..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 28 febbraio 2009

"MI BATTERO' CONTRO LE LOBBI"

"The system we have now might work for the powerful and well-connected interests that have run Washington for far too long, but I don't. I work for the American people."
Il presidente americano Barack Obama nel suo intervento settimanale alla radio e su internet ha ribadito che la sua finanziaria potrà aiutare milioni di americani, ma solo se il Congresso supererà la resistenza delle lobby che cercano di influenzare i deputati.

OBAMA BARA

...non si ritira dall'Iraq subito, come promesso, ma rispetta il calendario di Bush, e con l'Iran prepara pasticci.
Le nostre previsioni sulla volatilità politica di Barack Obama, sulla sua inesperienza, sul cinico propagandismo delle sue posizioni, vengono confermate giorno per giorno, purtroppo. Lasciamo perdere il fondamentale fronte interno in cui constatiamo tristemente che ogni volta che Obama mette sul tavolo della crisi un migliaio di miliardi di dollari, Wall Street, che l'ha voluto e votato in massa, crolla. Guardiamo ai punti forti di politica estera: le extraordinary reddiction (tra cui il rapimento dell'imam Omar a Milano), contnueranno come e più che pria (aveva promesso di abolirle). Guantanamo è stata chiusa, ma non viene chiusa. Obama ha solo formato il decreto di chiusura, ma si è guardato bene dal chiuderla. Non ha la più pallida idea non di dove mettere i detenuti (questo non è il problema), ma di quale regime legale deve sostituire a quello attuale, tanto ferocemente da lui criticato. Poi, l'Iraq. Ha detto che voleva ritirare tutte le truppe subito, ma non lo farà, ne ritirerà alcune decine di migliaia nel 2010, ma lascerà tra i 35.000 e i 50.000 soldati Usa, un esercito, per la semplice ragione che i generali gli hanno spiegato che se non sarà un disastro. Obama, cioè, farà esattamente quelò che aveva deciso di fare Bush dopo che il surge del generale Petraeus -contro cui Obama ha votato in Senato- ha avuto successo e l'Iraq è cos' stato avviato ad una pacificazione crescente e non al caos che Obama aveva pronosticato.
Su un punto ...continua

MILANO TROTTO - TRIS: PREMIO DENICAR - 28.02

Tris
Convegno di corse

venerdì 27 febbraio 2009

SENZA MASCHERA

Ora il dubbio sembra essere stato svelato da lui stesso, a tutti coloro che in questo periodo si sono chiesti se fosse un estremista liberal, come affermavano i suoi avversari conservatori durante la campagna elettorale, oppure è un moderato clintoniano che, una volta eletto, avrebbe scelto la third way del buon senso.
Ci è voluto il primo discorso di fronte al Congresso – quella sorta di State of the Union che si è celebrato martedì – per risolvere questo inquietante mistero.
Ora è ufficiale: Barack H. Obama è un estremista liberal, soprattutto in economia.
Jennifer Rubin, commentatrice non democratica del magazine Commentary, su Pajamas Media titola "Obama si toglie la maschera" ( Obama Removes the Mask ).
Secondo la Rubin, questo outing del presidente risolve anche un problema di identità per i repubblicani: "Liberatevi dei social conservatives, suggeriva qualcuno. Sbarazzatevi dei big-government moderates diceva qualcun altro. E gli opinionisti discutevano sulla necessità che il partito tornasse alle proprie origini o sull’eventualità di ripartire da zero. Adesso, invece, è diventato tutto perfettamente chiaro. Bisogna difendere il libero mercato e opporsi alla gigantesca espansione del governo federale immaginata al presidente. Non c’è modo di aggirare la questione. Il partito d’opposizione deve opporsi".

ANNUNCIO DI RITIRO

Obama to set August 2010 as pullout date for most of Iraq troops
Still, the president's plan will leave between 35,000 and 50,000 troops in Iraq after the middle of next year.
Reporting from Washington -- President Barack Obama is set to announce today that he will pull the majority of U.S. military forces from Iraq by August 2010, fulfilling his campaign pledge to wind down the Iraq war.
Guarda il video

giovedì 26 febbraio 2009

NOT A WAR PRESIDENT

Che cosa possiamo capire dalle poche frasi che il presidente Obama ha dedicato alla politica estera nel discorso di fronte al Congresso della scorsa notte?
La lezione principale è che i riferimenti alla politica estera sono stati davvero pochi. Sì, è vero, era un discorso centrato sull’economia. Ma si trattava anche del primo discorso di Obama al Congresso, e il primo rivolto alla nazione dall’insediamento. Certo, Obama ha riconosciuto di sfuggita che per sette anni siamo stati “una nazione in guerra”. Ma questo fatto è stato appena accennato nel suo testo. L’analisi della politica estera è stata tutt’al più superficiale.
Ciò che invece ha detto Obama è che “sta riconsiderando attentamente le nostre politiche in tutte e due le guerre”. La “guerra” è solo una delle aree in cui il presidente sta conducendo e rivedendo le politiche pubbliche, a quanto pare non molto più urgente – e in realtà forse anche meno – di quelle dell’energia, dell’assistenza sanitaria o dell’educazione.
Dall’unica frase del discorso in cui ha parlato di Afghanistan, non si potrebbe mai desumere che la scorsa settimana il presidente ha ordinato l’invio di altre 17.000 truppe da quelle parti. Obama non sembra ritenere che la sua responsabilità di ‘comandante in capo’ sia in qualche modo speciale. Certamente non ha sentito neppure l’obbligo di iniziare a informare il pubblico sul teatro di guerra in cui sta per mandare altri soldati americani.
Al contrario, sia la guerra in Iraq che quella in Afghanistan sono state trattate come eventi di minore importanza rispetto alla “nuova era di impegno” che Obama assicura sia cominciata. A parte l’Iraq e l’Afghanistan/Pakistan, l’unico luogo che il presidente ha menzionato è stato Israele: “Per garantire una pace sicura e durevole tra Israele e i suoi vicini, abbiamo nominato un inviato (George Mitchell, Ndt) per confermare il nostro impegno”. Il conflitto arabo-israeliano e il suo inviato meritano una menzione. L’Iran e il suo programma nucleare invece non meritano neanche un accenno?
Questo non è stato il discorso di un uomo che nell’arco di un anno contempla la possibilità di usare la forza per impedire all’Iran di acquisire armi atomiche. Non è stato il discorso di un uomo che pensa che all’America vadano ricordati i pericoli che esistono nel mondo, visto che gli americani potrebbero essere persino chiamati ad affrontarli. E non è stato neppure il discorso di un uomo che pensa a se stesso come a un presidente di guerra. Ma in effetti lo è.

mercoledì 25 febbraio 2009

DISCORSO PER L'IRAQ

Dopo aver spiegato al Paese, attravero il discorso presentato al Congresso, il piano economico e le cose da fare, Barack Obama ha portato alla luce un altro fastidioso problema: il ritiro dall'Iraq.

PRESIDENT OBAMA'S ADDRESS TO CONGRESS

Following is a transcript of President Obama’s address to a joint session of Congress on Tuesday, as recorded by CQ Transcriptions.

OCCASIONI E PAROLE

Nel mondo, in Europa e in Italia si parla da mesi della crisi che ha colpito l’intero sistema economico. Vuoi per il quantitativo abnorme di titoli tossici che hanno inquinato il sistema bancario, vuoi per una mancanza obiettiva del valore del denaro.
La crisi del credito ha portato con se il crollo dell’economia, e le conseguenze sono state inevitabili: perdita dei posti di lavoro; chiusura di molte attività; mancanza di liquidità; difficoltà per le medie-piccole imprese.
Se a questo si aggiungono, in questo breve periodo, le diverse letture di come si potrebbe “sfruttare” la crisi per trovare le migliori soluzioni per la ripresa, emerge, a partire dall’amministrazione Obama, una necessità: agire in fretta.
E sarebbe cosa buona e giusta, oltre che agire in fretta, cercare di sfruttare, in un momento di difficoltà come questo, ogni occasione per promuovere qualunque attività lavorativa.
Nello specifico, a distanza di una settimana, ci domandiamo come mai, durante la manifestazione festivaliera della canzone italiana, non si sia trovata la ghiottissima occasione per promuovere le industrie dei fiori della Riviera ligure.
I numeri parlano chiaro: oltre 20 mila addetti ai lavori; 6.000 aziende impegnate quotidianamente nel comparto floricolo; la prima attività economica della provincia di Imperia.
Nonostante questo, all’interno del teatro Ariston di Sanremo, non è stata presa nessuna iniziativa che promuovesse il settore; né sotto l’aspetto puramente ospitale: un gesto di dono ad ospiti e concorrenti con un bouquet di fiori; né tantomeno sotto l’aspetto promozionale: uno spot che evidenziasse l’attività svolta nella città dei fiori.
Riccardo Giordano, Presidente dell'UcFlor -Mercato dei Fiori di Sanremo -, non ha mancato di far notare attraverso le agenzie di stampa la propria delusione. ''Prendiamo atto che il Festival da oggi non è più per noi uno strumento per la promozione della produzione floricola di Sanremo e della Riviera dei Fiori, e non possiamo che trovare strano l'atteggiamento delle istituzioni locali che decidono di non tutelare la presenza dei fiori della Riviera in un potenziale palcoscenico di grande interesse quale dovrebbe essere il Festival".
Parole durissime quelle usate da Riccardo Giordano, che ha aggiunto: ''Nel momento in cui la Rai, quando vuole non ha alcun problema a promuovere altri territori inventando, promuovendo e trasmettendo fiction costose non si riesce a comprendere come possa essere così difficile pubblicizzare, in una manifestazione così popolare e vista in tutto il mondo, la prima risorsa economica del ponente ligure. E' evidente che si tratta di cattiva volontà!''.
Non vogliamo criticare la manifestazione in sé, ma rimarcare l’operato di chi non abbia preso minimamente in considerazione la visibilità del Festival della Canzone, mancando di promuovere un settore in cui operano oltre 6.000 aziende.
Da più fronti le parole sono state, ad oggi, molte, demagogicamente perfette.
Ma le parole non bastano per far riprendere l’economia, servono idee e soprattutto fatti.
E se si perde un'ottima opportunità per valorizzare uno dei tanti settori colpiti dalla recente crisi, non si può far altro che constatare, in un momento difficile come questo, che si tratti davvero di una dimenticanza imperdonabile.
Daltronde Sanremo è la Città dei Fiori, capitale della Riviera dei Fiori e non la Città della Musica, capitale della Riviera della Musica, e con tutta "Sincerità" e come se a Montalcino si promuovesse il Cinema e non il Brunello ...un elemento imprescindibile, proprio come il testo della canzone vincitrice della sezione nuove proposte.

