lunedì 31 maggio 2010
domenica 30 maggio 2010
PIU' CHE UN UOMO UN TRIPLETE
Pochi giorni fa ho scritto di Telecom, e anche Camillo ci fa sapere che un giudice di Milano ha stabilito che i dossier illegali Telecom (caso Tavaroli) – compresi quelli su mezza Serie A, calciatori, dirigenti e arbitri di calcio – non erano iniziative private di tre spioni fuori controllo, ma erano stati commissionati dal gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera e Carlo Buora. Tronchetti è il secondo maggior azionista di una squadra di calcio, una a caso. Carlo Buora era il vicepresidente della medesima squadra di calcio, quella di proprietà di un membro del cda Telecom al momento di calciopoli. Non avete ancora capito di quale squadra sto parlando? Dài, è facile: è quella che è diventata campione d’Italia grazie all’azzeramento delle avversarie, con tanto di scudetto regalato e un qualche favore milionario, deciso da un plenipotenziario Federcalcio, ex presidente della Telecom ed ex membro del cda della stessa squadra profittatrice (più che un uomo, un triplete).
sabato 29 maggio 2010
ELITLOPPET 2010 / 3
Seconda batteria, di prestigio perché sarà al via il trionfatore dello scorso anno: Torvald Palema. Ma entriamo nei dettagli sempre con l'attenta analisi di Luca.
NOBEL PER LA PACE / 42
Altro attacco obamiano in Pakistan, 11 le vittime.
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NESSUNA APPROPRIAZIONE INDEBITA
Il giudice Panasiti ha deciso: non ci fu appropriazione indebita ai danni di Tronchetti nelle operazioni condotte dalla Security interna guidata da Giuliano Tavaroli
Viene prosciolto da tutte le accuse per il caso Telecom lo 007 Marco Mancini, numero uno del nostro controspionaggio. E contemporaneamente viene sancito che non era una scheggia impazzita, un gruppo di potere fuori controllo, a gestire il delicato ufficio Security di Telecom all'inizio degli anni Duemila. Questa mattina il giudice preliminare Mariolina Panasiti pronuncia la prima sentenza sul caso dei dossier illegati realizzati dalla Security di Telecom sotto la guida di Giuliano Tavaroli, l'ex carabiniere diventato uomo di fiducia di Marco Tronchetti Provera: ed è una sentenza che in pochi ma essenziali passaggi ribalta la linea d'accusa seguita dalla Procura della Repubblica. Secondo la Procura, dossieraggi e incursioni erano avenuti all'insaputa dei vertici dell'azienda, e con l'obiettivo non di garantirne la sicurezza ma di succhiarne risorse per milioni di euro. Per questo Tavaroli e l'investigatore privato Emanuele Cipriani erano accusati di appropriazione indebita ai danni di Telecom e Pirelli. E proprio questa è l'accusa che il giudice Panasiti spedisce nel cestino della carta straccia. I reati, dice in sostanza la sentenza, vennero effettivamente commessi: furono corrotti poliziotti e finanzieri per spiare l'anagrafe penale dei cittadini, vennero violati i computer delle aziende "nemiche". Ma questo avvenne nell'interesse di Telecom, e non contro di essa. Per questo il giudice restituisce gli atti dell'udienza alla Procura: perchè riprenda a indagare, e stavolta senza indulgenze verso i top manager dell'azienda.
NON DIMENTICHIAMOLI
Sono passati 25 anni da quel 29 Maggio del 1985, quando 39 persone, in gran parte tifosi bianconeri, persero la vita allo stadio Heysel di Bruxelles, dove si giocava la finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool. Da quella notte che trasformò un sogno in un incubo. Una curva in un sudario. Un prato verde in un fronte di guerra. Cosa è rimasto oggi di quella tragedia annunciata? Quali immagini, quali volti, quali parole si sono sedimentate nella memoria? E quali invece sono state sconfitte dal tempo, dall’ipocrisia, dall’indiffernza? E perché ancora oggi in alcune curve italiane campeggiano striscioni con la scritta “Heysel, 29 gobbi di meno”?
Emilio Targia, sopravvissuto per caso a quella notte di follia, prova oggi a mettere insieme gli appunti, i ricordi, le parole di quel 29 maggio. Di quel che accadde prima. E di quel che non accadde dopo. Una prova di memoria a più voci, con le testimonianze di ex-giocatori, scrittori, politici, giornalisti e artisti che quella sera vissero in prima persona la tragedia dell’Heysel. O che seguirono da casa la drammatica diretta televisiva. E con il racconto inedito di alcuni sopravvissuti.
Un lavoro dedicato soprattutto a quelle 39 persone innocenti. Morte per una partita di calcio.
Perché dimenticare sarebbe ucciderle una seconda volta.
venerdì 28 maggio 2010
FEBBRE DA STADIO
Ai confini tra trash e commedia all'italiana, a Napoli va avanti, presso l'aula 216 della IX sezione penale, il processo denominato Calciopoli. Al termine dell'ultima udienza andata in scena martedì 25 maggio, Luciano Moggi ha voluto rilasciare una dichiarazione spontanea.
Quello che leggerete qui riportato non ha nulla a che vedere con quanto dichiarato dall'ex dirigente bianconero, ma un racconto di fantasia che rispecchia il pressapochismo del Paese, sia per quel che concerne lo sport, sia per la giustizia.
Ora voce ai protagonisti, che dopo quanto ascoltato in questi mesi dalla voce dei teste dell'accusa, hanno finalmente spiegato cosa accadde veramente al calcio del "bel Paese"...
CLAMOROSO, DAVVERO, PARTE TERZA
Anche noi di GLMDJ abbiamo qualcosina da aggiungere...
Il pm di Calciopoli Narducci, ha curato la prefazione de “I mondiali della vergogna” del giornalista argentino Pablo Llonto. ll libro dedicato ai mondiali che si giocarono in Argentina nel '78 in piena dittatura militare e presentato in questi giorni in Italia.
Non entriamo nei contenuti del libro e non esprimiamo giudizi, ma formalmente, il pm Narducci ha partecipato alla presentazione del libro insieme al capitano dell’Inter J. Zanetti e con ospite a sorpresa proprio il presidente nerazzurro Massimo Moratti. Riportiamo testualmente quanto scritto da Repubblica: ”A fine presentazione saluti calorosi tra Moratti e Narducci, poi via insieme in ascensore e nulla di più”. Ora non vogliamo dare giudizi, certo è che nulla si fa per salvare almeno le apparenze; vedere il pm Narducci, accusatore nel processo di Napoli, a braccetto con il presidente nerazzurro, chiacchierare amabilmente con il capitano interista non aiuta a distendere gli animi e si somma ad altri episodi “dubbi”.
Immaginate una situazione in cui Guariniello, durante il processo per doping, discute amabilmente con Del Piero dell’uscita di un libro ed interviene a sorpresa Antonio Giraudo ad intrattenere la compagnia..
Senza dimenticare che Massimo Moratti è da tempo annunciato come testimone al processo di Napoli dove lo stesso Narducci è impegnato in prima persona.
Vi sembra eticamente corretto che un pm incontri un teste prima dell'esame in aula?
ELITLOPPET 2010 / 2
Ieri vi avevo preannunciato che avrei approfondito nei dettagli le due batterie che formeranno i magnifici otto per la disputa della finalissima. Con l'esperienza e la cultura di Luca (quel tizio che di Trotto ne mastica e ne dovrebbe insegnare a tanti) caliamoci nella prima batteria, analizzando le chance degli otto partenti.
CLAMOROSO, DAVVERO, PRIMA E SECONDA PARTE
Camillo, come d'altronde facciamo noi da quattro anni a questa parte, non se ne perde una e ci racconta che sul sito della Gazzetta dello Sport c’è un video davvero incredibile. Il pm di Napoli Giuseppe Narducci, quello del processo alla Juventus di Moggi, non si capisce bene per quale motivo intervista Javier Zanetti, il super capitano della squadra multicampione proprio grazie alle inchieste della procura di Napoli. Siamo sui territori delle affinità elettive Travaglio-Ingroia, l’ennesima conferma del malcostume etico italiano. Ma ormai siamo abituati a tutto. La cosa formidabile non è tanto che il pm Narducci, se potesse, proverebbe a moralizzare trentadue anni dopo anche il calcio del 1978 per la "vergogna" di aver giocato il Mondiale nell’Argentina dei generali, ma che a un certo punto dica a Zanetti, testuale: «Qualche anno fa il subcomandante Marcos ha iniziato un dialogo con te e la tua squadra – c’è anche una foto del subcomandante Marcos con la tua maglietta – e chiese a voi di giocare due partite, una in Messico e una in Chiapas, non credi che questa possa essere una delle più straordinarie partite del calcio mondiale». Di fronte alla risposta diplomatica e perplessa di Zanetti, consapevole che il patetico rivoluzionario marxista non è esattamente un modello da sbandierare, il pm Narducci ha insistito: «Di solito si giocano partite inutili, questa se la farete potrebbe essere la partita tra l’Inter e gli esclusi del mondo». Toghe rosse? Nooo.
