..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 29 dicembre 2013

IL GRANDE SALTO

E' quando vedi la squadra uscire vittoriosa da queste trasferte, da queste partite, da questi momenti, che ti rendi conto che il grande salto sta riuscendo, che la rincorsa presa è di quelle giuste, che tutte le componenti stanno facendo il proprio lavoro, che anche in un pomeriggio difficile, giocando contro una squadra difficile, dentro ad un catino e di fronte un pubblico difficile, la squadra ha saputo mettere in campo gli attributi. Non era fondamentale ma importante, tornare in cima alla classifica.
Fatto così, però, assume un valore che le sole immagini a fine match possono spiegare.
Pugni tesi, sguardi fieri, abbracci e strette di mano che cementano quella voglia di tornare ad essere considerati migliori, quel desiderio di continuare a correre, fino a che il fiato lo permetterà.
La consapevolezza che dopo diciannove turni, un intero girone di andata ed un periodo dove le sfide sono state tante e ardue il primo posto in classifica è ancora il nostro.
Ne andiamo fieri, orgogliosi, di questo gruppo, di questi ragazzi, di un manager che ha voluto, spesso e volentieri contro tutto e contro tutti, portare avanti la propria filosofia.
Uomini che hanno avuto il merito di saper aspettare, di crescere e forgiarsi nonostante le critiche e i dissapori, capaci di stringersi nei momenti belli e di diventare una fortezza nei momenti bui.

RIMETTERE LE COSE A POSTO

Ci tocca rimettere le cose a posto. Siamo chiamati a rispondere alla vittoria conseguita dal City, che nella giornata di ieri ha superato di misura quelli del Crystal Palace. 
Sta succedendo di sovente, che prima della chiusura di ogni giornata qualcuno sia riuscito a mettere la testa davanti, dopo, naturalmente, esserci imbattuti in un periodo in cui abbiamo perso quel poco di vantaggio che eravamo, anche grazie alle defaillance altrui, riusciti a guadagnare.
C'ha provato due volte il Liverpool, rispedito al mittente, ci prova ora il City.
Questa volta, ancor più che giovedì, non sarà per nulla facile. Andare nell'estremo nord del Paese, in un momento in cui il Newcastle sta attraversando un periodo a dir poco idilliaco, è una di quelle sfide che pare cucita su misura, per testare e valutare parecchie cose.
Inutile sottolineare che uscire vincenti dal St James' Park significherebbe non solo il tornare al primo posto in classifica, ma dare l'ennesima risposta convincente a chi insegue, a chi vorrà provare a vincere il titolo.
Mancherà Ramsey, oggi e chissà per quanto altro tempo (al momento non si conoscono i tempi di recupero), ma ci sarà il ritorno dopo la squalifica di Wilshere.
Wenger avrà anche a disposizione la possibilità di far nuovamente ruotare chi è risultato meno brillante rispetto ad un mese fa, con elementi la cui stagione si può dire sia all'inizio.

venerdì 27 dicembre 2013

IL PREDESTINATO

L'86° Derby Italiano del Trotto l'ha visto trionfare, nella maniera più bella, nel modo più devastante, su di una pista resa difficile dall'incensante pioggia caduta. Era il favorito, giungeva a questo appuntamento con tutti i riflettori puntati, e lui, Robert Bi, ha svolto il compito come il migliore degli alunni, prendendo il massimo dei voti, sciorinando 2000 metri come solo lui, alla tenera età di tre anni, poteva fare.
Niente cronometri, niente parziali, nessun tempo complessivo. E' la forma che fa impallidire, sono le gesta che lasciano aperta qualunque porta del passato.
I paragoni non si fanno mai. Ci sono contesti diversi, ci sono distinti avversari, c'è sempre una difforme influenza data dal periodo storico. Ma questo Toss Out riesce a scomodare tutto e tutti, comparandosi con chi, prima di lui, ha scritto pagine indelebili del trotto internazionale.
La memoria non riesce a ricordare un tre anni che andasse così forte, nessuno. Lui lo fa su distanza improba per genialogia, e ci riesce sapendo dosare energie e parziali, usando una testa modellata per scendere in pista e mettere dietro qualunque avversario.
Dieci corse disputate (in cui si evidenzia il "rispetto" avuto per la carriera), otto vittorie (sul miglio, sui 2100, sui 2700, sui 2875), otto vittorie conquistate s qualunque pista, in qualunque nazione ippica che si rispetti: Germania, Olanda, Francia e Italia.
Un programma che, toccando ogni ferro disponibile sul globo terracqueo, lo vedrà assoluto protagonista nel 2014.