L'OTTIMISTA OBAMA

Il presidente americano Barack Obama, alle tre del mattino ora italiana, ha parlato in diretta televisiva al Congresso di Washington riunito in seduta comune per la prima volta da quando è stato eletto alla Casa Bianca. Il discorso di Obama, stando alle anticipazioni raccolte dal Foglio, è stata l’occasione per spiegare al paese la sua visione per il futuro, senza ipocrisie sulle difficoltà economiche ancora da affrontare, ma pieno di speranza che il reaganiano “giorno migliore” sia davvero a portata di mano. Obama, insomma, è tornato a pigiare sul tasto del messaggio ottimista, il suo marchio di fabbrica che in queste ultime settimane però aveva messo da parte per sottolineare la gravità della situazione e la necessità di agire in fretta. Ottenuto il sostegno congressuale al piano di stimolo dell’economia da 787 miliardi di dollari (575 di spesa, 212 di tagli fiscali), Obama s’è trovato nell’insolita posizione, per lui, di essere accusato di voler governare diffondendo paura, invece che speranza.
Con il discorso di ieri notte, e con il bilancio fiscale del 2010 che presenterà oggi, Obama ha deciso di ripartire con toni e retorica a lui più consuete, anche perché finora le sue prime mosse non sono state in grado di dare fiducia ai mercati, alle Borse, al paese. Le critiche al suo operato sono bipartisan, arrivano da destra come da sinistra. Politici ed economisti conservatori sostengono che le sue ricette siano di stampo pseudo-socialista e, quel che più conta, dimostrano di essere inefficaci. E’ la tesi, per esempio, del trentasettenne governatore della Louisiana Bobby Jindal, che ieri sera ha parlato in televisione, subito dopo il presidente, proponendo il blocco della spesa pubblica al livello dello scorso anno, nessun aumento fiscale e nessun taglio alle spese militari. I liberal, a cominciare dal premio Nobel per l’Economia Paul Krugman, spiegano che, al contrario, Obama è troppo timido nell’intervenire e che ha fatto troppe concessioni ai repubblicani nel tentativo di voler essere a tutti costi bipartisan, peraltro riuscendo a convincerne soltanto tre. Obama continua ad avere un grande consenso popolare, tra il 62 e il 68 per cento, ancora molto alto, ma in sostanziale calo rispetto a poco tempo fa. ...continua

martedì 24 febbraio 2009

PREPARATIVI DI LANCIO

La Corea del Nord ha dichiarato oggi di preparare il lancio di un satellite in quello che secondo gli esperti sarà un test per i suoi missili a più lungo raggio. L'annuncio, che ha avuto un impatto sui mercati finanziari della Corea del Sud, arriva dopo settimane di minacce da Pyongyang a Seoul e segnali di un possibile conflitto.
Alcuni esperti sostengono che Pyongyang stia usando questa strategia per fare pressione sul governo degli Stati Uniti e sui suoi alleati nella regione, la Corea del Sud e il Giappone, e indurli ad ammorbidire le dure politiche contro la Corea del Nord. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, in visita in Asia la settimana scorsa, ha esortato la Corea del Nord a non fare mosse provocatorie.

GEORGE W. OBAMA

A mettere in fila le ultime tre o quattro notizie americane sul fronte della sicurezza nazionale e della lotta al terrorismo, si potrebbe cominciare a chiamare il nuovo presidente degli Stati Uniti, quello del cambiamento, della speranza e dello “yes, we can”, con il più appropriato nome di “George W. Obama”. Il nuovo Pentagono di Obama ha consegnato alla Casa Bianca un rapporto richiesto al secondo giorno di presidenza dai contenuti scioccanti per i sostenitori della crudeltà, della malvagità e della violazione delle leggi internazionali del duo Bush-Cheney: i detenuti di Guantanamo, dice il rapporto dell’Amministrazione Obama, sono trattati bene e in linea con le disposizioni della Convenzione di Ginevra. Sì, avete letto bene: per gli obamiani, finita la retorica della campagna elettorale, Guantanamo non è più un lager, non è più una vergogna internazionale, non è il luogo dove si tortura la gente, ma un carcere speciale che tratta bene i prigionieri e perfettamente in regola con le norme della convenzione di Ginevra. La notizia è stata pubblicata sulle prime pagine di tutti i grandi giornali americani, aprendo il dibattito su molti blog sul perché, a questo punto, Obama voglia ugualmente chiudere il carcere di Guantanamo (tra un anno, mica subito). Tanto più che la seconda notizia del fine settimana obamiano è questa ...continua

OBAMA FINDS THE BUSH CENTER

Secondo Jonah Goldberg (Los Angeles Times), e non solo, Obama è straordinariamente come il suo predecessore su una serie di questioni.
E' ancora presto, ma penso che stiamo vedendo con Obama quello che è successo con Bush...

lunedì 23 febbraio 2009

US ‘OPEN’ TO RAISING STAKE IN CITI

Il governo Usa ha ammesso di essere aperto all'ipotesi di una «parziale nazionalizzazione» del colosso finanziario Citigroup. Un portavoce del Tesoro, secondo quanto riferisce il Financial Times, «è aperto a considerare la richiesta» di trasformare in azioni ordinarie le azioni privilegiate attualmente detenute dall'amministrazione di Washington. Il portavoce del Tesoro spiega che il nuovo piano di stabilizzazione finanziaria del sistema finanziario, varata due settimane fa dal segretario al Tesoro, Timothy Geithner, prevede la possibilità di trasformare in azioni ordinarie le azioni privilegiate attualmente detenute dal Tesoro Usa.
WASHINGTON — The Obama administration put the nation’s biggest banks on notice Monday that the government could become their biggest shareholder if regulators decide they are not strong enough to weather a deeper-than-expected downturn in the economy.

sabato 21 febbraio 2009

ET VOILA'

Un rapporto del Pentagono, ordinato dal presidente Obama (ripeto: ordinato dal presidente Obama, quello di Yes, we can, proprio lui), ha svelato che il trattamento dei detenuti di Guantanamo rispetta i requisiti della Convenzione di Ginevra. Oh, yes. Camillo sospende le pubblicazioni a oltranza, causa crepapelle. Questo post verrà ripetuto ogni giorno.

venerdì 20 febbraio 2009

DATEGLI ANCHE IL TELEGATTO

La squalifica non è arrivata, perché si è ritenuto che un dubbio, anche se residuale, è incompatibile con l’affermazione di responsabilità disciplinare per condotta gravemente antisportiva.
Nella sentenza si legge: “…il colpo di testa (più esattamente, si è trattato di un impatto di lieve entità tra il capo del calciatore ed il pallone in parabola discendente) imprimeva al pallone una traiettoria verso il basso che subiva un’evidente, rilevante e decisiva deviazione verso la porta avversaria dal contatto con l’avambraccio destro dell’attaccante proteso in avanti.” Ma secondo l’arbitro Rosetti - come successivamente precisato nel fax delle ore 12.47 del 16 febbraio 2009 inviato al Giudice Sportivo - non avendo avuto assolutamente la certezza che il calciatore avesse colpito il pallone volontariamente con il braccio, e non avendo avuto la percezione che lo stesso gesto fosse finalizzato ad un comportamento antisportivo, la segnatura è stata ritenuta valida. The show must go on.

IRAN HOLDS ENOUGH URANIUM FOR BOMB

L’Iran ha sufficiente uranio arricchito per costruire una bomba nucleare. La notizia, riportata dal sito del Financial Times, arriva dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica delle Nazioni Unite, che ha appurato che la repubblica islamica ha prodotto più materiale nucleare di quanto previsto nei mesi scorsi dagli esperti internazionali.
Teheran avrebbe oggi, secondo i tecnici dell’Onu, oltre una tonnellata di uranio depositato negli impianti di Natanz. Una quantità sufficiente ad ottenere i 20 chilogrammi di materiale da fissione considerati sufficienti a produrre un ordigno atomico. Secondo l’ultimo rapporto dell’Onu sul nucleare iraniano, diffuso a metà novembre, la quantità di uranio adatto alla fissione nucleare era di 839 chili. Nei mesi successivi Teheran ha prodotto altri 171 chilogrammi di uranio, oltre le previsioni dei tecnici dell’Aiea.
La notizia arriva proprio nei giorni in cui gli Stati Uniti aprono all’ipotesi di un dialogo diretto con l’Iran. Appena pochi giorni fa nella sua annuale udienza al Congresso il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Dennis Blair, aveva specificato che Washington non ha la certezza che il programma nucleare di Teheran stia effettivamente destinato all’uso militare. "Se l’Iran ha deciso di costruire un’arma atomica", ha detto invece il responsabile dell’Istituto per la Scienza e la Sicurezza Internazionale, David Albright, "sta entrando nell’era in cui può farlo velocemente".