Nemmeno ventiquattro ore e Camillo domanda: E chi c’era, ieri, alla presentazione del libro "Il mondiale della vergogna" assieme al pm Giuseppe Narducci? Il petroliere amico del subcomandante.
QUEL VIZIO CHE HANNO TUTTI QUANTI
Che la Dott.ssa Teresa Casoria, Presidente del procedimento in corso presso la IX sezione del Tribunale di Napoli denominato Calciopoli, sia a volte un po' indisciplinata, l'ho potuto constatare quando, nell'estate di un anno fa, dichiarò: «In questa sezione abbiamo anche processi più seri da portare avanti, nel senso che abbiamo pendenti casi con gente agli arresti…»
Un giudice non dovrebbe esprimere mai alcun giudizio, prima della sentenza. Di nessun tipo. Ed è giusto.
Come giusto è sottolineare che il principio in questo caso esposto (la precedenza ai processi con detenuti) è regolarmente fatto valere, ma nella fissazione del calendario. Mentre la procura di Torino lo ha addirittura codificato in una raccomandazione ai pm, cui è stato suggerito di lasciar perdere i fascicoli destinati a prescrizione. Come si vede, appunto, nella pratica è violato (qualche volta giustamente, e non è questo il caso) il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale.
A distanza di un anno, la "calda" Casoria, ha nuovamente espresso, e si badi bene che non è un'assoluzione, un concetto che, per chi segue regolarmente il processo di Calciopoli, non fa una grinza: «Ecco, sarebbe opportuno - questo è un brutto vizio che hanno tutti quanti - non parlare proprio.»
In soldoni: ha espresso l'idea che si è fatta, sia del parlare con designatori e arbitri che di quanto fosse diffuso il "vizio".
giovedì 27 maggio 2010
ELITLOPPET 2010
Domenica prossima andrà in scena l'Ippica, quella con la "I" maiuscola, Solvalla il teatro.
Un addetto ai lavori ha già espresso quanto segue: "Il piu' bel Elitlopp degli ultimi 20 anni!"
Un addetto ai lavori ha già espresso quanto segue: "Il piu' bel Elitlopp degli ultimi 20 anni!"
Domani e dopo domani analizzerò le due batterie nei dettagli, o meglio, darò "voce" a chi di Trotto ne mastica e ne dovrebbe insegnare a tanti.
L'apertura di questi quattro giorni imperniati tra cavalli e natura la dedico a Triton Sund, incredibilmente sottovalutato dai "book", ma secondo lo scrivente uno dei protagonisti della kermesse.
L'ultimo impegno del figlio di Viking Kronos e Jade Sund è datato 15 maggio, l'Ådalspriset l'evento, con in sulky il solito grande Örjan Kihlström. Non faccio mistero che il tifo sarà tutto per lo svedese di proprietà di Yvonne & Olle Lindstrom.
RITROVARSI
Liberamente ispirato da un racconto di Davide Saliva. La Follia, per Noi garantisti, è la figura di colui che ha per sempre distrutto ogni nostro sogno. L'Amore, invece, siamo Noi, che abbiamo ritrovato per sempre la nostra coscienza, il nostro pensiero, che mai e poi mai venderemo al primo offerente.
Invidia, Rabbia e Falsità, gli "amici" della Follia, complici ed artefici di quel fine che Noi, l'Amore, combatteremo per sempre.
Presidente, ricorderemo sempre il suo amore per la Juventus e quello che ha saputo trasmettere a milioni di tifosi.
E ANCHE IL MANCIO TRADI' ZILIANI
Chi ha giocato a calcio, in qualsiasi categoria, avrà provato almeno una volta la sensazione di essere defraudato. Basta che un arbitro, alla fine di una partita persa in maniera rocambolesca, stringa la mano al capitano avversario, perché si parta subito con le illazioni di rito: “Ecco, lo vedi? Quello è un loro amico! Lo dicevo io che con questi è impossibile vincere!”. Ho assistito a scene del genere addirittura al termine di partite di allievi: ragazzini di 14 anni che, istigati dai genitori, avanzavano sospetti di ogni tipo su un povero cristo che veniva additato come un vero e proprio picciotto.
Strano a dirsi, ma l’idea che ci sia qualcosa di “losco” riesce ad accomunare il calcio amatoriale a quello professionistico. C’è solo una differenza di fondo: i commenti alle partite degli amatori restano circoscritte all’interno del campo di gioco (al massimo si continua a discutere al bar, subito dopo la fine dell’incontro), quelle tra i professionisti trovano sfogo anche in tv e sui giornali. Ma il tenore è sempre quello: generalmente, chi vince ha qualche santo in paradiso e chi perde ha subìto un’ingiustizia. Che il protagonista si chiami Pinco Pallino e sia un portiere obeso della più infima squadra di Terza Categoria, oppure Carlo Ancelotti ed alleni i Campioni d’Europa, la musica non cambia. Ad ogni sconfitta, magari determinata da una svista arbitrale, il sospetto è automatico: c’è del marcio in Danimarca!
PASSATO, PRESENTE E FUTURO
Il maggiore Auricchio aveva candidamente confessato che l’indagine condotta per venire a capo di un calcio a detta di tutti malato ruotava attorno al sistema Moggi, e così anche di fronte alla confessione dell’assistente Coppola, che parlava di pressioni ad uso e consumo interista, gli inquirenti non approfondirono: «A noi non risultavano pressioni interiste, non abbiamo intercettazioni».
Piaccia o non piaccia di intercettazioni ne sono uscite altre, che questa redazione non pubblicherà, ma su cui è giusto fare un po' di chiarezza.
Avevo additato come non troppo rilevante la telefonata tra Bergamo e Facchetti prima della semifinale di Coppa Italia tra Cagliari e Inter, telefonata che aveva come tematica lo score di Bertini coi nerazzurri. Bergamo cercò di creare i presupposti per una sfida che avrebbe dovuto svolgersi senza troppe pressioni, senza offrire il fianco ad eventuali proteste, nonostante Facchetti avesse ricordato all'ex designatore il bilancio dell'arbitro di Arezzo: «4-4-4 con lui», inteso come vittorie, pareggi e sconfitte.
Ma ecco il dopo gara.
mercoledì 26 maggio 2010
NUN CE VONNO STA'
Le pagine più estremiste del giornalismo italiano, quelle sportive interiste del Corriere della Sera, dopo aver osannato per anni l’onestà morale di Roberto Mancini e le sue magnifiche doti di condottiero calcistico (Mancini era "l’allenatore che vince sempre", anche se arrivava sempre terzo), ieri hanno prodotto un miserabile trafiletto dal titolo "Mancini in tribunale perde la memoria". In sintesi ai redattori nerazzurri non va giù che l’ex allenatore prediletto, finalmente interrogato in un tribunale e non da loro medesimi, abbia detto che le accuse rivolte agli avversari di Torino erano chiacchiere da bar, cose che si dicono alla fine di una partita causa foga agonistica. I tifosi del Corriere non se ne capacitano e quindi Mancini "ha dato un contributo minimo all’accertamento della verità su come andavano le cose nel calcio italiano quando Moggi era d.g. della Juventus". Certo, la verità è quella che Recoba e Zamorano non battevano Ibra e Trezeguet perché c’era il lupo cattivo.
Delle due l’una: o i redattori della curva di via Solferino hanno prova che Mancini ha mentito sotto giuramento oppure Mancini ha dato un contributo massimo all’accertamento della verità. In ogni caso, non è giornalismo.
CERCHIAMO RISCONTRI
Parto da un presupposto: diventa sempre più difficile parlare di calciopoli e parlarne in modo corretto.
Alla disinformazione è subentrata una seconda fase dovuta da una parte all’appagamento di vittorie “degli indossatori di scudetti altrui” culminato con la conquista della Champions League, dall’altra allo sconforto di una parte dei sostenitori juventini che non credono più che la storia possa essere riscritta.
Proprio nei giorni scorsi, ascoltando l’ennesimo richiamo di Moratti a calciopoli, mi sono chiesta se il presidente dell’inter è a conoscenza che Radio Radicale mette a disposizione l’audio integrale del processo di Napoli a cui si unito ultimamente anche Corriere.it con il video in diretta delle udienze e che le nostre informazioni non sono più quelle filtrate dai media del 2006.
