E' stata una vera battaglia, fatta di colpi leciti e a volte poco leciti. C'è stato di tutto nella gara in cui Indiana avrebbe dovuto tirare fuori l'orgoglio davanti alla platea della Bankers Life Fieldhouse. C'è stato di più nel match in cui Miami avrebbe potuto mettere la parola fine alla finali della Eastern Conference.
E' stata una guerra di nervi, dove alla fine ha avuto la meglio la franchigia di Frank Vogel, meritatamente.
A piè pari si può saltare tutto il primo tempo e gran parte del terzo quarto. Percentuali risibili, punteggio conseguente (64-57 Pacers ad inizio ultimo periodo), un numero consistente di falli. Con il prescelto costretto a passare metà del tempo di gioco seduto in panchina.
Gli ultimi dodici minuti un'Eldorado.
L'inizio a dir poco promettente: Lance Stephenson che soffia nell'orecchio di LeBron. Questo sarebbe bastato per farmi capire a cosa stavo andando incontro.
A 3:50 dal termine LeBron, proprio lui, mette la tripla dell'81 pari, nella sua personalissima partita di Playoff meno prolifica di sempre: 7 punti, 20% dal campo, 3 palle perse e 5 falli.
Indiana non ci sta e con Paul George (37 punti, 15-28, 6 rimbalzi e 6 palle rubate), autore di un ultimo quarto da 21 punti, piazza la tripla del +4 (88-84) a 1:50 dal fischio della sirena.
Palla Heat e Chris Bosh replica a George dall'arco, trovando gli dei del basket appiccicati al tabellone.
Possesso che torna a Indiana, sfera che finisce ancora nelle mani di PG#24. Bang! Ancora una tripla, ancora +4. Sembra finita.
Miami non concretizza, Indiana vola in contropiede con George Hill, ma dal nulla spunta ancora il #6 che stampa il pallone sul tabellone. Miami è ancora viva.
Si va di la. Wade pesca nell'angolo Rashard Lewis. Bang! 90-91 Pacers.