KAMIKAZE IN PAKISTAN

A powerful explosion blamed by police on a suicide bomber killed more than 30 people and injured at least 50 on Friday in the Pakistani city of Dera Ismail Khan, according to residents and Pakistani television reports. ...continua

BILL CLINTON AD "ABC" NEWS

"Obama dovrebbe parlare al pubblico in modo più approfondito in tema di economia".
Former President Bill Clinton gives President Barack Obama an "A" grade for his first month in office, but tells ABC News that Obama needs to put on a more positive face when speaking to the American people about the economy and must keep pressure on Republicans who try to obstruct his plans. ...continua

giovedì 19 febbraio 2009

MUTUI CASA

"Tutti noi stiamo pagando un prezzo per questa crisi dei mutui-casa".
The housing plan unveiled by President Obama on Wednesday goes further than any previous effort to break the vicious cycle of declining home values, rising mortgage defaults and frozen credit that triggered the country's worst recession since the 1930s.

"SU ALCUNI PUNTI LA GUERRA AL TERRORISMO DI OBAMA...

...potrebbe somigliare a quella di Bush”, titola il New York Times
Milano. “Per un presidente non c’è compito più solenne della decisione di inviare le forze armate in zone poco sicure. Lo faccio oggi – ha scritto Barack Obama in un comunicato – consapevole che la situazione in Afghanistan e in Pakistan richiede un’attenzione urgente e un’azione veloce”. A poco meno di un mese dall’insediamento alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non solo non ha ritirato nemmeno un soldato dall’Iraq, dove sembra costretto dalla situazione sul campo e dai consigli dei generali a rispettare il patto di ritiro concordato siglato da George W. Bush e dal governo di Baghdad, ma ha già deciso di inviare nuove truppe in Afghanistan sulla base di una strategia politico-militare ancora da elaborare nei suoi dettagli.
Obama ha aumentato del cinquanta per cento il numero dei soldati americani impegnati in Afghanistan, che ai tempi di George W. Bush era di trentamila, poi negli ultimi mesi portati a trentaseimila, e che il nuovo presidente democratico ha deciso di aumentare di diciassettemila unità. I primi ottomila arriveranno nelle prossime settimane, altri quattromila saranno operativi in estate assieme ai cinquemila di sostegno. Obama ha accettato di seguire l’indicazione del segretario al Pentagono Bob Gates, dopo la richiesta del generale David McKiernan risalente a parecchi mesi fa che ne richiedeva trentamila. La Casa Bianca sta valutando una nuova strategia sull’Afghanistan con obiettivi e priorità della nuova missione magari diversi rispetto al passato. I consiglieri di Obama stanno studiando l’efficacia del “mini surge” da tremila soldati già effettuato in una provincia vicino Kabul e potrebbero suggerire al presidente di concentrare le attività militari americane sull’azione antiterrorismo, lasciando le operazioni di nation building alle forze della Nato. L’idea che circola, non ancora confermata, è che l’America di Obama potrebbe essere meno interessata al futuro democratico dell’Afghanistan e più impegnata alla nascita di un governo forte, stabile e capace di lottare contro al Qaida. ...continua

UNA "PROTEZIONE CIVILE" CONTRO LA FINANZA TOSSICA

Il Summit del G7 di Roma ha purtroppo partorito un topolino. Infatti, al di là delle frasi di rito e di qualche buona intenzione, i governi hanno evitato di “sporcarsi le mani” con i titoli tossici della finanza speculativa come avevano invece domandato con un certo coraggio e lungimiranza alcuni, ancora troppo pochi, uomini di governo. La crisi è prima di tutto finanziaria e poi, di conseguenza, dell’economia reale.
I pacchetti di stimoli economici finora decisi dai vari governi servono e possono attenuare gli effetti devastanti sull’occupazione e sulle attività produttive, ma non possono risolvere la crisi della finanza.
Qualche giorno prima a Bruxelles la riunione dell’Ecofin era stata un esempio di mancanza di iniziative e di decisioni. Mancanze che rischiano di seppellirci sotto le macerie delle banche in crisi. La questione centrale verteva sui titoli tossici e su come trattarli. Una bad bank in ogni paese? Una bad bank per ogni banca? Una bad bank per più banche aggregate? Un’assicurazione statale per i titoli tossici? Una combinazione di tutto questo? ...continua

mercoledì 18 febbraio 2009

"SOGNAVO UN PARTITO NUOVO, HO FALLITO"

"Non ce l'ho fatta, scusate. Berlusconi ha vinto la battaglia dell'egemonia". Poi sferza il partito: "Basta con la sinistra salottiera e giustizialista". E ai suoi avversari interni dice: "Non fate agli altri quello che è stato fatto a me". Sabato l'assemblea costituente: "O un nuovo segretario subito o il congresso". Franceschini reggente. Berlusconi: "Spero ora ci sia un'opposizione disposta a dialogare".
E ora cantiamo tutti isieme

MORE TROOPS HEADED TO AFGHANISTAN

In a statement issued by the White House, Obama said that "urgent attention and swift action" were required because "the Taliban is resurgent in Afghanistan, and al-Qaeda . . . threatens America from its safe-haven along the Pakistani border."
Guarda il video

martedì 17 febbraio 2009

ARCHIVIO GENCHI

E' all'esame dei procuratori aggiunti Nello Rossi e Achille Toro la relazione che il comitato per la sicurezza della Repubblica (Copasir) ha inviato alla Procura della Repubblica di Roma su quello che e' definito "archivio Genchi", contenente informazioni e tabulati telefonici di responsabili e funzionari del servizio di sicurezza. Nell'ambito dell'inchiesta i magistrati della capitale hanno ipotizzato per Genchi i reati di abuso d'ufficio e violazione della legge sulla privacy, iscrivendo il suo nome nel registro degli indagati.

lunedì 16 febbraio 2009

L'INTELLIGENZA HA I SUOI LIMITI

"Il problema delle tecniche di intelligence - aveva osservato il tedesco Markus Wolf, East German spymaster - va ricercato tra l'informazione e la valutazione. Principalmente l'intelligence tratta l'informazione, senza valutazione. Le tecniche possono registrare solo ciò che è avvenuto finora, non quello che potrebbe accadere in futuro ".
Forse è per questo che il direttore della National Intelligence, Dennis Blair, ha detto al Senato che "Iran is clearly developing all the components of a deliverable nuclear weapons program", ma "whether they take it all the way to nuclear weapons depends a great deal on their internal decisions".
Nella valutazione annuale, Blair ha dichiarato che la lotta contro il terrorismo islamista e le guerre in Iraq e in Afghanistan assorbono la maggior parte delle risorse di intelligence degli Stati Uniti.
La settimana scorsa, il presidente Barack Obama ha riconosciuto che l'Iran continua a perseguire il nucleare. Così ha fatto Leon Panetta direttore della CIA: "Non vi è dubbio che essi si prefiggono questo obbiettivo".
Il più grande pericolo per gli Stati Uniti, in base alla valutazione della scorsa settimana, non è l'Iran, o la Corea del Nord o il terrorismo islamico, ma la crisi economica mondiale.
La valutazione è inoltre concentrata sulla proliferazione del nucleare, il traffico di stupefacenti, il riscaldamento globale, la Corea del Nord (della quale si sta occupando Hillary Clinton), e anche il cyber-terrorismo.
L'intelligence degli Stati Uniti ritiene che Osama bin Laden, anche se ancora pericoloso, sta riscontrando grosse difficoltà nel comunicare con gli aderenti di Al-Qaida di tutto il mondo. "Abbiamo visto notevoli progressi da parte dei musulmani contro i gruppi terroristici come al-Qaida", ha detto Blair.
Allo stesso tempo, però, i gruppi nominalmente fedeli ad al-Qaida stanno guadagnando terreno in Oriente, in Africa e Yemen.
Blair ha riconosciuto che in Afghanistan, i talebani hanno ottenuto ottimi risultati in un clima di corruzione governativa, e del mancato sviluppo dello Stato nella ricostruzione dell'economia.
Barack Obama ha dichiarato più volte che all'Iran deve essere impedita l'acquisizione di armi nucleari.
Per ovviare a tale impegno, e in mancanza di certezza assoluta, Obama potrebbe dover effettuare alcune decisioni difficili.

HILLARY IN VIAGGIO NEL SOL LEVANTE

On the 15-hour flight to Tokyo, Clinton made several trips to the back of the plane to speak with reporters. She said that the backdrop for the trip is the global economic crisis. Hours before Clinton's arrival, Japan announced that its gross domestic product had dropped at the annual pace of 12.7 percent, the steepest drop in 35 years. The secretary said that during her meetings with her foreign counterparts she would discuss the details of the U.S. stimulus package and see how "together we are going to approach these economic times."

VALE: 30 E LODE


MILANO TROTTO: 17.02.2009

Partenti e pronostici.