Me lo chiedo perché è facile, fin troppo, poter approfittare della posizione di privilegio in cui si culla Moratti per accusare ed offendere certo di non subire conseguenze, certo di non essere giudicato, certo di poter avere compiacenti esecutori delle sue idee; se togliamo i filtri della gazzetta e degli altri media, di certezze ne rimangono poche per lasciare ampio spazio ai “sentito dire”.
Ma andiamo per ordine.
NOBEL PER LA PACE / 41
Raid aereo uccide mediatore nello Yemen
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GIORNATA DA PREMIO NOBEL
Camillo ci tiene aggiornati, e ci fa sapere che Barack Obama ha:
a) autorizzato operazioni militari coperte in Africa, Asia e Medioriente
b) autorizzato un attacco missilistico in Yemen
c) deciso di inviare 1200 soldati al confine col Messico
d) minacciato manovre navali militari contro la Corea del Nord
a) autorizzato operazioni militari coperte in Africa, Asia e Medioriente
b) autorizzato un attacco missilistico in Yemen
c) deciso di inviare 1200 soldati al confine col Messico
d) minacciato manovre navali militari contro la Corea del Nord
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BAVAGLIO OBAMIANO
L’Amministrazione Obama, dopo aver ottenuto un mandato di comparizione in giudizio per un giornalista del New York Times, la condanna a venti mesi di carcere per un linguista assunto temporaneamente dall’Fbi che ha svelato, attraverso un blog, un paio di notizie di un’indagine FBI contenute in alcuni documenti coperti dal segreto. Il mese scorso, inoltre, il ministero della Giustizia di Obama ha avviato le procedure di incriminazione nei confronti di un funzionario dell’NSA che ha dato informazioni al Baltimore Sun.
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UNA VECCHIA TECNICA PER UNA NUOVA SCAPPATOIA
Il 22.04.2005 in una telefonata tra Mazzini e Giraudo, presentata dai pm con «il fine di esaltare la capacità e la potenza del gruppo», Mazzini rivolgendosi a Giraudo afferma «però..però devo dire a Siena il nostro amico è stato eccezionale, eh.. ».
La partita in oggetto è Siena-Milan, argomento sottoposto anche all’attenzione di Carlo Ancelotti, allora tecnico del Milan, durante la deposizione resa l’ 11.05.10 nell’aula 216 del tribunale di Napoli.
Episodio che Meani ha voluto riprendere a mezzo stampa negli ultimi giorni, appoggiando la tesi accusatoria : «Ha ragione il pm: ci difendevamo, eravamo vittime di un sistema fatto dalla Juventus e dai due designatori» dove, oltre a ricordare gli eventi sfavorevoli ai rossoneri nella partita Siena-Milan ed attribuire erroneamente a Giraudo la frase pronunciata da Mazzini, tiene a precisare che l’ex Ad della Juventus ha un “ruolo” più importante, un “livello ben più alto” , cercando in questo di alleggerire la sua posizione.
Il giochino di lasciare intendere qualcosa che mediaticamente possa far apparire una diversa realtà dei fatti, non funziona più.
martedì 25 maggio 2010
DECISIONI LECITE
E' attesa per venerdi' prossimo 28 maggio la decisione del gup di Milano Mariolina Panasiti in merito alle richieste di patteggiamento, di rinvio a giudizio e di processo con rito abbreviato nei confronti dei 36 imputati, tra cui l'ex capo della security di Pirelli e Telecom, Giuliano Tavaroli, l'investigatore privato Emanuele Cipriani, e il funzionario del Sismi Marco Mancini, sui dossier illeciti.
ROSSI DI VERGOGNA
Lo scudetto 2006 di Calciopoli, lo swap Ifilbanche, le frodi fiscali della Telecom Sparkle... Non c'è vicenda discussa, nell'olimpo della banca e finanza, in cui manchi da 30 anni il suo zampino. Ne ha viste e fatte più di Bertoldo, ma lui sopravvive alle tempeste, gli altri ci rimettono le penne. È Guido Rossi. Nemico di Enrico Cuccia, ha imparato l'arte da lui.
Nemico dei patti di sindacato, spesso questi si reggono però con le sue sottili interpretazioni, davanti alla Consob. Profeta della public company, ha visto il suo modello diventare in America moltiplicatore di bolle, grazie ai manager onnipotenti perché privi di azionisti capaci di controllarli.
Quando ci prova lui, come in Telecom, perde e passa la mano, pronto a sostenere in giudizio che Roberto Colaninno ha torto e Franco Bernabè ragione. Marco Tronchetti Provera molla il timone e a lui lascia la reggenza, convinto che si sarebbe opposto a Romano Prodi e avrebbe difeso l'intesa con Rupert Murdoch e Telefonica. Ma Rossi rilascia a Bernabè.
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"DOPO LA PARTITA SI DICONO TANTE COSE"
Vi ricordate di Roberto Mancini, il grande accusatore delle malefatte di Luciano Moggi che gli avrebbe impedito di vincere fior di scudetti e che finalmente calciopoli e guido rossi lo hanno proclamato vincitore a tavolino? Interrogato finalmente in un tribunale, e non solo nelle cronache della Pravda rosa, dice che non sapeva niente, che le sue erano parole in libertà, foga agonistica da dopo da partita. Siamo un paese fondato sulle chiacchiere da bar.
ORA NON RICORDA, ANZI, SMENTISCE
E’ il giorno di Roberto Mancini, l’ultimo testimone presente nella lista dell’accusa a disposizione dei due pm Narducci e Capuano. Nell’udienza odierna ci sarà spazio anche per le parti civili e dalla prossima, prevista come da calendario per il 1 giugno, inizieranno a sfilare i testimoni chiamati dalla difesa.
Una vigilia movimentata e animata da anticipazioni su nuove intercettazioni in mano alla difesa di Luciano Moggi, la più importante, quella in cui l’arbitro Bertini si lamenta con Bergamo delle pressioni di Facchetti prima dell’inizio dell’incontro Cagliari-Inter del 12.05.2005. Verranno richieste trascrizioni di ulteriori contatti riguardanti una squadra di Milano, degli arbitri Collina e Rosetti, oltre che dell’ex componente dell’AIA il signor Boschi di Parma.
Ma affrontiamo la deposizione di Mancini.
Il primo argomento affrontato è in riferimento a Inter-Lazio arbitrata da Trefoloni. Capuano legge una dichiarazione in cui Mancini (che dice di non ricordare: “in quei momenti si può dire qualsiasi cosa, adesso non ricordo” ) disse a Rosetti: "pagherai tu e tutti gli amici di Torino". Arriva la precisazione: “per amici mi riferisco a Moggi, ma siccome era di Torino, l'arbitro Rosetti, pensavo fossero amici, e siccome avevo subito un torto ho creduto che fossero amici". Frequentare gli spogliatoi degli arbitri era prassi anche di altre squadre, anche Mancini lo ammette! L'interrogatorio è già finito! I difensori delle parti non hanno avuto necessità di fare domande al teste che ha smentito parola per parola ogni cosa!
Segui qui l'udienza di giornata.
NON SI GODE NIENTE
Per diciasette anni sono stati tra coloro che più hanno investito denari per raggiungere l'obbiettivo finale: conquistare il tricolore; non riuscendoci. Diciasette anni in cui hanno fatto incetta di giocatori mediocri, sogni terminati tra le feste natalizie e l'avvento della befana, e piagnistei che servivano ad addossare agli altri (vincenti, ma ritenuti colpevoli di un fuorigioco non fischiato o di un rigore non concesso) le colpe dei propri fallimenti.
Poi Calciopoli, la più grande farsa giuridico sportiva che ha portato agli indossatori lo scudetto, indossato, appunto, nonostante sul campo la posizione finale in classifica recitava terzo posto, a ben 15 lunghezze dalla testa.
E dopo lo scudetto assegnato in segreteria da Guido Rossi, quattro anni per testimoniare la loro "grandezza", a discapito di un campionato che, se si tolgono le ultime due stagioni, è stato caratterizzato da nulla, anche in questo caso mischiato col niente. Il tutto condito dal ritornello ascoltato a fasi alterne per quasi un lustro: "...se non ci fosse stata quella banda di truffatori...".