DIFFERENZE

E' il vincere queste partite che fa tutta la differenza del mondo. E' lo stare sempre nella zona alta della classifica che ti permette di attraversare un periodo difficoltoso per poi ritrovarsi nuovamente in testa alla League grazie ad una vittoria come quella conseguita ad Upton Park. Una vittoria che ha fatto la differenza.
Nel pomeriggio ad est di Londra la differenza l'hanno fatta i "nuovi arrivati": Theo & Lukas.
Ad un certo punto sembrava tutto stregato. Noi padroni di ogni genere di cose ma incapaci di mettere dentro qualunque pallone che attraversava l'area degli Hammers; e da quelle parti di palloni ne sono passati tanti. Loro che al primo nostro svarione hanno fatto centro, andando sopra, mettendoci sotto nel punteggio. Differenze volute dai centimetri. Quelli che oggi sembrano prendersi gioco di Giroud e che ieri hanno castigato Szczesny.
Poi tutto è mutato, tutto è rientrato nella logica delle cose, a favore di chi, in campo, ha dimostrato di essere superiore, il migliore della League.
Perché capaci di sopperire a tutto, perché consapevoli di avere a disposizione una rosa che sarà in grado di arrivare fino in fondo.
Non segnano Ramsey, Ozil o Giroud? Coloro che fino ad oggi sono stati gli artefici della posizione che ci compete? Bene. Ed ecco che allora è la volta di Walcott e Podolski, sotto l'attenta regia di un Cazorla tornato prepotentemente quello dello scorso anno. E come in una sorta di staffetta il gruppo è stato capace di ricompattarsi, di ritrovare la determinazione, di proseguire un meraviglioso cammino costruito con il lavoro e la passione.
L'intervista post-partita rilasciata da Walcott è lo specchio di quello che oggi siamo. La risposta con sorriso alla domanda sullo spirito che aleggia a London Colney è quello che ci fa comprendere al meglio la differenza che c'è tra noi e tutti gli altri.

giovedì 26 dicembre 2013

BOXING DAY

Ci siamo, oggi sarà Boxing Day! Il Regno Unito è già in pieno fermento per celebrare il giorno dopo il Santo Natale, la festività basata sul regalare doni ai membri meno fortunati della società. 
L'origine del Boxing Day risale ai tempi in cui era usuale regalare doni ai dipendenti o ai membri delle classi sociali più povere.
Ma la ricorrenza del Boxing Day è occasione, in particolare nel Regno Unito, per la disputa di importanti manifestazioni sportive con notevole afflusso di appassionati, facilitato dal giorno festivo. 
E noi ci siamo dentro, fino al collo. La Premier League ogni anno disputa puntualmente un intero turno di campionato, prescindendo dal giorno della settimana in cui cade.
E allora tutti in campo, a partire dalle 12:45 con l'anticipo tra Hull City e Man Utd per finire alle 17:30 con la chiusura destinata al big-match tra Manchester City e Liverpool.
Noi staremo nel mezzo, calcio d'inizio previsto per le 15, occasione importante per mettere, con un'eventuale nostra vittoria, grandi pressioni sia ai Reds che ai Citizen.
Destinazione Est London, ci accingiamo ad affrontare un match (un Derby) di difficile lettura, per diversi motivi. Andremo ad affrontare un team bisognoso di punti, una squadra che vorrà regalare al proprio pubblico il dono più bello, con una condizione fisica che metterà Wenger di fronte a scelte di formazione importanti e basilari per uscire dal periodo nel migliore dei modi.