1400 PAGINE

I repubblicani hanno un punto in cui si lamentano: l'eccessiva lunghezza del disegno di legge.

domenica 15 febbraio 2009

ALL-STAR: Slam Dunk Contest

E' alto solo 1.80 metri ma Nate Robinson è capace di volare più in alto di tutti. La 'piccola' guardia dei New York Knicks infatti ha vinto la gara di schiacciate nell'All Star Weekend in corso a Phoenix, battendo il campione in carica Dwight Howard, centro degli Orlando Magic.
Play the video ...it begins the show

MIGLIORI E PEGGIORI

This morning - da Political Punch di Jake Tapper - we learn that C-SPAN has surveyed historians to again come up with a President's Day ranking of commanders-in-chief.
Guarda la classifica qui.

CI HA MESSO POCO/5

U.S. Airstrike Kills 30 in Pakistan
Two missiles fired from American drone aircraft killed more than 30 people, including Qaeda and Taliban fighters, near the Pakistani border with Afghanistan on Saturday, according to a Pakistani intelligence official and residents of the area.

sabato 14 febbraio 2009

DONNE KAMIKAZE


Venerdì una donna kamikaze ha colpito una tenda con all'interno donne e bambini, di riposo durante un pellegrinaggio a sud di Baghdad, uccidendo 40 persone e ferendone circa 80.

IL SENATO APPROVA

In a major victory for President Barack Obama, the Senate approved the $787 billion economic stimulus bill late Friday night by a vote of 60-38.
Guarda il video

CIAO MARCO

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venerdì 13 febbraio 2009

IL MONDO CHE VORREI LIVE

VASCO: “VIENI QUI” IL VIDEO CHE ANTICIPA IL DVD “IL MONDO CHE VORREI LIVE”, PRIMO CONCERTO ROCK REGISTRATO IN ALTA DEFINIZIONE BLU-RAY
IN USCITA A MARZO
L’album “Il mondo che vorrei”, tra i più scaricati dell’anno, è campione di incassi per il Live ’08, tour dei doppi stadi. Il video di “Vieni qui”, quarto singolo in radio in questi giorni, è un’anticipazione dal DVD “Il mondo che vorrei Live” che uscirà il 13 marzo prossimo, per la gioia di quanti lo hanno cercato disperatamente a Natale. Il DVD viene pubblicato per la prima volta anche nella versione film concerto in alta definizione Blu-ray.Per il video Swan, regista di tutti i live di Vasco, ha tratto spunto da un fatto straordinario, realmente accaduto l’estate scorsa: una coppia di sposi “spericolati” è arrivata, con la loro combriccola di amici, direttamente, dalla chiesa allo stadio San Siro, per condividere la loro felicità con gli altri 70.000. Cose che succedono solo con Vasco, i suoi concerti sono vissuti dai fan come una festa. La sposa del video non resiste alla tentazione di scappare al concerto del suo idolo e alla fine riuscirà a realizzare i suoi sogni, anche quello di lanciare il suo bouquet dal palco a un’immensa folla. “Spinoza diceva che chi detiene il potere, ha bisogno che le persone siano affette da tristezza...Stasera noi siamo qui per portarvi un po’ di GIOIAAAA”
Così ogni sera urlava Vasco prima di iniziare il suo concerto, cosi si apre il DVD “Il mondo che vorrei Live”. Vasco, si sa, ama comunicare attraverso le canzoni, ai salotti televisivi preferisce il contatto diretto che stabilisce con i suoi compagni di viaggio dal suo palco durante un concerto. Anche stavolta ha scelto di affidare alla musica e alle immagini il suo messaggio, con il DVD registrato in alta definizione durante il doppio concerto live allo stadio Dall’Ara di Bologna, il 19 e il 20 settembre scorso, un evento senza precedenti nella sua città. Non solo a Bologna, il tour Live ’08 di Vasco si è contraddistinto per i doppi concerti evento creati in ogni tappa, da Roma a Torino, Milano, Ancona, Bari, Salerno, fino a Messina che ha registrato un afflusso record per la Sicilia, per il secondo anno consecutivo. Ancora una volta, dati S.I.A.E., Vasco detiene il primato della musica dal vivo per il 2008 grazie al record di presenze registrato nelle 18 date di tour.http://www.vascorossi.it/

IL MONDO CHE VORREI LIVE

VASCO: “VIENI QUI” IL VIDEO CHE ANTICIPA IL DVD “IL MONDO CHE VORREI LIVE”, PRIMO CONCERTO ROCK REGISTRATO IN ALTA DEFINIZIONE BLU-RAY
IN USCITA A MARZO
L’album “Il mondo che vorrei”, tra i più scaricati dell’anno, è campione di incassi per il Live ’08, tour dei doppi stadi. Il video di “Vieni qui”, quarto singolo in radio in questi giorni, è un’anticipazione dal DVD “Il mondo che vorrei Live” che uscirà il 13 marzo prossimo, per la gioia di quanti lo hanno cercato disperatamente a Natale. Il DVD viene pubblicato per la prima volta anche nella versione film concerto in alta definizione Blu-ray.Per il video Swan, regista di tutti i live di Vasco, ha tratto spunto da un fatto straordinario, realmente accaduto l’estate scorsa: una coppia di sposi “spericolati” è arrivata, con la loro combriccola di amici, direttamente, dalla chiesa allo stadio San Siro, per condividere la loro felicità con gli altri 70.000. Cose che succedono solo con Vasco, i suoi concerti sono vissuti dai fan come una festa. La sposa del video non resiste alla tentazione di scappare al concerto del suo idolo e alla fine riuscirà a realizzare i suoi sogni, anche quello di lanciare il suo bouquet dal palco a un’immensa folla. “Spinoza diceva che chi detiene il potere, ha bisogno che le persone siano affette da tristezza...Stasera noi siamo qui per portarvi un po’ di GIOIAAAA”
Così ogni sera urlava Vasco prima di iniziare il suo concerto, cosi si apre il DVD “Il mondo che vorrei Live”. Vasco, si sa, ama comunicare attraverso le canzoni, ai salotti televisivi preferisce il contatto diretto che stabilisce con i suoi compagni di viaggio dal suo palco durante un concerto. Anche stavolta ha scelto di affidare alla musica e alle immagini il suo messaggio, con il DVD registrato in alta definizione durante il doppio concerto live allo stadio Dall’Ara di Bologna, il 19 e il 20 settembre scorso, un evento senza precedenti nella sua città. Non solo a Bologna, il tour Live ’08 di Vasco si è contraddistinto per i doppi concerti evento creati in ogni tappa, da Roma a Torino, Milano, Ancona, Bari, Salerno, fino a Messina che ha registrato un afflusso record per la Sicilia, per il secondo anno consecutivo. Ancora una volta, dati S.I.A.E., Vasco detiene il primato della musica dal vivo per il 2008 grazie al record di presenze registrato nelle 18 date di tour.
http://www.vascorossi.it/

PROVA PROVATA DI UNA MAGISTRATURA EVERSIVA

“L’imperio delle giurisdizione”: questo è il ritornello che da 40 anni sale in continuazione alla bocca dei magistrati e dei loro fiancheggiatori (a volte sostituito dal “rispetto”, oppure dal “comando”) per spiegare che siccome è scritto che devono rispettare la legge e soprattutto la pari dignità tra diritti dell’accusa e diritti della difesa, per ciò stesso, loro lo fanno. Questa fola è ormai tanto radicata, che se solo uno avanza il sospetto che il fatto che così sia scritto nella legge, non sia affatto sufficiente a garantire che sia rispettato, subito viene colto da fulmini e saette, condannato come eversore e di lì a poco si trova un Oscar Luigi Scalfaro (sommo sacerdote della setta dei magistrati militanti) che dice scempiaggini in piazza, Veltroni plaudente.
Bene, ora però qualcuno ci spieghi dove cavolo è andato a finire il semplice rispetto della giurisdizione nel caso Genchi. Qualcuno spieghi al paese come sia stato possibile che una torma di magistrati che della giurisdizione semplicemente se ne fanno un baffo, abbia permesso che un poliziotto in aspettativa sindacale accumulasse nelle sue mani il potere immenso datogli dal controllo di milioni di dati telefonici di cittadini italiani. Ieri, il Copasir, presieduto in modo eccellente da Francesco Rutelli, ha inviato ai presidenti delle Camere una relazione esplosiva sul mega-contenitore di tabulati telefonici Gioacchino Genchi: “Esiste un archivio informatico imponente che non è stato distrutto e che riguarda un grande numero di cittadini italiani che non sono mai stati indagati. L'acquisizione di dati che riguardano centinaia di migliaia di cittadini, il tracciamento per 20 mesi degli spostamenti del Capo dei servizi segreti italiani, l'ottenimento dei tabulati del capo della investigazione contro la mafia (all'insaputa dello stesso Pubblico Ministero che conduceva le indagini) sono alcuni tra i principali elementi dirompenti che abbiamo accertato e che meritano una riflessione molto severa. La relazione che abbiamo trasmesso contiene analisi di lacune e criticità che hanno comportato rischi per l'efficienza dei servizi segreti, e proposte che il Parlamento potrà esaminare al fine di risolverle”.
Dunque, l’attività di Genchi non solo ha violato il diritti di migliaia di cittadini mai inquisiti, ma ha addirittura messo in discussione sul piano internazionale, la “credibilità” dei nostri servizi segreti, con danni inimmaginabili. ...continua

RELAZIONI/2

Passate le elezioni la tregua va in fumo. Hamas ha ricominciato con i lanci di missili Qassam sul Sud d'Israele, Tsahal ha ripreso l'offensiva sui Territori. Un palestinese è morto e altri tre sono rimasti feriti in seguito a un raid aereo israeliano nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche palestinesi. Questa mattina, l’esercito israeliano ha annunciato che miliziani palestinesi hanno lanciato razzi su Isreale, violando il cessate il fuoco osservato dallo Stato ebraico e da Hamas.
Già andata in fumo la tregua di 18 mesi che si era preventivata.