Lo stesso "Special-one", ora a Madrid, non ha mai fatto mistero dei successi di capitan "noi vinciamo senza ruvvare" e del presidentissimo "dovrebbero assegnarci anche quello del 5 maggio": "il primo l'avete vinto in segreteria, il secondo perché non c'era nessuno e il terzo all'ultimo minuto...".
domenica 23 maggio 2010
"SIAMO UN PAESE IMPAZZITO"
Camillo anticipa il pensiero di Giuliano Ferrara sul "il Foglio" di domani.
LE MANS: LA GARA
Questa volta per Jorge Lorenzo non c’è stato bisogno di ricorrere ad uno dei propri cavalli di battaglia del repertorio, la “Remontada”, al fine di battere Valentino Rossi. A Le Mans è bastato mettere in pratica la corsa più semplice per sè, crudele per il compagno di squadra, facile da raccontare. Fase di studio iniziale grazie (finalmente) ad una buona partenza; primo tentativo di sorpasso, scoprendo il limite proprio e del rivale, mantenendosi un margine di errore. Attacco riuscito all’11° giro senza possibilità di replica per il #46, impossibilitato a rispondere al ritmo dell’1′34″ alto-1′35″ basso (significativo il suo 1′34″545 al primo giro a pista libera) messo in pratica dal due volte iridato della 250cc.
Alessio Piana racconta qui la cronaca di gara.
LA STORIA LI ACCOMPAGNA
Diego Alberto Milito, con una doppietta nella finale di Madrid, consegna all'Inter la sua terza Coppa dei campioni della storia.
Scelto dalla Uefa come "Man of the Match", l'attaccante argentino fresco di convocazione ai mondiali sud africani, ha fatto intendere che il prossimo anno, con molta probabilità, lascerà il club neroazzurro per una nuova avventura.
José Mourinho, il terzo allenatore della storia ad aver conquistato due Champions League con altrettante società diverse, al termine della premiazione, "confessa" pubblicamente (e non ditemi che non l'avevo detto) che il prossimo anno cercherà di diventare il primo allenatore della storia ad alzare il più prestigioso torneo continetale con tre club diversi.
Nella notte in cui l'Inter conquista una storica "tripleta" (coppa nazionale, scudetto e Champions League), gli uomini protagonisti di una cavalcata difficilmente ripetibile annunciano il loro addio; il primo seguirà il secondo, cercando di bissare la vittoria di Madrid, il tecnico da Setubal, invece, andrà via da questo Paese senza rimpianti, perché, come ha dichiarato al termine della gara, troppe cose non gli sono piaciute.
sabato 22 maggio 2010
LE MANS: POLE POSITION
A Le Mans torna a dettare legge Valentino Rossi, che conquista la 59° pole in carriera e soprattutto mette tra se e Casey Stoner ben quattro decimi. L'australiano, quarto in griglia, sembra avere a disposizione il pacchetto migliore, a testimoniarlo l'ottimo passo ottenuto con le gomme da gara.
Bene Lorenzo, così come Pedrosa, Hayden ed un sempre più convincente De Puniet. Capirossi ottavo, Dovizioso nono, Melandri undicesimo e Simoncelli tredicesimo, il gruppo degli italiani in pista.
Su Bikeracing.it il racconto di Alessio Piana.
NOBEL PER LA PACE / 40
Altro attacco obamiano in Pakistan, 6 i morti.
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IL NULLA MISCHIATO COL NIENTE
Ieri avevo parlato del disegno di legge sulle intercettazioni, o meglio, avevo affrontato l'argomento sotto il profilo delle pubblicazioni delle stesse sui giornali, barbarica usanza che tende ad appoggiare l'accusa, fondata o infondata che sia, precedendo di gran lunga la sentenza. La logica conseguenza, purtroppo, è il fallimento totale della vita collettiva.
Ieri Repubblica, a firma di Dario Del Porto, scrive che, in merito al ddl ora in discussione al Senato, "l'opinione pubblica non avrebbe potuto conoscere".
Domando a Del Porto: cosa?
Nell'articolo apparso nella pagina web del quotidiano del Gruppo Editoriale L'Espresso, il giornalista (cronista o gossipparo lo lascio decidere ai lettori) porta alcuni esempi: da Berlusconi ai Casalesi fino ad arrivare a Calciopoli.
E proprio quest'ultima tematica vado ad analizzare.
"Calciopoli, ad esempio, scoppia nel maggio 2006. Il processo però inizia a gennaio 2009: due anni e mezzo sarebbero dunque passati nel silenzio praticamente assoluto, anche dopo la notifica degli atti e il loro deposito".
Facciamo un passo indietro, per non dimenticare.
Calciopoli scoppia nel maggio del 2006, ed il processo, quello sportivo, viene praticamente costruito sui giornali, dove vengono pubblicate intercettazioni, scritti titoli a nove colonne e commentati atti, carte e informative a tesi proprie e arbitrarie.
A Del Porto torno a domandare: senza la pubblicazione delle intercettazioni e senza la gogna mediatica che è stata perpetrata ai danni della Juventus, la stessa avrebbe subito la revoca di due scudetti e la retrocessione in serie B?
Essendo inesistente la "cupola" e/o "sistema Moggi" che dir si voglia (pag. 74, Sentenza di Primo Grado), senza l'alterazione della classifica e delle singole gare (pag. 76), con i sorteggi regolari (pag. 83) e con l'inesistenza delle ammonizioni mirate (pag. 103)?
venerdì 21 maggio 2010
CHAMAKH E' UN GUNNER
Dopo aver completato il suo trasferimento, Chamakh ha dichiarato: "Questo è un sogno, e una grande gioia fare parte del progetto Arsenal. Il mio obiettivo è sempre stato quello di giocare nella Premier League e l'Arsenal è stata la scelta del mio cuore.
Per altre info Arsenal.com
BAVAGLIO O NON BAVAGLIO?
Camillo dice che la legge sulle intercettazioni fa schifo, ma non ne sono convinto. Però, in quanto ai paragoni con gli Stati Uniti e il mondo civile ci lascia due pezzi, e qui trova il mio consenso.
CRONISTI E GOSSIPPARI
C'è chi ha dichiarato che quella legge è un insulto all'intelligenza, chi scrive di "bavaglio" e "giro di vite" alla libertà di stampa, e chi sostiene che queste nuove disposizioni che si vanno delineando sono solo sabbia negli ingranaggi delle indagini.
Il disegno di legge "delle intercettazioni" in discussione al Senato sta animando tutte le parti interessate.
"Se si deve fare una legge del genere è meglio abolire lo strumento delle intercettazioni". Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm boccia il provvedimento in discussione al Senato e in un'intervista alla Stampa aggiunge: "Queste nuove disposizioni che si vanno delineando sono solo sabbia negli ingranaggi delle indagini". "Da un lato - spiega Cascini parlando del ddl sulle intercettazioni - si vuole ridurre l'utilizzo delle intercettazioni sia ambientali che telefoniche, dall'altro si vuol vietare che fatti di rilevanza pubblica, emersi proprio grazie alle intercettazioni durante le indagini, possano finire pubblicati dalla stampa anche dopo che sia venuto meno il segreto istruttorio". Il segretario dell'Anm non nega la necessità di un provvedimento che tuteli la privacy ma "ciò che si sta realizzando in queste settimane è il bavaglio all'informazione e l'impossibilità da parte della magistratura di proseguire nelle indagini con lo strumento delle intercettazioni". Quindi Cascini sottolinea che l'Anm ha "un interesse generale che è quello di segnalare le criticità cui si va incontro", parere condiviso anche dalle forze dell'ordine: "Posso assicurare che il mio pensiero accomuna anche le forze di polizia giudiziaria che collaborano con noi, anzi loro di noi nella valutazione dell'operato sono legati a una logica di risultato".
Il sindacato dei giornalisti (Fnsi) a nome del segretario Franco Siddi, rende noto che in nessun Paese avanzato viene "considerato un crimine" l'informazione che dà conto di come procedono le inchieste giudiziarie. "Ci sono ancora due fasi anzi quattro (passaggio in aula e esame alla camera) prima che il provvedimento diventi definitivo. Per questo continueremo la nostra battaglia. Nel caso la norma venisse approvata - ha annunciato Siddi - siamo pronti, arriveremo alla Corte di Strasburgo. Facciamo di tutto - ha proseguito Siddi - per contrastarne l'approvazione. Speriamo in un sussulto. Approvare questa legge - conclude - significa impoverire la democrazia, mortificando la libertà di tutti".
Lancia un appello anche il presidente dell’Ansa Giulio Anselmi. A suo giudizio la situazione della libertà di stampa in Italia "sta peggiorando" negli ultimi tempi e questo é motivo di "vero allarme" per la categoria: tuttavia, nel "grosso dell'opinione pubblica c'é scarsissimo interesse perché i giornalisti sono considerati troppo legati al potere, troppo subalterni e comunque poco credibili".