martedì 24 dicembre 2013

STORIA, CLASSE, TRADIZIONE

Siamo nuovamente primi, e questo, a poche ore dall'inizio di un vero e proprio tour de force, è l'aspetto che più ci interessava, che più d'ogni altro era fondamentale per giungere a Natale guardando tutti (o quasi) dall'alto. Già, quasi. Il primo posto, a quota 36, lo dividiamo con il Liverpool. Loro con una migliore differenza reti, noi con lo scontro diretto a favore. Ieri sera al termine del match ho pensato proprio alle parole (scritte e dette) di questi ultimi giorni, dove veniva messo in evidenza come con le deboli siamo stati forti e con le forti siamo stati deboli. Inevitabile fare un ripasso di quanto accaduto in questi primi quattro mesi.
Il conto lo faccio con le prime sette della classe. Abbiamo vinto contro Liverpool e Tottenham (entrambe in casa), abbiamo pareggiato contro Everton e Chelsea (anche queste tra le mura amiche) e perso con le due di Manchester, entrambe fuori casa. Con il Newcastle ci giocheremo il 29.
Un bilancio, visto l'equilibrio che domina il campionato, che stride e non poco con le affermazioni sopra riportate. A questo ci si può tranquillamente aggiungere la doppia vittoria in Champions League contro Napoli e Dortmund, che è valsa la qualificazione agli ottavi.
Certo, si poteva fare qualche punticino in più, vedi soprattutto la sfida di ieri sera e la trasferta all'Old Trafford, ma questo non toglie il fatto che abbiamo retto alla grandissima negli scontri diretti e soprattutto raccolto punti pesanti nei match così detti, sulla carta, facili.

lunedì 23 dicembre 2013

WE'RE STILL TOP OF THE LEAGUE

Per la prima volta dopo un numero considerevole di giornate ci troviamo a rincorrere. La vittoria del Liverpool nel match casalingo contro il Cardiff City ha posto i Reds al comando della classifica, con un punto di vantaggio su di noi e sul City e con due sui cugini dell'Everton, ieri corsari in Galles.
Ancora una volta, però, come successo sia in Premier che in Champions, abbiamo il destino nelle nostre mani, ed una vittoria contro il Chelsea ci rimetterebbe in testa al campionato.
Uscire da un periodo così impegnativo con una vittoria nel Derby ed il primo posto in classifica sarebbe ideale per affrontare West Ham (il 26), Newcastle (il 29) e Cardiff (il primo dell'anno) senza troppe pressioni, anzi, con la possibilità, visto il calendario, di racimolare ancora qualche punticino di vantaggio sulle inseguitrici.
Ma prima c'è da vincere il match contro il Chelsea, c'è da cancellare la sconfitta di Manchester, c'è la necessità, dopo il pari interno contro i Toffees, di tornare a vincere per rimettere nel serbatoio punti, qualità ed entusiasmo.
Lo scrivo con molta serenità: stasera voglio vincere, stasera dobbiamo vincere.
Non importerà come, ma abbiamo l'assoluta necessità di fare i tre punti.

mercoledì 18 dicembre 2013

LE 8 NOTE DEL MIO 2013

E' sempre bello poter mettere nero su bianco le note che hanno toccato le nostre emozioni, quali pezzi hanno in qualche modo raccontato una piccola parte della nostra vita, chi, nei dodici mesi appena trascorsi, ha voluto regalarci quella forma d'arte che senza di essa il nostro quotidiano sarebbe infinitamente spoglio, nudo.
Personalmente non amo le classifiche, e ancor meno catalogare come meglio questo rispetto a quell'altro.
Non mi piace nemmeno cercare per forza un numero di album, che questi siano dieci, venti o semplicemente cinque. Quindi non sarà la cosiddetta "top" la raccolta degli album che andrò a descrivere come i "miei" migliori di questo 2013, ma un semplice percorso che metta in evidenza quali mi hanno regalato emozioni, sensazioni, nostalgie e momenti di totale liberà interiore.
In questo resoconto non ci sarà nessun progetto realizzato in lingua italiana, un po' perché attratto da sempre da ciò che viene realizzato all'estero, dai suoni, dalle tradizioni, dalla cultura, un po' perché ultimamente il panorama nazionale l'ho seguito poco, trovandolo poco accattivante, senza grandi cose da dire. Ma questo, obbiettivamente, può essere un mio limite.
Sono otto i lavori che prenderò in esame, ognuno con la sua storia, ognuno diverso, ma tutti legati dalla cultura Rock che da sempre m'accompagna.
Per non ledere la filosofia di non-classifiche, opterò per una disamina territoriale, dove Gran Bretagna, America, Canada e Australia si iscriveranno a questo racconto in musica.
Chiudo con una postilla per me fondamentale. Non esiste il mio preferito, quello che più di altri m'ha conquistato. La loro diversità, il loro essere così particolari incanala tutta la mia visione di rock, e questo per me basta per poterli ascoltare senza cercare per forza delle differenze in termini di preferenza.