RELAZIONI

Giovedi notte il vice capo di Hamas ha detto che il gruppo militante islamico ha accettato una tregua di 18 mesi con Israele per la Striscia di Gaza, la segnalazione è stata data dall'agenzia di stampa ufficiale egiziana.
I diplomatici egiziani hanno lavorato per cercare di organizzare una tregua tra Hamas e Israele, trattando un solido "cessate il fuoco". Hamas e Israele si rifiutano di negoziare direttamente.

giovedì 12 febbraio 2009

COMUNQUE VADA

I senatori Riccardo Villari (Gruppo misto), Giovanni Pistorio (MPA) e Marco Perduca (Radicali), hanno annunciato un'interrogazione parlamentare, al Ministro dell'Economia, sulla questione del compenso - espresso in un milione di euro - che sarà versato nelle tasche dello "showman" Paolo Bonolis, per le prestazioni personali del conduttore romano nella settimana della kermesse festivaliera sanremese.
"Un milione di euro per Bonolis a Sanremo e' un compenso esorbitante",hanno dichiarato i parlamentari, aggiungendo: "Da sempre dibattiamo sulla opportunità di stabilire un tetto ai compensi degli artisti, dei giornalisti e chiunque altro in Rai, eppure oggi veniamo a sapere che per il solo conduttore del Festival è previsto uno "stipendio" di un milione di euro, a cui dovranno essere aggiunti quelli di vallette e valletti, ospiti italiani e stranieri, alberghi, feste, sartorie, rimborsi spese e via dicendo. Non bisogna dimenticare che si tratta di denaro pubblico, dei soldi del canone che i cittadini pagano annualmente alla Rai ed è per questo motivo che in un periodo di crisi economica generalizzata, che attraversa anche la Rai, con migliaia di persone che perdono il lavoro e precari a cui non è stato rinnovato il contratto, appare un vero e proprio spreco ingiustificato e francamente avvilente stabilire un compenso tanto ingente a beneficio di una sola persona. Sarebbe anche curioso sapere come mai la notizia di questi compensi stratosferici si abbia solo dalla Rai, servizio pubblico, e mai da altre televisioni".
Ad inizio anno la televisione pubblica francese ha rinunciato, ora solo la sera ma nel 2012 in maniera totalitaria, alla pubblicità. La scelta dettata dalla spinta riformatrice del presidente Sarkozy, al di qua delle Alpi non ha trovato consensi, ma altresì ci si è limitati ad osservare che da noi sarebbe impossibile.
Premesso che il Sig. Paolo Bonolis è un professionista e ha il diritto, in base alla sua bravura e alla sua popolarità, di richiedere una certa cifra per le proprie prestazioni professionali; prendo spunto da un'infima minoranza di persone, contrapposta al volere pressoché unanime nel volersi tenere la Rai da parte del mondo politico, che proporrebbe quel che sembrerebbe giusto: venderla. I costi della televisione pubblica italiana sono troppo alti, né canone, né pubblicità riescono ad amortizzare le spese, e come scrive saggiamente un amico figuriamoci se si togliesse la pubblicità come invece hanno fatto i "cugini" transalpini. Il costo del canone raddoppierebbe.
Dunque la logica porterebbe ad una diminuizione delle spese, ma sul palco dell'Ariston, salvo sorprese, avrà il piacere di condurre il 59° Festival della Canzone italiana, Paolo Bonolis. "Comunque vada sarà un successo", è lo slogan delle ultime edizioni del Festival di San Remo; Bonolis comunque vada intascherà - per il suo lavoro - un milione di euro, e nonostante il compenso sia - come hanno dichiarato i parlamentari - "esorbitante", abbiamo avuto il piacere di ricevere a casa un bolletino di pagamento, per il rinnovo dell'abbonamento (?) TV anno 2009.
Concludo con una citazione (...Un giorno qualcuno chiarirà a cosa serve la Rai: a mantenere in vita una tassa, indecente e truffaldina, denominata “canone”. Un vero successo di pubblico.), aggiungo: comunque vada.

OBAMA CELEBRATES LINCOLN'S BICENTENNIAL WITH "SPECIAL GRATITUDE"

Jake Tapper ci racconta l'ammirazione per Abraham Lincoln da parte del presidente Obama, che oggi ha dato il via alle celebrazioni per il bicentenario.
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MOTOGP - TEST DI SEPANG IN CASA YAMAHA

Valentino Rossi da Tavullia ha ben pensato di aumentare la suspence per l'attesa di questi test con un banale incidente casalingo che lo ha obbligato a qualche punto di sutura alla mano e al piede sinistro. Fortuna vuole che un guanto e uno stivale di una taglia più grandi abbiano consentito a Rossi di completare al 90% il programma di test, saltando solo la prova di durata prevista per l'ultimo giorno.
ROSSI SODDISFATTO - Il responso della pista è comunque più che buono per il campione del mondo che ha continuato nell'opera di "sgrezzatura" della nuova M1 che vista la velocità messa in mostra sembra già molto ben a punto. Vale si dice soddisfatto, Stoner è andato forte ma lui è lì ad un soffio e sa benissimo che 94 millesimi non sono nulla. Tutto lascia supporre che la stagione 2009 ci riproporrà il duello Vale-Casey.
LORENZO CAUTO - Qualche problema in più, invece, per Lorenzo che ha battagliato forse un po' più del previsto con l'adattamento alle Bridgestone. Lo spagnolo ha optato per un approccio più "tranquillo" rispetto a quello di inizio 2008 che ci presentò un pilota velocissimo ma sempre al limite e a volte anche oltre. Quest'anno Lorenzo ha deciso di mettere a frutto l'esperienza accumulata e probabilmente maggior di saggezza lo sta portando ad affrontare la pista con maggiore calma. Tempo e test per migliorare ne ha ancora un po', lo aspettiamo con fiducia.
EDWARDS - Una tre giorni forse sopra le aspettative per un veloce e costante Colin Edwards che ha mostrato tempi di tutto rispetto in tutte le sessioni. La nuova M1 pare che sia di suo gusto e l'americano non si è certo risparmiato. Si dice molto contento del comportamento delle gomme e del feeling trasmessogli dalla moto.
TOSELAND - Non sarebbe male se il texano riuscisse a trasmettere una parte di questo buon feeling a James Toseland, che al contrario ha passato tre giorni da incubo iniziati con un brutto incidente durante il Day 1 e continuati poi con problemi di ogni sorta. Dare la colpa alla moto ci pare obbiettivamente difficile e questo per James deve essere l'anno della raccolta dopo quanto, di discreto, seminato l'anno scorso.
Negli ultimi test a Sepang i piloti hanno girato su tempi molto vicini a quelli fatti segnare nella gara dello scorso anno, nonostante l'arrivo del mongomma, che dovrebbe ridurre sensibilmente i tempi sul giro.
NESSUNA SORPRESA - Il campione del mondo Valentino Rossi, tuttavia, si aspettava che le cose non sarebbero cambiate: "Non sono sorpreso perchè li conosco. I pneumatici sono fantastici e con tre o quattro specifiche di gomme si può fare tutto il mondiale".
BAGARRE - Con il monogmma, si sperava che più piloti potessero aspirare alle posizioni che contano. A Sepang però, Rossi e Stoner si sono confermati al comando: "Mi aspettavo che ci fossero più piloti in grado di lottare per il podio. Ma dobbiamo aspettare la prima gara per capirci qualcosa in più".

DIFFICOLTA' PROCESSUALI/2

Slitta il dibattito sul parere al ddl intercettazioni del Csm che solo nel corso del plenum straordinario di martedi' prossimo valutera' quindi se approvare o meno il documento della VI commissione. Oggi sono state svolte le relazioni di Fabio Roia e Roberto Carrelli Palombi che avevano scritto il documento.

DIFFICOLTA' PROCESSUALI

La Sesta Commissione del Csm, nell'argomentare il suo parere alla nuova normativa sulle intercettazioni, ha dichiarato che ci sia la possibilità di far allungare i tempi dei processi, con il serio rischio di impedirne la celebrazione.
Secondo i relatori Fabio Roia e Roberto Carrelli Palombi, il rischio è legato alla norma che concentra le autorizzazioni alle intercettazioni in un tribunale distrettuale. In quelli di minori dimensioni questa nuova disciplina unita a quella delle incompatibilità dei magistrati "determinerebbe il pericoloso approssimarsi di quel limite di saturazione oltre il quale si verifica la materiale impossibilità di celebrare i processi".
Nella relazione si evidenzia di come in tutti gli uffici giudiziari interessati il "sicuro maggiore aggravio dei carichi di lavoro", senza che "sia stata prevista alcuna misura organizzativa idonea a attenuarne gli effetti di immediato aumento delle loro competenze", "si ripercuoterà inevitabilmente sulla loro capacità di definizione ordinaria dei processi rallentando ulteriormente i tempi di esaurimento degli affari giudiziari".
A questo si aggiunge che il trasferire interi fascicoli ai tribunali distrettuali competenti ad autorizzare le intercettazioni comporterà anche "spreco di personale, risorse ed energie"; e in uffici giudiziari che già ora devono fare i conti con "ben note carenze di organico" questo ulteriore aggravio "non valica solo i limiti della razionalità", ma anche "quelli della materiale possibilità".
Oltretutto - secondo la Commissione del Csm - questo sistema di trasmissione di atti investigativi mette in pericolo la loro stessa segretezza: infatti "non può che far accrescere i rischi di indebita conoscenza del contenuto di atti di indagine con evidenti riflessi sulla salvaguardia della sicurezza degli stessi".
Da palazzo dei Marescialli arriva dunque una secca bocciatura al disegno di legge discusso alla commissione giustizia della Camera: troppi i limiti secondo il Csm, ritenendo nella motivazione della nuova norma, un grave pregiudizio per le attività di indagine.
Un documento approvato con cinque voti favorevoli ed un astenuto.
Il testo preparato dalla sesta commissione del Csm con procedura d'urgenza, è arrivato davanti al Plenum che nelle prossime ore si riunirà in assemblea per discutere e votare.
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MISURE INSICURE