Anselmi l’ha affermato a Berlino durante una lezione sul tema “Informazione e potere” alla libera università della capitale tedesca. Il recente rapporto di Freedom House sullo stato di democrazia nei media, ha ricordato Anselmi, "colloca l'Italia alla pari dell'India, e dietro al Cile".
Allora mi viene da chiedere: questa contestazione su quali basi nasce?
giovedì 20 maggio 2010
NULLA FU GIUSTO
«Al momento non c'è nessun organo della giustizia sportiva al lavoro per l'esposto della Juventus sulla revoca dello scudetto del 2006 finito dopo Calciopoli nella bacheca dell'Inter».
A chiarirlo è il presidente della FIGC, Giancarlo Abete, nel corso della conferenza stampa svoltasi al termine del Consiglio Federale.
«Come le decisioni prese dal commissario (Guido Rossi, ndr) si basavano su indagini di organi di giustizia sportiva deliberanti - ha spiegato Abete - così, in questo caso, l'iter della Procura deve essere ancora effettuato. È inutile lavorare sui brogliacci o porsi problemi esistenziali sulle voci delle singole intercettazioni. Bisogna aspettare i risultati conclusivi della perizia del tribunale di Napoli, che ha dato tempo 60 giorni (a partire dal 18 maggio ndr), e lasciare che si completi l'iter della giustizia ordinaria».
Il presidente della Federcalcio ha riconosciuto di comprendere il dibattito sugli organi di stampa, «...ma è meno comprensibile che ci sia intorno alla Federcalcio un'aspettativa prima che si completi il lavoro degli organi competenti ad accertare la verità. Non sarebbe giusto».
A leggere quanto sopra esposto da Abete non si può che essere in linea su quanto dice; va preservato l'accertamento della verità.
Ma la domanda è: come mai solo adesso?
Perché solo oggi si dichiara che è inutile lavorare sui brogliacci? Perché solo oggi ci si sdegna a porsi problemi esistenziali sulle voci delle singole intercettazioni? E sopratutto, perché solo oggi le aspettative sulle decisioni da prendere in merito sono meno comprensibili di un tempo?
mercoledì 19 maggio 2010
GET WELL SOON AARON
Il 27 febbraio di quest'anno, durante la gara di Premier League tra Stoke City e Arsenal, Aaron Ramsey subì la doppia frattura della gamba. Il sito ufficiale dei Gunner chiese agli utenti di inviare i loro messaggi di sostegno al talentuoso centrocampista gallese, il risultato fu travolgente: 78.500 messaggi da ogni parte del globo per sostenere il numero 16.
Questa settimana è stato presentato ad Aaron un libro contenente 785 di questi messaggi, uno per ogni 100 presentati.
Ramsey, attraverso il canale tematico ArsenalTv, ha voluto ringraziare personalmente tutti i tifosi.
NOBEL PER LA PACE / 39
Between five and 15 Taliban fighters were reported killed in the attack, which took place in the Tirah Valley. The target of the attack is not clear, and no senior Taliban or al Qaeda leaders or operatives have been reported killed.
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EFFETTI "SPECIALI"
Forse andrà via, ma per il momento non dice nulla, ed è giusto.
Una finale di Coppa dei Campioni va preparata a dovere, senza lasciare nulla al caso, lavorando minuziosamente sui particolari e "chiudendo" fuori dallo spogliatoio ogni indiscrezione e polemica.
José Mário dos Santos Félix Mourinho, noto semplicemente come José Mourinho, o the "special-one", sembra arrivato al capolinea: la sua avventura italiana potrebbe essersi già conclusa, con la vittoria, a Siena, del suo secondo tricolore consecutivo; quella con l'Inter potrebbe terminare a Madrid, dove l'attende il Bayern Monaco di Luis Van Gaal per l'ultimo atto del più importante torneo continentale.
E proprio Madrid, a prescindere dall'esito della finale di Champions, potrebbe essere il nuovo punto di partenza di un tecnico che in sole dieci stagioni ha conquistato la bellezza di sei campionati: 2 in Portogallo, 2 in Inghilterra e 2 in Italia; oltre a una coppa dei Campioni e varie coppe nazionali tra cui la coppa d'Inghilterra.
Per i bookmaker inglesi, Mourinho è praticamente del Real Madrid, la quota offerta agli scommettitori fino a poche settimane fa non esiste più, il passaggio alle merengues è no betting, e le ultime, velate, dichiarazioni di Moratti fanno pensare ad un sicuro addio. Dalla Spagna, attraverso il quotidiano "As", anche il procuratore del tecnico da Setubal, Jorge Mendes, avrebbe fatto capire che c'è già l'accordo verbale con la Casa Blanca.
Mi mancherà, lo ammetto, perché mai ho fatto mistero che quell'uomo sarebbe stato uno "juventino perfetto".
SCUDETTI AL PETROLIO
C’era ai miei tempi verdi una filastrocca che recitava all’incirca: olio, petrolio, benzina minerale per battere il (squadra x) ci vuol la Nazionale. In questo caso ad oggi dovremmo inserire l’Inter al posto della x, la Saras al posto del petrolio e contraddire la cantilena. Perché con la Nazionale di stavolta almeno all’apparenza certo non si batte l’Inter, il cui unico italiano vero anche se inconfondibile all’occhio è Mario Balotelli, lasciato a casa insieme con Cassano autolesionisticamente dal Ct Lippi all’apparenza (di nuovo) in uscita. Entro l’8 giugno dovrebbe firmare per il dopo-Sudafrica Prandelli, ormai ai ferri corti con la Fiorentina dei mercanti, oppure Ranieri, in stadio di avanzata preoccupazione per i conti fallimentari dell’Italpetroli che si divide con Unicredit la Roma dei Sensi.
Pensate che al dispiacere romanista per non aver concluso positivamente la “straordinaria galoppata” (ho virgolettato per sentirmi un vero giornalista sportivo manutentore di ogni più accreditato luogo comune…) dietro l’Inter, si accompagnano le considerazioni societarie in base alle quali a uno scudetto in meno si contrappongono gli stessi soldi, la stessa Champions ma un sostanziale risparmio sui premi tricolori. È insomma una faccenda anche petrolifera tra le prime due squadre del campionato. La terza, il Milan un po’ diroccato e un po’ ex in quasi tutto, tutto sommato ha arrangiato un campionato difficile, sta risparmiando sui conti e Berlusconi medita il gran ritiro, come gli consigliavano gli striscioni del Meazza di sabato scorso. Solo che il Cavaliere Inarrestabile vorrebbe vendere a qualche amico di Putin che non saprebbe che farsene di un Galliani invece espertissimo nelle vicende italiane emerse, immerse e sommerse, mentre il suo vice dalla scapigliatura generosa preferirebbe un acquirente arabo, un qualche sceicco che lo mantenesse al suo posto e al suo emolumento di manager dei calzoncini. Comunque nei due casi sempre di petrolio si tratterebbe...
martedì 18 maggio 2010
LEGAMI
I denti stretti, le labbra sigillate, una maschera. Il viso imperscrutabile di Marco Tronchetti Provera, nei corridoi del Tribunale di Milano. Il testimone, l’ex presidente di Telecom, il numero uno di Pirelli. La domanda di una cronista: “Conosce Cipriani?”. Nessuna risposta. Emanuele Cipriani, l’uomo dei fascicoli segreti su dirigenti e politici. E poi Giuliano Tavaroli, ex brigadiere, ex responsabile della sicurezza Telecom. E ancora Fabio Ghioni, l’occhio furbo e informatico di Telecom. E infine Marco Mancini, l’ex numero due del controspionaggio italiano. Nomi e facce che ritornano nell’esemplare inchiesta di Sigfrido Ranucci per Report. Il Fatto quotidiano ha visto in anteprima la puntata: particolari inediti che corrono in parallelo con il processo di Milano, arrivato all’udienza preliminare, alle richieste di patteggiamento di Ghioni, Tavaroli e delle società Telecom e Pirelli. La telecamera fissa lo sguardo sfuggente di Cipriani: “Mi verrebbe da dirle, con le cautele che la situazione mi impone di avere, che ci dovevano essere altri responsabili in questo processo: altri indagati, o meglio imputati...”. Secondo l’accusa sono stati spiati oltre 4mila tra dirigenti interni, esterni e società concorrenti. Un’enciclopedia compilata tra il '97 e il 2005. Due parentesi tra l’era Tronchetti Provera che, nelle deposizioni, negò di conoscere Cipriani (almeno sino al 2005) e la sua società Polis D’Istinto. Francesco Caroleo Grimaldi, avvocato dell’investigatore privato, prova a costruire un ponte di collegamento tra la Polis e Tronchetti: “Noi abbiamo mostrato una fattura, emessa da Polis D’Istinto di circa 30 mila euro, a lui intestata e a lui personalmente diretta presso la sua abitazione privata, che si riferiva al servizio di scorta e di sicurezza organizzato da Cipriani in occasione del matrimonio della figlia a Portofino”.