CAPITANO MIO CAPITANO

Nella splendida cornice di Napoli, che ha malgrado tutto sostituito Tordivalle, si sono svolte le batterie per accedere al Derby Italiano del Trotto 86à edizione, che andrà in scena il 26 di questo mese.
Il secondo heat, degli altri due non me ne occupo volontariamente, ha visto la presenza di Robert Bi, il crack senza precedenti che c'ha concesso il piacere di calcare le piste del nostro Paese.
Vittoria annunciata e vittoria messa in pista, con quell'autorevolezza che su queste pagine ho a più riprese messo in evidenza.
E' stata una "comica" senza precedenti. Nonostante tutto c'è chi si ostina a sostenere che però, che forse, che stai a vedere che.
Non metterò in evidenza parziali, tempo al chilometro o altro, basta vedere quando il Toss Out giunge nei pressi della zona calda, quando sente che è il momento di fare il campione, quando avvicinandosi il palo mette in pista quello che gli altri non hanno, non possono avere.

sabato 14 dicembre 2013

SI PORTA A CASA TUTTO

Le abbiamo prese, subendo una squadra che ha messo in campo una migliore condizione atletica, la migliore condizione atletica di tutta la Premier. Non a caso 4 giorni fa ha sbancato Monaco.
Ma non abbiamo mai mollato, nemmeno quando altri se ne sarebbe andati nello spogliatoio anzitempo.
Alcune circostanze c'hanno detto male, come l'aver preso goal ogni volta che tornavamo in partita. 
E' stata una continua rincorsa senza vedere mai il traguardo.
Partita sbloccata da un'eurogoal di Aguero (e finiamola una volte per tutte di cercare chi era in ritardo o la colpa di questo e di quello, ci sono anche gli avversari che sono capaci di fare grandi segnature), proprio nei minuti in cui c'eravamo scrollati di dosso la partenza veemente dei Citizen.
Trovato il pareggio con un'azione partita dalla palla rubata di Ramsey a Tourè e successivamente arrivata sul piatto destro di Walcott dall'ennesimo assist di Ozil, è arrivato quasi immediato il nuovo vantaggio City, qualche secondo dopo un fuorigioco inesistente fischiato a Monreal mentre entrava in area di rigore.
Nella ripresa siamo partiti fortissimo, andando vicino al pari, ma l'errore di disimpegno sulla nostra trequarti ha aperto un'autostrada a Fernandinho.
Sul 3-1 si sarebbe potuta rischiare la debacle, invece siamo tornati prepotentemente.
Clamoroso il rigore non concesso per fallo di mano di Zabaleta, meraviglioso il secondo goal di giornata di Theo, giunto dopo una magia di Aaron Ramsey.

L'ONORE DI ESSERCI, L'ONERE DI CREDERCI

Inizia una settimana importante, otto giorni che ci diranno molto in chiave titolo, due match che ci metteranno di fronte le squadre che più d'ogni altra dovremo temere per la conquista della Premier.
Si inizia da Manchester, all'Etihad Stadium, a poche ore dalla sconfitta patita in quel di Napoli.
E da Napoli voglio ripartire. Abbiamo perso una partita che potevamo perdere. Il Napoli non aveva altri risultati, noi ci siamo accomodati sulla possibilità che solo tre reti di scarto c'avrebbero spedito in Europa League. Per ottanta minuti abbiamo giocato una gara sontuosa, ricca di personalità e soprattutto senza andare mai in sofferenza. Abbiamo disputato un match maturo, come da anni non se ne vedeva.
Il primo tempo è stato a dir poco perfetto. Un maestoso Koscielny ha letteralmente cancellato dal campo Higuain e compagni, Flamini ha fatto la voce grossa nella zona nevralgica del gioco e Giroud ha costantemente fatto rifiatare la squadra impadronendosi di ogni pallone che giungeva dall'alto.
Abbiamo concluso poco, questo è vero, ma niente ce lo chiedeva, il pari c'avrebbe portato direttamente agli ottavi come prima del girone. E poi c'erano loro, i partenopei, vogliosi comunque di provarci, anche perché da Marsiglia il risultato di parità tra francesi e tedeschi consentiva ai ragazzi di Benitez di crederci.
S'è perso per un autentico capolavoro di tecnica di Higuain, non s'è recuperato per un enorme errore di valutazione di Arteta, che ha lasciato la squadra in dieci.