Nonostante le truppe armate governative afghane abbiano rafforzato la sicurezza prima dell'arrivo del nuovo ambasciatore degli Stati Uniti per la regione, Richard Hollbroke, il giorno dopo gli attacchi dei talebani, c'è stata la dimostrazione di con quanta facilità le difese della città possano essere facilmente violate.
Il benvenuto dato dalla guerriglia afgana all’inviato del presidente Obama, Richard Hollbroke, non poteva essere dei più fragorosi e drammatici. Un attacco condotto da una squadra di martiri ha colpito ieri mattina il Ministero di Giustizia, nel cuore del potere a Kabul, un obiettivo considerato irraggiungibile sino a pochi anni fa. All’inizio si era parlato anche di attacchi contro il palazzo presidenziale, ma per fortuna le voci sono risultate infondate. Poco importa, i due obiettivi distano solo poche centinaia di metri. E così la guerriglia ha messo a segno un nuovo colpo nella sempre più insicura Kabul mostrando la sua vera agenda all’amministrazione Obama. Dopo questo attacco, l’Afghanistan è diventato più che mai il fronte principale della guerra al terrorismo.
Mercoledì militanti talebani hanno ucciso 20 persone in un attacco coordinato a tre edifici governativi. Armati di pistole, granate e imbottiti di esplosivo, hanno attraversato le barricate fino a dare l'assalto al ministero della Giustizia nel cuore di Kabul.
"Le misure di sicurezza sono state aumentate del 100 per cento, in particolare alle porte di Kabul", ha detto Abdul Gafar Pacha, il capo unità della polizia criminale, e secondo il Ministero degli interni il numero delle vittime sarebbe salito a 28, mentre i feriti sarebbero 57.
Amrullah Saleh, il capo del servizio di intelligence in Afghanistan, ha detto che ci sarebbe stato, preventivamente, l'invio di un testo dell'attacco ad un leader dei militanti in Pakistan.
L'Afghanistan ha accusato i militanti pakistani di essere dietro a diversi grandi attacchi a Kabul, compreso il bombardamento dell'ambasciata indiana nel luglio scorso, un attentato contro il presidente Hamid Karzai in aprile e l'attacco al lussuoso Hotel Serena nel gennaio 2008.

mercoledì 11 febbraio 2009

ISRAELE DOPO LE ELEZIONI

"With God's help, I will lead the next government," Netanyahu declared, calling for a broad, multiparty coalition.
Livni countered with an appeal to him: "Do the right thing," she said, and join a "unity government" led by her.
The outcome is crucial for the Obama administration, which has made finding a solution to the decades-old Israeli-Palestinian conflict a top foreign policy goal. ...continua

martedì 10 febbraio 2009

SECURITY ALERT

In quello che viene descritto come un "avviso senza precedenti a livello mondiale," l'Organizzazione internazionale della polizia criminale ha pubblicato il più grande elenco di sospetti terroristi: 85 persone.
L'accusa è di aver tramato attacchi terroristici contro il paese e per il sospetto di collegamenti a al-Qaeda.
"Non si era mai verificato prima di chiedere all'Interpol di dare l'allarme al mondo su tanti pericolosi latitanti in una sola volta", ha dichiarato il segretario generale Ronald K. Noble.
"Ci stiamo avvicinando al 16° anniversario del primo attentato al World Trade Center - 26 Febbraio 2009 - e, pertanto, bisogna essere particolarmente vigili dai terroristi di al-Qaeda.
Molti esperti di terrorismo sono preoccupati per la possibilità che al-Qaeda colpirà nuovamente a breve termine, ha detto un ex agente dell'FBI - Brad Garrett - ad un consulente di ABC News.
Secondo l'Interpol ci sono più di 13.000 terroristi sospetti nella propria banca dati.

ALTRI DUE MILIARDI DI DOLLARI

Treasury Secretary Timothy Geithner outlined a massive $2 trillion plan today that he said is meant to stabilize the nation's banking sector and restore the public's faith in the government's ability to handle the crisis.

LA RABBIA DEI DISOCCUPATI CONTRO OBAMA

Imbarazzante confronto con il Presidente: "Non aiutare le banche, aiuta le aziende" Per spingere il Congresso ad approvare in fretta il pacchetto di stimoli all’economia Barack Obama fa tappa a Elkhart, Indiana, immergendosi nelle tensioni del mondo dei disoccupati. Con una percentuale di senza lavoro superiore al 15%, rispetto al 4 del 2008, Elkhart è la cartina di tornasole dell’impoverimento nazionale.
Il presidente sale sul palco per ribadire che «non possiamo permetterci di aspettare» le lungaggini di Camera e Senato. Il Senato ieri ha dato un prima via libera al pacchetto di aiuti all’economia, con una maggioranza di 61 voti su 98 (è richiesto un quorum di 60 voti). Ma il botta e risposta di Obama con il pubblico svela in diretta tv quanta rabbia si sta accumulando nella pancia dell’America. ...continua.
Scritto da Maurizio Molinari

lunedì 9 febbraio 2009

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Si è spenta dopo 17 anni nella clinica "La Quiete" di Udine Eluana Englaro

SCONTI PER I DISOCCUPATI

Barack Obama oggi terrà un incontro al municipio in Elkhart, Indiana.
Elkhart è stata colpita duramente dalla recessione. Il tasso di disoccupazione è salito più velocemente che in qualsiasi altra parte del Paese negli ultimi anni, grazie alla chiusura di diverse fabbriche.

domenica 8 febbraio 2009

"THIS WILL BE A LONG AND DIFFICULT FIGHT"

Portare la pace e la stabilità in Afghanistan sarà molto più difficile che in Iraq, è stata l'espressione usata da Richard Holbrooke, intervenuto alla conferenza sulla sicurezza svolta a Monaco di Baviera, dichiarando di non aver mai, nella sua carriera politica, visto qualsiasi situazione difficile come quella che coinvolge il Pakistan e l'Afghanistan.
"A mio parere, sarà molto più severa rispetto all'Iraq", ha detto Holbrooke, che si recherà nella regione questa settimana.
Holbrooke si è recato a Monaco di Baviera insieme ad una delegazione statunitense che comprendeva anche il Vice Presidente Joe Biden e il consigliere per la sicurezza nazionale James Jones, per discutere dei conflitti internazionali come l'Iraq, il Medio Oriente e l'Afghanistan.
Il Presidente afgano Hamid Karzai ha detto alla conferenza di Monaco che, in uno sforzo per stabilizzare il paese ed arrestare l'insurrezione, il suo governo vorrebbe attuare una riconciliazione con i talebani non legati ad al Qaeda.
"Le prossime elezioni in Afghanistan ... saranno preziose opportunità per dare un nuovo impulso alla riconciliazione", ha detto Karzai.
L'amministrazione di Obama ha chiarito a Monaco di Baviera che necessita di una strategia multilaterale per risolvere i conflitti come quello in Afghanistan, coinvolgendo il maggior numero di alleati. Joe Biden, presente alla conferenza nella giornata di sabato, ha detto che sia Washington che i suoi alleati hanno dovuto assumersi la responsabilità di una strategia con "obiettivi chiari e realizzabili" in Afghanistan. L'America farà di più, ma chiederà di più ai suoi alleati - ha proseguito Biden - In merito all'Iran, Washington è pronta a discutere e offrirà a Teheran una chiara scelta tra pressioni e isolamento o una contropartita significativa se rinuncia al programma nucleare illecito e al sostegno del terrorismo. Gli Stati Uniti continueranno poi a sviluppare lo scudo antimissilistico a condizione che sia efficace e sostenibile come costi e in concertazione con la Russia.
A tal proposito il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha ricordato, ai margini della conferenza, che è stata la "prima uscita" del governo americano, "indicativa del nuovo modo di approcciare la politica internazionale". "L'intervento di Biden è stato in linea con l'impostazione che era stata data da Obama - ha proseguito il titolare di Palazzo Baracchini - vi è questa ventata di novità, per adesso enunciata ma non declinata nei comportamenti. Ma di solito questo produce un'accelerazione degli effetti positivi di una collaborazione che era e resterà ottima, quella dell'Italia con gli Stati Uniti e quella dell'Europa con Washington".
"Credo che la sicurezza europea esca rafforzata dalla riunione di oggi", ha spiegato ancora La Russa, commentando più in generale l'andamento della Conferenza di Monaco. "Non la enfatizzerei, ma neanche credo che ciò che è avvenuto oggi sia inutile", ha aggiunto. Ma ciò che soddisfa di più il ministro della Difesa è che "posizioni tradizionalmente italiane oggi abbiano una più vasta eco". "Anche l'atteggiamento che emerge da questa conferenza sulla necessità di dialogare con la Russia e ascoltare le ragioni di Mosca è una posizione che discende direttamente dallo spirito di Pratica di mare", ha precisato. "Io credo che su questo l'Italia e il presidente Berlusconi in prima persona debbano ritornare, perché sulla scia della posizione italiana oggi si è aperta un'autostrada. E' bene che l'Italia accompagni questo percorso. La strada è quella che ha tracciato Berlusconi. Se l'Italia vuole mantenere un ruolo da protagonista servono delle iniziative. Forse nel G8, ma anche in assoluto".
La delegazione americana ha concluso con gli interventi di Jones, un generale in pensione che gestisce il Consiglio: "Si tratta di un problema regionale. Siamo giunti alla realizzazione che deve essere considerata la regione nel suo insieme". "Non è semplicemente un problema americano. E' un problema internazionale - ha aggiunto - ecco perché l'amministrazione Obama lavorerà in stretta collaborazione con la NATO e con i governi afghani e pakistani per forgiare una nuova strategia globale per soddisfare gli obiettivi raggiungibili. Questo sarà uno sforzo condiviso con i nostri alleati".
Il Generale David Petraeus, Capo del Comando Centrale degli Stati Uniti, ha detto che "questa sarà una lotta lunga e difficile".