GALDI, NON COSI'!
Gli hanno chiesto aiuto, per redarre la seconda informativa, e Lui, Muarizio Galdi firma della Gazzetta dello Sport, non ha esitato.
Gli hanno chiesto come si svolgevano i sorteggi arbitrali, e Lui, Maurizio Galdi firma della Gazzetta dello Sport, non ha esitato.
Ma nei principi basici del mestiere non si evince che il giornalista non può accettare privilegi, favori o incarichi che possano condizionare la sua autonomia e la sua credibilità professionale?
Non si evince che non deve omettere fatti o dettagli essenziali alla completa ricostruzione dell’avvenimento?
E ancora: in tutti i casi di indagini o processi, il giornalista non deve sempre ricordare che ogni persona accusata di un reato è innocente fino alla condanna definitiva, non costruendo notizie in modo da presentare come colpevoli le persone che non siano state giudicate tali in un processo?
lunedì 17 maggio 2010
COMPLIMENTI
Scudetto meritatissimo, nonostante lo straordinario campionato della Roma di Ranieri. L’Inter è molto forte, in un campionato mediocre che paga ancora i disastri e gli imbrogli e le falsità di calciopulitopoli. Gli scudetti consecutivi non sono cinque, ma quattro. Tre dei quali secondo me non contano, perché giocati in un campionato aziendale. Quest’anno è stato diverso. La squadra di Mourinho, già buona di suo, è stata nettamente superiore alle altre e ha vinto grazie a una straordinaria campagna acquisti finanziata dal ratto di Ibra e dai profitti di regime di quattro anni fa, ma col tempo è diventata una corazzata solidissima, certamente poco "pazza Inter", una corazzata come non se ne vedevano dai tempi della Juve di Fabio Capello.
Quella dei 91 punti, teste di cazzo.
domenica 16 maggio 2010
ARCH MADNESS
A Stoccolma hanno invitato Lucky Jim, per evidenti meriti.
In questo momento, però, all'Elitloppet potrebbe tranquillamente partecipare Arch Madness.
In questo momento, però, all'Elitloppet potrebbe tranquillamente partecipare Arch Madness.
sabato 15 maggio 2010
MANCANZA DI ALLEGRIA
Lui, Guido Rossi, dice di non essere stato Lui, ad assegnare in segreteria, in data 26 luglio 2006, lo scudetto stagione 2005/06 revocato alla Juventus.
Lui non c'entra, e dichiara che tutti "devono smetterla di dire queste cose".
Un po' di storia per non dimenticare.
Il 16 maggio 2006 Guido Rossi viene nominato commissario straordinario della Federazione Italiana Gioco Calcio; il 14 luglio 2006 vengono presentate le nuove divise per la stagione 2006/07 dell'Internazionale Fc Milano, con una particolarità: la coccarda della Coppa Italia 2005-2006 è stata posizionata, invece che nel più classico lato sinistro della parte anteriore della maglietta, sulla manica sinistra; il 20 luglio del 2006 il commissario straordinario della FIGC, Guido Rossi, uscendo dalla sede di via Allegri, ha affrontato la questione dello scudetto 2005-06 non assegnato alla Juventus. Rossi ha parlato della costituzione di una commissione che darà un parere sull'assegnazione dello scudetto, anche se l'ultima parola spetterà proprio al commissario straordinario; il 26 luglio 2006 lo scudetto 2005-06 è stato assegnato all'Inter. Lo ha stabilito la Figc, dopo aver accolto il parere della commissione di tre saggi creata per dirimere la questione dopo la non assegnazione alla Juve. «Il Commissario straordinario Guido Rossi - si legge in una nota - ha ritenuto di attenersi alle conclusioni del parere e che non ricorrono motivi per l'adozione di provvedimenti per la non assegnazione del titolo di campione d'Italia per il 2005-06 alla squadra prima classificata all'esito dei giudizi disciplinari».
venerdì 14 maggio 2010
PEGGIO DELLA GRECIA
Come la Grecia, peggio della Grecia: la crisi economica sta travagliando la Romania che ha visto ieri scendere in sciopero i ferrovieri –che hanno minacciato di paralizzare il paese- dopo che insegnanti e agricoltori avevano manifestato e scioperato in massa nei giorni scorsi. La protesta è rivolta contro il governo di Emil Boc che ha dovuto obbedire ai diktat del Fondo Monetario Internazionale varando un piano di drastici tagli per i dipendenti statali a cui lo stipendio verrà decurato del 25% per un anno e ben 140.000 licenziamenti di statali (a fronte di una massa abnorme di 1.400.000 dipendenti della pubblica amministrazione, su 22.000.000 di abitanti, più di uno su dieci in età lavorativa). Solo a fronte di questa cura da cavallo il Fmi si è detto disposto di versare una tranche di 900 milioni di euro di prestito sui 20 miliardi stanziati assieme alla Banca Europea. Risultato certo di questi sussulti: incremento dei frutti migratori rumeni verso il nostro paese.
La “sindrome greca” è peggiorata dal fatto che la Romania non fa parte della zona Euro e che la sua moneta, il nuovo Leu si deve difendere da sola sui mercati internazionali. L’ondata di scioperi è destinata a crescere nei prossimi giorni, dato che il leader della confederazione sindacale Cartel, Bogdan Hossu, sostiene che l’insieme dei provvedimenti economici del governo comporterà la perdita del lavoro per circa il 35% dei dipendenti a basso reddito. Ma la incisività delle crisi non lascia margini di trattativa tra governo sindacati, nel 2009 infatti il Pil rumeno ha segnato un sonoro meno 7.2%, là dove le misure imposte dal Fmi si limiterebbero a contenere il rapporto tra deficit e Pil al 6.8% per il 2010; una curva produttiva discendente particolarmente grave in un paese che ancora negli ultimi anni si sviluppava con un ritmo “asiatico” anche con progressioni dell’8% annuo.
COMPORTAMENTI POCO LIMPIDI
Torno sull'argomento di questi giorni, e cioè l'esposto presentato dalla Juventus F.c. S.p.a., in cui la società bianconera chiede la revoca dello scudetto assegnato in segreteria nell'estate del 2006 da Guido Rossi all'Inter.
Riporto testualmente pagina 4: "...Al fine di meglio illustrare le ragioni alla base del presente esposto, la Società ritiene opportuno richiamare le violazioni contestate dal Signor Procuratore Federale, dott. Stefano Palazzi, con atti di deferimento notificati alla Juventus F.C. S.p.A. e ad altre tre affiliate (AC Milan, SS Lazio e AC Fiorentina); violazioni poi accertate dagli Organi di Giustizia Sportiva, con l’emissione di condanne di esemplare afflittività ai danni della Società esponente...".
Nel documento firmato da Jean-Claude Blanc, attuale presidente bianconero, e dall'Avvocato Michele Briamonte, legale della società, viene dunque riportato quanto deciso dalla Commissione d’Appello Federale, riunitasi a deliberare sotto la presidenza del dott. Cesare Ruperto il 7 luglio 2006.
giovedì 13 maggio 2010
C'ENTRERA' ANEMONE?
”Lo scudetto 2006 non l’ho assegnato io, devono smetterla di dire queste cose”. Lo afferma all’ANSA il giurista Guido Rossi.
Sarà stato assegnato alla sua squadra a sua insaputa, come l’appartamento vista Colosseo agevolato a Scajola.
NOBEL PER LA PACE / 38
Venti missili obamiani, ventuno morti pakistani
In un solo giorno, giochi di fuoco obamiani sul Pakistan.
In un solo giorno, giochi di fuoco obamiani sul Pakistan.
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IL PALLONE HA SMESSO DI ROTOLARE
Leggo che l'editoriale de "il Foglio" dell'11 maggio, scrive di come il pallone fosse rotondo anche quattro anni fa, e che la richiesta da parte del CDA della Juventus di far revocare lo scudetto assegnato in segreteria (copyright Mourinho) all'Inter è, seppur tardiva, doverosa. Balle!
Il "dovere" la proprietà della Juventus non sa nemmeno dove stia di casa.
Ricordo alcuni particolari.