domenica 8 dicembre 2013

UNA SQUADRA

Il solo pensare di poterle vincere tutte, nonostante lo smagliante periodo di condizione fisica e psicologica, evidenzierebbe il non rimanere con i piedi per terra, il non confrontarsi con la realtà. Si può giungere fino alla fine senza più perdere, questo è sensato, ma sicuramente non si poteva giungere fino alla fine battendo tutti. E se c'è una squadra, in questo preciso momento della stagione, che ha meritato di strapparci due punti è giusto che sia stato l'Everton.
Convinto, deciso, senza il minimo timore, approdato in casa della capolista con l'intento di portarsi a casa la posta piena. Rifletto: l'Everton di oggi avrebbe battuto qualunque squadra iscritta alla Barclays Premier League, qualunque. Tranne, naturalmente, noi.
E' stata una partita bellissima, emozionante, giocata con la filosofia che da sempre contraddistingue il football britannico. Sarebbe potuta finire 0-0, l'avremmo potuta portare a casa noi, senza nulla rubare l'avrebbero meritata anche i Toffees. A tempo praticamente scaduto l'avremmo addirittura potuta vincere due volte, con quel tiro da me personalmente chiamato ad Olivier che s'è andato ad infrangere sul palo.
Due volte perché tre punti portati a casa così non avrebbero solo portato le distanze dalle seconde a +7, ma avrebbero ulteriormente aumentato le convinzioni di titolo nella testa dei nostri.
Probabile anche che se quella sfera avesse gonfiato la rete nella zona di Islington stasera sarebbero finiti i fusti di birra. Ma è finita 1-1, giustamente, perché il football a volte dispensa in maniera equa quel che è stato seminato in campo.

LA POSSIBILITA'

Se qualcuno c'avesse detto che nell'arco di soli tre mesi ci saremmo potuti riprendere quanto lasciato per strada negli ultimi anni nessuno c'avrebbe creduto. Se la classifica di questa mattina ci fa così effetto, se le sconfitte patite ieri da Manchester United e Chelsea e lo stop in casa del Southampton da parte del Manchester City ci sembrano così irreali, se la possibilità, la seconda stagionale, di prendere ulteriore vantaggio sulle seconde in classifica, scavando un buco che potrebbe nel tempo diventare incolmabile, ci fa un po' paura, il tutto rientra nella voglia e nei desideri più nascosti di rimanere la squadra da battere.
A Manchester, esattamente un mese fa, la possibilità di dilatare le distanze era chiara e limpida, perché noi superiori, perché gli altri inferiori. Un virus, invece, pensò bene che questo campionato avrebbe dovuto avere ancora una storia, sarebbe dovuto rimanere ancora incerto, lasciando a noi qualche incertezza sul futuro e agli altri la chance di rientrare in corsa per la conquista del titolo.
Oggi, da padroni del nostro destino, abbiamo ancora una volta la possibilità di lanciare un messaggio forte, di far ricadere gli altri nell'utopia di poterci riprendere, di allontanarci definitivamente e poter affrontare questo fine dicembre con un vantaggio importante, di confrontarsi, nella settimana tra il 14 e il 23, con le due squadre, City e Chelsea, che sembrano avere le maggiori credenziali per metterci i bastoni tra le ruote. Con la testa sgombra, senza nulla da perdere, con più risultati a disposizione per mantenere le distanze.
Lo scoglio, non facile da superare, si chiama Everton.

