Si sta creando una legge che di fatto ci obbligherà a "vivere", senza avere la libertà di smettere di soffrire. Ma il punto è un altro: quale legge, scritta e non, può prevaricare la volontà di ognuno di noi nel perseguire una cura oppure di decidere, con la consapevolezza che la stessa non potrà mai restituirci la vita, di interromperla?
In questi giorni gli schieramenti pro e contro la vita di Eluana non sono mancati, ognuno con le proprie motivazioni, ognuno con i suoi principi e valori; nessuno sbagliato e soprattutto nessuno che, dettato dalla propria volontà e cultura, abbia direzionato la propria scelta obbligato da chissà quale volere.
Forse inconsciamente, da parte di molti, si è dimenticato proprio questo aspetto: la libertà di scelta.
Impedire la libertà di vivere o morire è uccidere l'amore, quel sentimento che ognuno di noi ha il diritto di esercitare secondo la propria forza, la propria coscienza, i propri voleri e le proprie scelte. Il rispetto verso un genitore che non vuole l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione deve essere lo stesso identico nei confronti di chi, spinto da qualsiasi suo volere, lo vuole; questa si chiama libertà.
Fa male, visto da occhi lontani dal problema, vedere giudicata una persona solo perchè non la pensa come altre, vedere giudicate delle scelte solo perchè non seguono un credo. Fa male perchè così facendo si giudica, ingiustamente, l'amore di un genitore nei confronti della propria figlia.
Non posso capire quale delle due scelte possa fare più male: rimanere ad ogni costo accanto a chi non è più come abbiamo sempre visto, oppure, dopo avere lottato contro chissà cosa, decidere che "vivere" in quel modo non è giusto. Quello che posso immaginare è che in entrambe le circostanze ci sia amore.
Mia moglie, sei anni fa, è stata affetta da un rabdomiosarcoma, ha lottato, combattuto, si è affidata alla cure mediche, e grazie a queste ultime oggi ha la possibilità di portare in grembo una coppia di gemelli. Facendo delle scelte ha sconfitto una malattia e creerà due nuove vite, esaltando il dono più bello che abbiamo: vivere.
La sua scelta è stata dettata dalla possibilità di farcela, dalla fiducia che l'equipe medica che l'ha seguita le ha indotto, e con amore, sofferenza e scienza oggi può dire ce l'ho fatta.
La scelta di Beppino è stata dettata da altri parametri; la consapevolezza che non riavrà mai più sua figlia, la volontà che la stessa Eluana, scritta o non scritta, ha sempre evidenziato nel quotidiano famigliare. E con amore, sofferenza e scienza oggi vuole solamente fare una scelta, quella che ha avuto la possibilità di fare mia moglie e, purtroppo, quelle che hanno fatto, fanno e faranno altre centinaia di persone.
Per una volta, almeno in questa circostanza, sarebbe bene lasciare da parte orientamenti religiosi, fazioni politiche e radici culturali, e pensare che dietro ad ogni dramma ci devono essere sempre delle scelte, a volte condivise altre meno, ma comunque scelte, che devono avere l'assoluta libertà di espressione, perchè dettate da un sentimento, quello a cui ognuno di noi non dovrebbe mai sentirsi privato: l'amore.