Il 7 maggio del 2006, dopo che i giornali pubblicarono le intercettazioni telefoniche su Moggi violando il segreto istruttorio, John Elkann dichiarò "opportuno" che si valutasse nelle giuste sedi, ma nel frattempo scaricò l'ex dirigenza juventina senza attendere gli esiti dell'inchiesta.
Il 20 maggio del 2006 (due mesi prima della sentenza), sempre John Elkann dichiarò: "Le intercettazioni che vedono coinvolti Moggi e Giraudo sono pesanti, abbiamo subito preso atto della realtà che si stava configurando e ci siamo comportati di conseguenza".
Il 17 luglio del 2006, tre giorni dopo la sentenza che scaraventò la Juventus in serie B, privandola di due scudetti vinti regolarmente sul campo (dopo 76 giornate consecutive in testa al campionato) la difesa della Juventus dichiarò: "I tifosi possono dire e pensare ciò che vogliono, io rispondo ai miei clienti, che sono pienamente soddisfatti del mio lavoro" (Avv.Zaccone).
Il 21 agosto 2006, dopo tre ore di fitta discussione, il CDA bianconero decise di ricorrere al Tar del Lazio; il 24 agosto venne ufficialmente presentato e l'allora presidente Cobolli Gigli dichiarò: "Un atto dovuto nei confronti dei tifosi".
Il 31 agosto il CDA bianconero deliberò all'unanimità la decisione di ritirare il ricorso al Tar.
Il 3 luglio del 2007 John Elkann si raccontò attraverso un'intervista: "Le penalità che la Juventus ha subito non le ha avute per niente, ci sono stati comportamenti giudicati inaccettabili e come tali sono stati puniti dalle autorità sportive... ora siamo tornati in serie A con la coscienza a posto".
mercoledì 12 maggio 2010
PREMIER ACADEMY LEAGUE
Nel pomeriggio di martedì l'Arsenal ha mantenuto il titolo di Premier League Academy con un esaltante 5-3 inflitto al Nottingham Forest.
Benik Afobe è stato l'eroe dell'Emirates Stadium, segnando una tripletta e creando gli altri due assist per Luke Freeman.
Le immagini della gara potete trovarla sul sito ufficiale dell'Arsenal.
I MAGNIFICI SETTE / 2
Discutendo di calciopoli capita spesso di soffermarsi più che sulle accuse mosse alla presunta e sempre più inverosimile cupola, sui personaggi che animano il dibattimento in corso a Napoli.
Cominciamo oggi ad esporre una serie di brevi riflessioni e piccole considerazioni circa il contegno processuale e mediatico di alcuni degli attori protagonisti del processo “Ambrosino Marcello ed altri ventiquattro”. L'esposizione non seguirà una classifica di “magnificenza”, l'ordine sarà casuale, secondo quelle che saranno le “sensazioni e il ricordo” del momento.
Secondo della serie è Giuseppe Narducci. Il pm sta nel processo come il più irremovibile degli scogli sta di fronte all'impeto del mare. Se un punto fermo c'è nell'impianto accusatorio, questo è proprio il pm napoletano; passano i colleghi dell'ufficio di procura, ma lui resta. Resta a difendere con le unghie e con i denti un'impalcatura accusatoria che, detto da profano, proprio sembra non volerne sapere di stare su. Questo tuttavia sarà verificato solo con la sentenza.
SPAZZATURA
...Per non ripetermi, non passare per difensore né di Moggi né di nessuno e ribadire che ne vorrei semplicemente sapere di più dalla magistratura giudicante in azione a Napoli batto su un altro tasto, dopo aver pensato, detto e scritto montagne di critiche e sospetti sulla giustizia sportiva “naturali ter”deformata.
Come sapete, il baricentro che si sta spostando dalle accuse al solo Moggi come capocosca all’intiero potere dei club italiani e quindi al collegamento con i vertici istituzionali del pallone, suscita proteste. Del tipo “ora si stanno trasformando i colpevoli in vittime”.
Precisiamo: non è così, basta provare le accuse e la giustizia sportiva – attraverso le intercettazioni parziali di allora – non lo ha fatto o lo ha fatto solo di risulta. Mentre quella penale ha cominciato ad assolvere una prima tornata di arbitri, ossia la materia prima addebitata a Moggi. Ma c’è anche chi dice che “si stanno trasformando le vittime in colpevoli”. E questo è interessante: torniamo al tasto, quello di Bobo Vieri. Battiamolo insieme. Nel novembre 2009 Vieri, che ha fatto causa a Moratti perché lo aveva fatto spiare telefonicamente dalla security di Tavaroli & C., lasciando il calcio giocato ha detto testualmente: “A noi giocatori l’Inter ha imposto un patto di riservatezza, un contratto con la clausola che ci impegnava a non rivelare il piano Moratti-Telecom per far fuori le altre società che in quel momento stavano vincendo tutto. Io venivo pagato al 70% dall’Inter e al 30% dalla Telecom per la quale ho assunto un impegno pubblicitario. Il fatto d’essere stato spiato mi ha convinto a violare quel patto. Sono disponibile a mostrare il documento in questione”.
VEROSIMILMENTE APPROSSIMATIVI
Ieri si è svolta l'ennesima udienza presso la IX sezione penale del Tribunale di Napoli sul procedimento riguardante calciopoli; e qui potrete trovare i dettagli.
Della lunga giornata napoletana, però, voglio analizzare un solo passaggio, in cui la difesa (Avv.Gallinelli) dell'arbitro De Santis ha chiesto al maresciallo Di Laroni quali indagini sono state svolte in riferimento al suo assistito.
Due i punti fondamentali.
martedì 11 maggio 2010
PARODIE
La Juventus ha chiesto la revoca dello scudetto 2005/06 assegnato a tavolino all'Inter.
Questa è la notizia.
Nelle quattro ore trascorse nella sede di Corso Galileo Ferraris per approvare il bilancio del terzo trimestre, il Consiglio ha deliberato di inviare ai presidenti di Coni e Figc, alla Procura Federale e al Procuratore Federale Capo, un esposto nel quale si richiede la revoca della decisione di assegnare all'Inter lo scudetto della stagione 2005-2006.
lunedì 10 maggio 2010
NOBEL PER LA PACE / 37
Altro attacco missilistico di Obama sul Pakistan
Dieci morti, questa volta
Dieci morti, questa volta
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REPORT: ARSENAL 4-0 FULHAM
Con un roboante 4-0 l'Arsenal si sbarazza del Fulham, consolida la terza posizione in classifica e saluta nel migliore dei modi il pubblico dell'Emirates Stadium.
La stagione dei gunners, sotto molti aspetti, è stata migliore di quanto opinione pubblica e addetti ai lavori avevano preventivato. Nonostante partenze importanti come quelle di Adebayor e Touré, la mancanza di un primo portiere e una serie infinita di infortuni, i rossi di Londra hanno lottato fino a tre giornate dal termine per la conquista della Premier e disputato il quarto di finale di Champions contro i campioni uscenti del Barcellona.
Questa estate sarà fondamentale mantenere in rosa i pezzi migliori ed acquistare due/tre elementi che possano far fare il definitivo salto di qualità ad una squadra già di suo forte e competitiva.
I quindici prolungamenti di contratto avvenuti in stagione la dicono lunga sulla programmazione di Arséne Wenger, l'età media dell'intera rosa il biglietto da visita per un futuro che difficilmente non potrà non essere vincente.
I MAGNIFICI SETTE
Quello che è uscito in queste ultime settimane dal processo calciopoli in corso a Napoli, nonostante molti non lo vogliano ammettere, ha sconfessato un bel po' di certezze.
Oltre all'ovvio clamore per il coinvolgimento di santi e onesti uomini, una cosa sembra essere sfuggita ai più: la posizione di altri protagonisti del processo in corso a Napoli. D'altra parte non ci si può aspettare troppi approfondimenti su questi temi, i troppi forcaioli del 2006 farebbero la figura che gli compete, quella dei peracottari.
Ma torniamo agli attori del processo. Tra questi va certamente annoverato l'avvocato Bruno Catalanotti, patrocinatore del Brescia calcio. L'illustre avvocato si è distinto sin dalla prima udienza di discussione come uno dei più convinti sostenitori dell'impianto accusatorio. I suoi interventi evidenziavano una sintonia ed un apprezzamento per il lavoro dei pm davvero profondo.