MISSIONI IN AFGHANISTAN

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sabato 7 febbraio 2009

INCOMPRENSIONI FRATERNE

New York. “Isabella’s”, ristorante italiano all’angolo tra la Settantasettesima e Columbus avenue. Il pensatore newyorchese Franco Zerlenga ordina una zuppa di funghi, un piatto di asparagi grigliati e un risotto con gamberi, cozze, capesante e salsiccia. Elettore, finanziatore e militante democratico e di Barack Obama, Zerlenga fa un’analisi spietata dei primi giorni della nuova era obamiana. “Finalmente – dice – s’è capito che Obama non è un messia, ma un politico come tutti gli altri, senza nessun potere magico, senza nessun misticismo intorno alla sua presidenza”. Zerlenga nota come al Congresso il piano di rilancio dell’economia porti più la firma di Nancy Pelosi che quella di Obama: “Il Partito democratico, come vuole la tradizione, non è agli ordini di Obama, non esegue le sue disposizioni, fa politica e cura i propri interessi. E l’interesse dei deputati è di essere rieletti tra meno di due anni, non di assecondare le richieste della Casa Bianca”.
Zerlenga spiega che Obama è diverso rispetto al suo partito, tradizionalmente più portato allo scontro ideologico con i conservatori: “Obama, invece, è uno che vuole mettere insieme tutti gli americani”. A Zerlenga il tentativo piace, ma teme che possa fallire e “in quel caso tra quattro anni sarà certamente fuori dalla Casa Bianca”. ...continua

AUGURI KOMANDANTE


LA SCELTA DELL'AMORE

Si sta creando una legge che di fatto ci obbligherà a "vivere", senza avere la libertà di smettere di soffrire. Ma il punto è un altro: quale legge, scritta e non, può prevaricare la volontà di ognuno di noi nel perseguire una cura oppure di decidere, con la consapevolezza che la stessa non potrà mai restituirci la vita, di interromperla?
In questi giorni gli schieramenti pro e contro la vita di Eluana non sono mancati, ognuno con le proprie motivazioni, ognuno con i suoi principi e valori; nessuno sbagliato e soprattutto nessuno che, dettato dalla propria volontà e cultura, abbia direzionato la propria scelta obbligato da chissà quale volere.
Forse inconsciamente, da parte di molti, si è dimenticato proprio questo aspetto: la libertà di scelta.
Impedire la libertà di vivere o morire è uccidere l'amore, quel sentimento che ognuno di noi ha il diritto di esercitare secondo la propria forza, la propria coscienza, i propri voleri e le proprie scelte. Il rispetto verso un genitore che non vuole l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione deve essere lo stesso identico nei confronti di chi, spinto da qualsiasi suo volere, lo vuole; questa si chiama libertà.
Fa male, visto da occhi lontani dal problema, vedere giudicata una persona solo perchè non la pensa come altre, vedere giudicate delle scelte solo perchè non seguono un credo. Fa male perchè così facendo si giudica, ingiustamente, l'amore di un genitore nei confronti della propria figlia.
Non posso capire quale delle due scelte possa fare più male: rimanere ad ogni costo accanto a chi non è più come abbiamo sempre visto, oppure, dopo avere lottato contro chissà cosa, decidere che "vivere" in quel modo non è giusto. Quello che posso immaginare è che in entrambe le circostanze ci sia amore.
Mia moglie, sei anni fa, è stata affetta da un rabdomiosarcoma, ha lottato, combattuto, si è affidata alla cure mediche, e grazie a queste ultime oggi ha la possibilità di portare in grembo una coppia di gemelli. Facendo delle scelte ha sconfitto una malattia e creerà due nuove vite, esaltando il dono più bello che abbiamo: vivere.
La sua scelta è stata dettata dalla possibilità di farcela, dalla fiducia che l'equipe medica che l'ha seguita le ha indotto, e con amore, sofferenza e scienza oggi può dire ce l'ho fatta.
La scelta di Beppino è stata dettata da altri parametri; la consapevolezza che non riavrà mai più sua figlia, la volontà che la stessa Eluana, scritta o non scritta, ha sempre evidenziato nel quotidiano famigliare. E con amore, sofferenza e scienza oggi vuole solamente fare una scelta, quella che ha avuto la possibilità di fare mia moglie e, purtroppo, quelle che hanno fatto, fanno e faranno altre centinaia di persone.
Per una volta, almeno in questa circostanza, sarebbe bene lasciare da parte orientamenti religiosi, fazioni politiche e radici culturali, e pensare che dietro ad ogni dramma ci devono essere sempre delle scelte, a volte condivise altre meno, ma comunque scelte, che devono avere l'assoluta libertà di espressione, perchè dettate da un sentimento, quello a cui ognuno di noi non dovrebbe mai sentirsi privato: l'amore.

giovedì 5 febbraio 2009

LO SFOGO DI UN PADRE

Il padre di Eluana Englaro, Beppino, ha parlato delle difficoltà affrontate in tutti questi anni, da quando il 18 gennaio del 1992 sua figlia è rimasta vittima di un incidente stradale. "Ho iniziato questo iter giudiziario - ha detto - perché i parlamentari non sono stati capaci di affrontare il problema. Una legge sul testamento biologico, come ha anche detto Giovanni Flick, è indispensabile e deve garantire gli stessi diritti alle persone che sono capaci di intendere e di volere e a chi non lo è". Alla domanda se abbia mai avuto qualche ripensamento in tutto questo tempo, Englaro ha risposto di no. "Non mi potrei mai pentire - ha continuato - a tutti ho detto che andrò fino in fondo. non è niente avere tutto il mondo contro rispetto ad avere se stessi contro. Non avessi fatto quello che ho fatto non me lo sarei mai perdonato, perchè avrei avuto contro me stesso". Quello che i coniugi Englaro hanno trovato "inconcepibile" in tutta questa vicenda è stata la difficoltà a far capire che "la libertà è fondamentale e che lasciarsi morire fa parte del diritto all’autodeterminazione".

"THE ACTION AMERICANS NEED"

E' chiaro a tutti che abbiamo ereditato una crisi economica profonda. Si sono persi milioni di posti di lavoro, milioni di famiglie americane hanno lavorato duramente per costruirsi una casa che oggi non c'è più. La gente in tutto il mondo è preoccupata per quello che accadrà domani.
Ciò che gli americani si aspettano da Washington è un'azione immediata, riguardante le necessità urgenti che la vita quotidiana mette di fronte all'intero Paese; un'azione rapida, coraggiosa e saggia per abbandonare una volta e per sempre l'attuale crisi.
Ogni giorno che passa, aspettando di trasformare la nostra economia, è un giorno in cui un numero maggiore di persone perderanno il lavoro, i loro risparmi e le loro case. E se non si fa nulla, questa recessione potrebbe stagnare per anni, affondando la nostra nazione in una profonda crisi, con il rischio di non essere più in grado di intervenire.
Ecco perché sento necessario un urgente piano di recupero. Con esso, si creano o si salvano più di 3 milioni di posti di lavoro nel corso dei prossimi due anni, fornendo immediatamente gli sgravi fiscali al 95 per cento dei lavoratori americani, con la possibilità di smuovere la spesa da parte delle imprese e dei consumatori, e adottare misure per rafforzare il nostro paese per gli anni a venire.
Questo piano ha una strategia per l'America a lungo termine, facendo crescere le opportunità in settori come le energie rinnovabili, la sanità e l'istruzione. Ed è una strategia che, senza precedenti, sarà attuata con trasparenza e responsabilità, in modo che ogni singolo americano possa sapere, come e dove i propri dollari saranno spesi.
Negli ultimi giorni ci sono state critiche a questo piano di recupero, con teorie come l'idea che i tagli fiscali da soli non possano risolvere tutti i nostri problemi, oppure l'ignorare le sfide fondamentali come l'indipendenza energetica e l'elevato costo delle cure sanitarie.
Respingo queste teorie, e così ha fatto il popolo americano, quando si è recato alle urne nel mese di novembre, e senza mezzi termini ha votato per il cambiamento.
Adesso è il momento di tutelare la salute di oltre 8 milioni di americani, che stanno correndo il rischio di perdere la loro copertura sanitaria.
Adesso è il momento di creare due milioni di abitazioni e il 75 per cento di edifici più efficienti sotto il profilo energetico, e di raddoppiare la nostra capacità di generare fonti alternative di energia entro tre anni.
Adesso è il momento di dare ai nostri bambini tutti i vantaggi di cui hanno bisogno: aule, biblioteche e laboratori, la formazione di insegnanti di matematica e di scienze; offrendo il sogno di una scuola di istruzione a portata di mano per milioni di americani.
Ed ora è il momento di creare posti di lavoro costruendo strade, ponti e argini; progettare una rete elettrica che collega ogni angolo del paese.
Queste sono le azioni che gli americani si aspettano da noi, pur sapendo che la nostra ripresa economica sarà misurata in anni, e non in mesi. Ma la pazienza è arrivata al capolinea, e mentre l'economia continua a scivolare, ogni americano non vorrà più vedere ripetere gli errori che si sono commessi nel recente passato, con una politica di stallo che ha portato a trovarci in questa situazione.
Quindi abbiamo una scelta da fare. O continueremo a lasciare ancora una volta a Washington le cattive abitudini bloccando di fatto la via del progresso. Oppure, insieme, potremmo dire che in America il nostro destino non è scritto per noi, ma da noi. Quello che vi dico e che se saremo in grado di agire con coraggio, trasformando questa crisi in un'occasione irripetibile per riemergere, insieme potremo scrivere il prossimo grande capitolo della nostra storia.