giovedì 5 dicembre 2013

DEVASTANTI, SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA

Una prestazione devastante sotto ogni punto di vista. E' quel che è emerso in ogni testa pensante dopo il match di ieri sera contro l'Hull City, dove, nonostante un robusto turnover operato da Wenger, i ragazzi dell'Arsenal hanno saputo imporre un maggior tasso tecnico ma soprattutto una mentalità che non ha lasciato scampo ai Tigers.
Tre punti dovevano essere e tre punti sono stati, derivati da un match dominato dal primo all'ultimo minuto dove i ragazzi di Steve Bruce non hanno potuto far altro che contenere il tornado AFC, probabilmente pensando ad una differenza reti che al termine della stagione potrebbe fare la differenza.
Il punteggio finale di 2-0 racconta in minima parte quel che è accaduto sul prato dell'Emirates, un risultato messo in ghiaccio dopo nemmeno due minuti dal fischio d'inizio e dopo altrettanti alla ripresa delle operazioni dopo la pausa tra primo e secondo tempo.
La formazione iniziale vedeva in campo dal primo minuto elementi come Monreal, come Bendtner, ed una panchina formata da Wilshere, da Giroud, da Arteta. Il tutto faceva presagire ad una serata dove le difficoltà, in considerazione dell'ottima prestazione dei Tigers contro il Liverpool, non sarebbero mancate, dove spirito di abnegazione e sacrificio avrebbero dovuto sopperire ad un fisiologico cambio di formazione per affrontare un mese intenso e complicato.

mercoledì 4 dicembre 2013

#AARON RAMSEY

ZAPPA

Frank Zappa è nato il 21 dicembre del 1940 a Baltimora, nel Maryland, da genitori di origini italiane e francesi. Nel 1956 si trasferisce con la famiglia in California e comincia a suonare la batteria. Dopo aver lavorato come autore di canzoni e arrangiatore, nel 1964 fonda il gruppo Mothers of invention, con il quale pubblica nel 1966 l’album d’esordio Freak out!.

UN MESE MOLTO LUNGO

Inizia dicembre, e sarà un mese lungo, molto lungo. Sette impegni totali, tra coppa e campionato, di cui 4 trasferte e 3 match tra le mura amiche. Il tutto molto concentrato nella prima e nell'ultima settimana di questo fine anno. In ordine: Hull City il 4, Everton l'8, Napoli l'11, Manchester City il 14, Chelsea il 23, West Ham il 26 e Newcastle il 29. Senza contare che il primo dell'anno avremo di fronte il Cardiff all'Emirates ed il 4 di gennaio prenderà il via il terzo turno di FA Cup, prima di un meritato riposo di nove giorni.
Fare calcoli, ipotetici risultati che possano darci una classifica virtuale, mi pare illogico. Meglio soffermarsi sul match più prossimo, concentrando e non sprecando energie mentali e fisiche.
Questa sera all'Emirates verrà a farci visita l'Hull City, fresco vincitore della sfida di domenica pomeriggio contro il Liverpool. E se domenica i ragazzi di Steve Bruce c'hanno regalato un sorriso, in questa occasione speriamo di restituirgli un dispiacere.

domenica 1 dicembre 2013

SIAMO LA SQUADRA DA BATTERE

E' giunto il momento di usare parole pesanti, aggettivi che evidenziano il nostro stato, frasi che hanno sempre fatto parte del nostro blasone. Il non farlo significherebbe non rendersi conto di ciò che siamo diventati, non rendere merito ad un gruppo di lavoro che sta scrivendo una pagina importante della storia dell'AFC, aumentare negli altri la convinzione che tutto può mutare. 
Sono i numeri che spingono a scrivere determinate considerazioni. Sono le prestazioni sul campo che invogliano a rendere esaltante questo inizio di stagione.
E' la classifica e molto altro che dice a tutti che siamo la squadra da battere.
La costante, per fortuna, rimane la medesima: ogni volta che giochiamo è come se dovessimo superare un'esame. Rispondere in maniera convincente a chi ci domanda: vincerete anche questa?
Da quel 3-1 timbrato allo Stadium of Light non abbiamo più lasciato il primo posto in classifica, vincendo 8 delle ultime 10 disputate, che fanno un totale di 10 vittorie nelle 13 fin qui giocate.
Siamo il secondo miglior attacco della lega, mantenendo inalterata la tradizione che ci ha sempre visto brillanti in fase offensiva. Il 93% delle realizzazioni avviene nell'area di rigore avversaria, un dato che conferma ulteriormente la filosofia wengeriana. Abbiamo la capacità di andare in goal in qualunque momento della partita, con tre dati specifici che spiccano rispetto agli altri. A metà primo tempo, a metà secondo tempo e nel finale di gara offriamo il meglio di noi, segnando percentualmente (e rispettivamente) il 16% dei goal nei primi due casi e addirittura il 20% nell'ultimo.