sono i punti realizzati dai Wizards contro Noah e compagni: 102; 101; 97. Considerando che i Bulls hanno chiuso la Regular Season con il miglior record di punti subiti (91.8), i ragazzi di Wittman stanno realizzando qualcosa di veramente grande.
Miami, invece, sta volando verso la semifinale di Conference a vele spiegate. Niente acuti di grande rilievo, ma il 2-0 con cui sta comandando la serie (99-88 e 101-97) lascia spazio a pochissime interpretazioni.
Stanotte alla Time Warner Cable Arena si potrebbe definitivamente chiudere il sipario.
Chiudendo la disamina ad Est, Toronto e Brooklyn stanno 1-2, con la freschissima vittoria dei Nets nella notte appena trascorsa.
Quest'ultima sfida non mi stupirebbe se finisse a gara-7, così come il match tra Indiana e Atlanta e quello tra Chicago e Washington.
Insomma, tutto si muove a favore degli Heat.

lunedì 21 aprile 2014

TOP FOUR STILL IN ARSENAL'S SIGHTS

Usciamo dalla trasferta del KC Stadium con la consapevolezza che questo campionato, con un po' di fortuna in più e qualche infortunato in meno, ce lo saremmo potuto giocare, con tante possibilità di vincerlo. Sono bastati un paio di rientri nella line-up e si è subito rivista quella squadra che fino a gennaio ha dettato legge e comandato la classifica.
E' bastato rivedere Aaron Ramsey non al 100% della condizione per comprendere quanto il ragazzo gallese sia mancato nel periodo più importante dell'anno.
Non è un alibi, perché le colpe vanno ricercate altrove, ma un dato oggettivo figlio delle ultime tre partite con il ragazzo di Caerphilly in campo: qualificazione alla finale di FA Cup e due vittorie consecutive in Premier, situazione che non si verificava, guarda caso, da metà gennaio.
Se a questo aggiungiamo le lungo-degenze di Walcott e Wilshere ecco che il quadro si completa, ed il rammarico sale prepotentemente.
La prima frazione del match contro l'Hull City ha evidenziato come la testa, dopo un periodo di enormi difficoltà, non abbia ancora raggiunto quell'equilibrio che per diversi mesi c'ha permesso di giocare il miglior football d'Inghilterra. Un po' paurosi e un po' costretti dai ragazzi di Steve Bruce ad un match di contenimento, abbiamo disputato la prima mezz'ora senza acuti, senza essere brillanti.

sabato 19 aprile 2014

PADRONI DEL NOSTRO DESTINO

Che questo finale di campionato diventasse avvincente ed emozionante stava nei preventivi. Quando il football è giocato al massimo della sua espressione non può che verificarsi quanto stia accadendo.
Certo, visto con i nostri occhi ci si aspettava sicuramente di più. La squadra ammirata per ventuno volte in testa al campionato lasciava presagire che questo ultimo mese agonistico sarebbe servito per giocarci il titolo. Ma così non è andata.
Al tempo stesso, come scritto e riscritto più volte dal sottoscritto, la posizione valida per l'accesso alla Champions League sembrava in una botte di ferro. Ma non avevo fatto i conti con la striscia impressionante realizzata dai ragazzi di Martinez.
Così oggi ci troviamo a dover combattere con i Toffees per aggiudicarci l'ultimo posto nelle "Top Four".
La domanda è: era preferibile trovarsi comodamente seduti al quarto posto oppure è meglio giocarsela fino alla fine? Emozionalmente parlando la risposta è a dir poco scontata.

mercoledì 16 aprile 2014

WE'RE BACK

Ci siamo rimessi in corsa per conquistare l'ultimo posto valido alla prossima edizione della Champions League. L'abbiamo fatto con una prestazione notevole, fatta di carattere e voglia. 
Non siamo stati brillanti, d'altronde dopo i 120 minuti di Wembley non si poteva pretendere di più, ma c'abbiamo messo anima e cuore, condizioni che c'hanno permesso prima di pareggiare l'iniziale marcatura di Jarvis e successivamente, con il duo Podolski-Giroud, di chiudere definitivamente il conto partita.
Evidenziare che nella prima frazione di gara siamo stati poco incisivi sotto porta, che gli Hammers c'hanno più volte messo in difficoltà sull'out di destra e che qualche nostro elemento non ha disputato la gara perfetta non ha molto senso.
A quattro giornate dal termine, con una classifica che chiede solo ed unicamente punti, l'importante era vincere e alla fine abbiamo vinto.
Siamo tornati quarti, ed ora le pressioni passano all'Everton che dopo le sette vittorie consecutive dovrà obbligatoriamente dare seguito ad una striscia così importante.

