Gli Stati Uniti, Los Angeles, la voglia di sviluppare nuove idee attraverso diverse prospettive erano ormai diventate prerogative dei quattro ragazzi di Birmingham.
La "giungla di cemento", nel maggio del 1972, era diventata troppo stretta e da li a poco l'aria si sarebbe fatta più pesante. Gli attentati che uccisero ventuno civili al "Mulberry Bush" e al "Tavern in the Town" lo testimoniarono amaramente.
Si comprese che determinate abitudini avrebbero allungato i tempi di scrittura, si capì che una serata al Pub e l'altra anche non avrebbero acellerato il processo di composizione.
Il suggerimento arrivò direttamente da Patrick Meehan: prendere il primo volo e attraversare l'oceano. Destinazione Los Angeles.
Nessuno ebbe dubbi.
A Bel Air venne affittata la villa di John Dupont, un industriale americano che si occupava di vernici e similari. L'abitazione era perfetta. Dotata di una stanza tipo sala da ballo che si affacciava sulla piscina, tutti i confort possibili di quel periodo e due ragazze francesi che facevano parte "dell'arredamento".
Non mancava davvero nulla.
Questo poteva far pensare che se il Pub di Aston distoglieva l'attenzione, Los Angeles avrebbe seriamente rischiato di non farla tornare più.
E invece le idee, le canzoni e tutto quel che riguardava l'aspetto puramente discografico non subì alcun contraccolpo, anzi.
Dopo i primi tre lavori, classificabili come trilogia della genesi, VOL.4 stava iniziando ad assorbire e trasmettere quella voglia di sperimentazione.
Le variazioni sul sound dei Sabbath incorporano elementi progressive rock, figli del periodo in cui Tony Iommi militò nei Jethro Tull, l'uso del pianoforte, del mellotron, dell'orchestra.
L'atmosfera americana aveva fatto decisamente bene e lo studio di regiStrazione, The Record Plant, stimolava ulteriormente la verve creativa del gruppo.
Uno studio all'avanguardia, decisamente migliore di quelli in cui avevano registrato, al punto che spinse i quattro a voler produrre l'opera completamente da soli, senza l'ausilio di Rodger Bain.
E non tanto perché non si fidassero di lui, quanto per il desiderio di realizzare da cima a fondo tutto il lavoro. Si mormora che da quel giorno Rodger scomparve e non volle parlare più con nessuno.
Il tutto si concluse nell'arco di due mesi. Durante quel periodo parecchia strumentazione fu portata nella villa di Dupont, utile a comporre le ultime canzoni dell'album.
L'ambiente aveva portato la band a lavorare come dei professionisti: atteggiamento sempre attivo, presenza costante e soprattutto l'obbiettivo di realizzare qualcosa di diverso.
Il pianoforte trovato nella sala da ballo servì per la composizione di "Changes". Lo trovò Tony, che prese l'abitudine di suonarlo. Soprattutto la notte. In una di queste entrò Ozzy, che al suono di Iommi esclamò: "Oh, mica male!". Cominciò a canticchiarci sopra, mentre Geezer si mise ad accompagnare con un mellotron. L'idea di registrarla fu immediata.
Suonava strana, non sembrava qualcosa dei Sabbath, ma piaceva. Intrigava.
A Laguna Beach nacque "Laguna Sunrise", realmente ispirata al sorgere del sole.