mercoledì 4 febbraio 2009

CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO

La Russia ha bloccato i piani di dispiegare missili vicino al confine polacco, in quello che potrebbe rivelarsi a breve termine un segno: Mosca è in cerca di migliori rapporti con il nuovo presidente degli Stati Uniti.
Di questo non c'è ancora stata alcuna conferma ufficiale. Ma relazione tra la Russia che ha sospeso i dispiegamenti di missili, seguita da una conversazione telefonica di questa settimana tra Obama e il presidente russo Dmitry Medvedev, fa presupporre agli analisti che una tale mossa potrebbe aprire la strada per il dialogo.
Medvedev ha dichiarato che il giorno dopo la vittoria elettorale di Obama ha ordinato il dispiegamento dei sistemi missilistici Iskander nella Russia occidentale.
Obama si trova ad affrontare una serie di altre sfide nel trattare con la Russia, tra cui colmare le differenze di espansione della NATO e il controllo degli armamenti strategici.
Alcuni osservatori ritengono che il Cremlino potrebbe ammorbidire la sua politica estera, in relazione anche al rallentamento economico che ha visto il rublo perdere circa un quarto del suo valore dal mese di luglio.
Intanto Mosca giudica come un "segnale nuovo" la proposta del presidente americano Barack Obama di ridurre in modo radicale gli arsenali nucleari di Usa e Russia. Lo riferisce l'agenzia Interfax, citando il vice ministro degli esteri Gregori Karasin.
L'intenzione del presidente Usa Obama ''è molto importante ed è un segnale di novità che deve essere sviluppato durante le trattative dirette tra il ministro degli Esteri russo ed il segretario di Stato Usa, e anche dagli esperti militari - ha spiegato Karasin - Ma come ho detto prima, questo sì che è un segnale fresco da pensarsi in chiave positiva''.
Nell'agenda del nuovo dialogo tra Mosca e Washington figura tra le priorità la discussione sui trattati Start per la riduzione delle armi strategiche nucleari, in scadenza a fine anno. Karasin ha ricordato anche che Mosca ha accolto nei giorni scorsi la richiesta americana per il transito di mezzi non militari e di personale verso l'Afghanistan.
Segnali che allontanano il possibile braccio di ferro che si poteva preventivare, ma esiste ancora un nodo da sogliere: come si comporterà la Russia se Obama dovesse prendere misure drastiche nei confronti di Theran?
Ma anche in questa circostanza è probabile un dialogo che possa mantenere amichevoli i rapporti internazionali, considerando soprattutto la crisi economica che in questo periodo sta attanagliando entrambi i Paesi.

"WE ALL NEED TO TAKE RESPONSIBILITY"

Il presidente americano Barack Obama imporrà un tetto di 500.000 dollari all’anno per i compensi degli executive delle banche e delle altre società che ricevono vaste somme di denaro nell’ambito del piano di salvataggio del sistema finanziario. Lo hanno indicato alti funzionari dell’amministrazione protetti dall’anonimato.
Obama ed il segretario al Tesoro Timothy Geithner annunceranno oggi il nuovo pacchetto di misure in una conferenza stampa alla Casa Bianca. Le nuove regole saranno molto più severe di ogni restrizione imposta durante l’amministrazione Bush e potrebbero costringere i vertici delle società ad accettare pesanti riduzioni dei loro stipendi attuali.
"Trovo allarmante la rapidità con cui la economia si sta deteriorando" ha dichiarato Obama.

NEL GRANDE RISIKO DELLA COMUNICAZIONE TELECOM ASSET STRATEGICO

Perdura la crisi finanziaria, con i mercati che attraversano sempre una fase di depressione. Nonostante le “declamazioni” del World Economic Forum di Davos. Tuttavia la potenzialità dei nuovi grandi affari si intravede. Basta guardare, e non è un fatto di questi mesi, quello che sta succedendo nel settore delle telecomunicazioni, nel nuovo e avveniristico mondo dei media. Proprio sullo sfondo della grande crisi, al di là e al di qua dell’Atlantico, i grandi gruppi si stanno posizionando per quella che potrebbe essere la “grande guerra” per un nuovo “villaggio globale”, dove satelliti, piattaforme, digitale terrestre, sinergie tra cellulare e televisione sono in grado di ridisegnare completamente il pianeta della comunicazione e dell’informazione. Ha fatto scalpore (relativo) che Rupert Murdoch diventasse l’editore di The Wall Street Journal, dovrebbe oggi fare un poco più di sensazione l’interessamento di Yahoo! per The New York Times. Il fatto è che ormai siamo entrati in una nuova fase “esplosiva” dei media, dove si continuano a ridimensionare lo spazio dei quotidiani e si allarga sempre di più quello dei quotidiani on-line e delle televisioni che, con il tramonto del sistema analogico, diventano sempre di più canali tematici. Il vecchio “generalismo” di tv e quotidiani appare come una dimensione del secolo scorso.
E’ vero che la crisi finanziaria e le difficoltà del credito, vere cause della contrazione dei consumi, hanno un peso sui risparmi delle aziende nella pubblicità e nella vertiginosa caduta delle vendite dei giornali. Ma è altrettanto vero che questa crisi ...continua

martedì 3 febbraio 2009

LA "IAF" E' OPERATIVA

Questa mattina, per la prima volta dall'entrata in vigore della tregua del 18 gennaio scorso, un razzo palestinese ha colpito la città israeliana di Ashkelon.
L'ordigno, un razzo di tipo Grad, è caduto su una zona residenziale, causando lievi danni materiali ma nessuna vittima.
Nella notte un razzo Qassam era caduto invece su un Kibbutz nella regione di Sha'ar Hanegev, senza provocare danni né feriti.
"Hamas sta giocando col fuoco - ha dichiarato Mark Regev, portavoce del Primo Ministro Ehud Olmert - e se adesso ci sarà un'escalation Hamas deve incolpare solo sé stessa".
Il leader laburista e ministro della Difesa Ehud Barak intervenuto alla Conferenza di Herzliyala, dove ha proposto la costruzione di un tunnel di 48 chilometri per collegare il nord della Striscia di Gaza alla Cisgiordania e agevolare così gli spostamenti tra i due territori palestinesi, ha dichiarato ai partecipanti che: "In questo momento la IAF - Aeronautica militare - è operativa nella Striscia di Gaza".
Intanto a otto giorni dalle elezioni politiche i leader del principali partiti israeliani entrano nel vivo della campagna elettorale, rimasta in secondo piano durante l'offensiva militare dello scorso mese nella Striscia di Gaza. A sfidarsi a distanza sono Benjamin Netanyahu e Tzipi Livni: il leader del Likud, favorito per la vittoria secondo i sondaggi, ha assicurato gli elettori israeliani che il suo governo non dividerà mai Gerusalemme con i "nemici" palestinesi, mentre la leader di Kadima e attuale ministro degli Esteri ha promesso al contrario che si impegnerà per portare avanti il processo di pace con gli esponenti moderati dell'Autorità Palestinese.
"Non abbiamo riunito la città per dividerla nuovamente, e il mio governo manterrà Gerusalemme unita", ha detto Netanyahu ai giornalisti durante una visita al Monte degli Ulivi, a Gerusalemme. "Un paese sano - ha aggiunto - non dà la sua capitale ai nemici". Il leader del Likud - spiegano i suoi assistenti - ha voluto evidenziare la differerenza tra la sua posizione e quella di Tzipi Livni, che dopo la conferenza di Annapolis del novembre 2007 ha condotto i colloqui di pace con il capo negoziatore palestinese Abu Ala, accettando di dividere Gerusalemme, secondo quanto ha riferito la scorsa settimana il premier Ehud Olmert all'inviato dell'amministrazione Obama, George Mitchell.
Tzipi Livni, intervenuta oggi alla Conferenza di Herzliya, ha annunciato invece che se vincerà le elezioni il suo governo si impegnerà a proseguire il negoziato di pace con i palestinesi. La leader di Kadima ha inoltre affermato che Israele dovrà presentare un suo piano di pace, per non vedersi costretto ad accettare un "piano scritto in arabo o in francese". "Solo una iniziativa israeliana potrà garantire gli interessi di Israele", ha dichiarato Livni.
di Cirdan