martedì 15 aprile 2014

WE BELIEVE

Dopo la sbronza per la qualificazione alla finale di FA Cup ci rituffiamo in Premier League, consapevoli che solo con la lucidità e qualche risultato negativo dei Toffees avremo la possibilità di riacciuffare l'ultimo posto utile per l'accesso alla prossima edizione della Champions League.
Stasera all'Emirates Stadium ci troveremo di fronte il West Ham, ed un solo risultato al termine dei novanta di gioco ci consentirà di dare battaglia ai ragazzi di Roberto Martinez fino all'ultima giornata.
Giungiamo a questo appuntamento con il morale alto, con la giusta testa, pronti a dimostrare a noi stessi che questi ultimi cinquanta giorni li abbiamo messi definitivamente alle spalle.
Sulla formazione che scenderà in campo, dopo i 120 minuti della semifinale di FA Cup, non ci sono certezze. Saranno le ore precedenti al match che ci diranno chi avrà gambe per scendere in campo.

THE MEMORY REMAIN

Prima di parlare dell'inizio credo sia giusto partire dalla fine. Dal momento in cui 96 tifosi hanno lasciato questa terra avvolti dai colori di quella bandiera che tante volte ha sventolato per loro a scrivere idealmente nel vento l'orgoglio del popolo che rappresenta. La bandiera con il “Livebird”, uccello mitologico metà cormorano e metà aquila. Per tutti la fenice della Mersey. Quella fenice che sembrò chiudere le sue ali e posarsi leggera sulle bare di tutte quelle vittime innocenti, come a fermare in un caldo abbraccio la passione di una vita. 
Ma il legame con la squadra non si spezza neppure nel culto della sepoltura. Chi resta, fissa simboli e momenti come tributo alla memoria per gli sfortunati che non ci sono più. Come elemento identificativo del loro passaggio sulla terra: l'onore di essere appartenuti con intensità al cuore di un club, e un merito terreno che richiede tutta la visibilità possibile, ben oltre la dimensione temporale. 
Verso l'eternità. 
Come eterna sarà l'immagine struggente del terreno di gioco dell' Hillsbourogh completamente ricoperto da un placido mare di mazzi di fiori, di messaggi di dolore. Come i cancelli d'ingresso della maledetta Leppings Lane, su cui saranno addossati cappellini, sciarpe, gagliardetti. Non solo del Liverpool. Ci saranno tutti, proprio tutti. Edera multicolore sulle rovine del calcio. Santuario improvvisato di un pellegrinaggio continuo. Pellegrinaggio popolare, autenticamente popolare. Dolore, lacrime e rimpianti.
Ma di cosa stiamo parlando? E' giusto fare un piccolo ma doveroso passo indietro per chi non ha ancora capito, per i più giovani o per chi in ogni caso non mastica tutti i giorni pane e football.

domenica 13 aprile 2014

QUELLI CHE SI SONO EMOZIONATI

Ci siamo emozionati, quando le telecamere si sono accese offrendoci lo spettacolo del Wembley Stadium. Siamo saltati tutti quanti sul divano, quando Sanogo dopo cinque minuti di match ha scaraventato di testa la sfera verso la porta difesa da Scott Carson. Ci siamo spaventati, quando un ottimo Oliver a venti minuti dalla fine ha decretato un sacrosanto calcio di rigore a favore dei Latics. Siamo anche caduti, quando Jordi Gomez ha trasformato quel penalty che per noi significava fine dei sogni. Ma siamo letteralmente impazziti di gioia quando Per Mertesacker, colui che il rigore l'aveva procurato, ha buttato dentro la sfera della speranza, portando il match prima ai tempi supplementari e poi ai calci di rigore.
In questa breve e sintetica analisi della prima semi-finale di FA Cup c'è tutto l'Arsenal, ci siamo tutti noi, ci sono le risposte ai perché questa squadra si ama, visceralmente.
In un qualunque altro stadio, in un qualunque altro momento della stagione questa partita sarebbe finita 3-0. Per noi naturalmente.

venerdì 11 aprile 2014

POCO ALTRO DA AGGIUNGERE

Alle 18:07 (le 5:07 pm in UK) scenderemo in campo a Wembley, per sfidare il Wigan nella prima semifinale valida per l'accesso alla finalissima di FA Cup del 17 maggio; Hull City e Sheffield Utd si incontreranno domenica.
Continuo fermamente a sostenere che questa stagione è stata per noi buona. Abbiamo dominato per lunghi tratti in Premier, ci siamo qualificati per l'ennesima volta agli ottavi di Champions, ci giocheremo la possibilità di alzare la Coppa d'Inghilterra.
C'è chi a fine stagione farà meglio (in pochissimi) e chi peggio (la stragrande maggioranza).
Del match contro il Wigan, della semifinale di FA Cup, preferisco non aggiungere nulla.
Saranno novanta minuti da vivere, da respirare. Novanta minuti in cui tutti noi, pessimisti ed ottimisti, wengeriani e non, si stringeranno forte con in testa un unico obbiettivo: vincere.
Saremo uniti come non mai, perché in fondo in fondo, anche quando ci si imbatte in discussioni un po' più accese, il cuore batte allo stesso ritmo ed il desiderio di vedere il nostro Arsenal conquistare qualcosa di importante appartiene a tutti noi.
Poco altro da aggiungere, se non: C'MON YOU GUNNERS!!!

domenica 6 aprile 2014

ATTENDERE LA FINE DELLA STAGIONE

Lo scrivevo giusto ieri: tutto può ancora accadere. Ed infatti è accaduto.
Sconfitta cocente e meritata dalla parti del Merseyside e quarto posto messo in serio pericolo. Se i Toffees, in casa, contro il Crystal Palace, nel recupero di mercoledì 16 aprile, dovessero semplicemente non perdere, si metteranno seduti nell'ultimo posto utile per accedere alla Champions League.
La lotta al titolo è diventata (come in tempi non sospetti e malauguratamente andavo sostenendo) una questione a tre. Nel match di domenica prossima ad Anfield tra Reds e Citizen se ne deciderà una bella fetta.
Ma torniamo a noi.
Siamo rimasti a lottare per il solo quarto posto Champions. Ed una FA Cup.
Sostengo fortemente che adesso bisogna attendere la fine della stagione, e poi tirare un rigo e fare bilancio.
Ad oggi, e con tutto quello che è successo (non puoi permetterti di giocarti il meglio senza Walcott, Ramsey, Ozil e Wilshere), lo valuto ancora positivo.
COYG

sabato 5 aprile 2014

TUTTO PUO' ANCORA ACCADERE

Io sono fermamente convinto che tutto possa ancora accadere, che niente sia così scontato, che tutti, coloro a cui la matematica offre la possibilità di sognare, possano ambire a diventare campioni.
La stagione di Premier, questa stagione di Premier, l'ha evidenziato giornata dopo giornata.
Abbiamo avuto noi la possibilità di scappare quando le cose andavano davvero bene, ma non è accaduto. Hanno avuto altri la possibilità di chiudere ogni discorso ma anche in questo caso non è successo.
Il più delle volte sono state proprio le partite sulla carta più facili a dare lo stop, altre, quelle che principalmente ci riguardano, sono stati gli scontri diretti a decretare chi, in quel momento, fosse più pronto di altri.
Tutto questo ha partorito la classifica che oggi abbiamo davanti, tutto questo renderà imponderabile questo finale di stagione.
A Goodison Park ci sarà l'ennesimo esame, l'ennesima prova da superare, un match da vincere per continuare a credere che tutto possa accadere.
Sarà lo spartiacque di questa nostra meravigliosa ed incredibile stagione.
Perdere significherà rimettere tutto in discussione, con il rischio di lottare fino alla fine per mantenere viva la possibilità di accedere per l'ennesima volta alla Champions League. Uscire imbattuti ma senza i tre punti vorrebbe dire salutare per sempre i sogni di gloria. Vincere, invece, ci proietterà a giocarci tutto nelle ultime cinque.