Nulla di strano che una parte civile che chiede 55/56 milioni di euro a Moggi e Giraudo si schieri con Narducci e soci, sarebbe stato anomalo il contrario.
domenica 9 maggio 2010
MATCH PREVIEW: ARSENAL - FULHAM
NON SMETTERO' MAI DI DIFENDERTI
Che il mio "amore" calcistico per la Juventus si sia fermato nel maggio del 2006, credo non sia più mistero per nessuno. Come è altresì chiara la mia posizione nei confronti di quella "storia" nata nel 1897: difenderla dalle menzogne.
Ho trattato l'argomento Gea parecchie volte, seguendo l'iter giudiziario e scrivendo a chiare lettere le conseguenze di quel procedimento, e torno a farlo, anche volentieri, perché evidentemente c'è ancora qualcuno che le cose non le ha ben capite, o forse, come capita da quattro anni a questa parte, lo schieramento del "colpevole a prescindere" è più vivo che mai.
Questa volta il "palcoscenico" lo calca tale Stefano Argilli, ex capitano del Siena, per farci sapere, udite udite, che scoperchiare Calciopoli fu opera sua (con un’intervista ad Avvenire del 30 aprile 2006), e a distanza di quattro anni Avvenire.it è andato a scovarlo.
sabato 8 maggio 2010
TRASPARENZE
E’ stato presentato nella giornata di giovedì, con una conferenza stampa, “I fatti del giorno”, il “mattinale delle 103 Questure italiane” che diventa online e ad aggiornamento giornaliero, per far conoscere a tutti non solo le "grandi" operazioni, ma anche il lavoro "ordinario" di tutti i poliziotti impegnati quotidianamente nel nostro Paese.
Sul sito web della Polizia di Stato, nella sezione apposita, è già disponibile la lista di molte delle Questure nazionali; cliccando sull’ufficio desiderato si accede all’elenco delle indagini in corso, delle notizie di reato, delle attività operative dei poliziotti afferenti all’ufficio.
venerdì 7 maggio 2010
PASTICCI
Mentre continua il giallo intercettazioni del processo Calciopoli, dove risulterebbero spariti i dvd e i cd contenenti le 171mila telefonate su cui si è basato il processo nell’estate del 2006 e su cui avrebbe lavorato recentemente il pool di Moggi, (in poche parole, da come riporta La Gazzetta dello Sport, non si capisce da dove sono usciti i file audio su cui i consulenti e gli avvocati hanno lavorato per scovare le famose intercettazioni-bis), scoppia il pasticcio sulla partita Inter-Sampdoria.
Dalle nuove intercettazioni emerge una conversazione fra il designatore arbitrale di allora Paolo Bergamo e il presidente dell’Inter Giacinto Facchetti. Conversazione che ha come tema l'arbitro Bertini, ritenuto dagli accusatori del processo di Calciopoli, uno degli esponenti della cupola di Moggi.
giovedì 6 maggio 2010
PATOLOGIE INFETTIVE
Che in Italia la giustizia viva in un profondo letargo è sotto gli occhi di tutti, che questa sia guercia con alcuni e zelante con altri l'abbiamo potuto constatare in più di un'occasione. E, con la storia davanti, ci si rende conto che il pettegolezzo sembra più credibile della pratica giudiziaria.
Arrivati a questo punto potremmo anche far finta che tutto sia normale e che, quindi, la giustizia abbia colpito il cancro del calcio italiano, liberandosi per sempre di chi, questo giuoco, lo ha reso sporco e truccato. Ma è un falso.
La barbarie giudiziaria si è stabilizzata su due aspetti ben precisi: a) l'amico spogliato delle sue bugie è una vittima, e la notizia da riportare un semplice atto dovuto; b) il nemico un delinquente in attesa di condanna, e le leggende raccontate su di esso la dimostrazione che i sospetti erano fondati.
L'evolversi di questo percorso porta alla difesa delle proprie teorie e dei propri idoli, annullando ogni valore.
Il cammino di Calciopoli è l'esempio concreto di quanto scritto, dove l'arbitro chiuso nello spogliatoio è diventata notizia di reato non per l'atto compiuto (giudicato non veritiero da un tribunale) ma per i pettegolezzi usciti sui giornali.
Sono sicuro che una parte del popolo si sollazzi, a tale spettacolo, ma sono altresì certo che c’è anche chi storce la bocca, che preferirebbe una giustizia con costumi più riservati, con un’idea più grave del ruolo che ricopre, e che sia in grado di sentire il disagio, per non dire la rabbia, circa il confondersi dei giudizi penali con quelli estetici.
mercoledì 5 maggio 2010
METODO AURICCHIO
Quelli dell’uccellino di Del Piero hanno applicato il metodo da bar dello sport del tenente colonnello Auricchio con cui sono state fatte le indagini di calciopoli, cioè il riscontro sui giornali sportivi delle telefonate intercettate.
Dunque, c’è questa nuovissima intercettazione (svelata ieri a Matrix) tra Facchetti – quello dolce e severo che non telefonava mai, ma scriveva memoriali e riceveva in sede arbitri in servizio – e il designatore degli arbitri Bergamo:
CALCIOPULITOPOLI SECONDO ROCCA
Christian Rocca giornalista, scrittore e blogger italiano, nato a Catania il 23 gennaio 1968, laureato all’ Università Cattolica di Milano, attualmente inviato de Il Foglio negli Stati Uniti, è uno dei pochi giornalisti italiani che ha denunciato e continua a denunciare le numerose incongruità di calciopoli, utilizzando spesso toni ironici e sarcastici mettendo puntualmente in evidenza le contraddizioni e le manipolazioni dei media.
Pubblichiamo con piacere una breve intervista gentilmente concessa alla redazione di Giulemanidallajuve.
UN PAESE LORDO
Siamo un Paese con una cultura sportiva pari allo zero più assoluto, e su questo Giampiero Mughini ha perfettamente ragione, e le righe scritte a Dagospia sono lo specchio fedele, come sottolinea lo scrittore di comprovata fede juventina, di quel che noi siamo.
Il riferimento è la partita Lazio-Inter di domenica sera, dove, scrive testuale Mughini, "...la difesa biancoceleste schierata immobile al modo di cinque birilli mentre i giocatori interisti facevano quel che volevano. I fischi al meraviglioso portiere uruguagio che da solo (assieme a Zarate) faceva squadra contro l'Inter. La caciara di applausi all'Inter quando segnava. La prima partita di calcio della mia vita dove l'arbitro non ha mai fischiato un solo fallo, un solo contrasto, un solo tackle vigoroso, e questo perché mai i giocatori laziali hanno disturbato gli avversari...".
Intanto c'è chi si sdegna, la Roma, e chi vive tutto questo in maniera estranea (?), l'Inter, e chi cerca di dare fiato alle critiche, provenienti dal Palazzo, mentre in Lega si minimizza.
martedì 4 maggio 2010
REPORT: BLACKBURN 2-1 ARSENAL
Quarta sconfitta nelle ultime cinque gare, l'ultima vittoria risale ad un mese fa, quando all'Emirates Stadium e con ancora il titolo da giocare, gli uomini di Wenger avevano battuto per 1-0 il Wolverhampton.
Domenica a Londra gran chiusura, con il Fulham finalista di Europa League.
In un finale di stagione con ben poche cose da aggiungere, due le note di cronaca: a) ancora Fabianski, ancora un'errore che è costato la partita; b) è tornato al gol Van Persie, con l'augurio che il centravanti olandese possa essere, finalmente, presente per tutta la prossima stagione.
SUPPOSIZIONI DI PRIMO GRADO / 5
Le “schede riservate” occupano ovviamente un ruolo determinante nel castello costruito da De Gregorio. A pag.110, si ricostruisce la vicenda che le ha fatte emergere, cominciando con la telefonata del 9/2/2005 “in cui Bergamo chiamò un’utenza svizzera intestata ad un settantenne e rispose Moggi”, nonché le ammissioni di Bergamo, Pairetto e di Romeo Paparesta, padre di Gianluca. “L’efficacia del sistema di accertamento usato dalla PG nei casi in esame è denotata anche da alcuni incroci con utenze certamente riferibili agli interessati, come ad es. nel caso di Dattilo, la cui utenza straniera, già assegnata con i soliti criteri, contattò anche utenze intestate a se stesso ed alla moglie, confermando con sicurezza la bontà del metodo investigativo usato dagli inquirenti” (pag.113). Da questa constatazione, De Gregorio trae “validità generale” ed attribuisce 29 schede (su un totale di 39) in questo ordine: “8 a Moggi, 3 a Fabiani, 2 a Bergamo, 3 a Racalbuto, 2 a Pairetto, 2 a Paparesta – che peraltro ammise un numero maggiore di schede – 2 ad Ambrosino, 2 a Pieri, 1 per ciascuno a Cassarà, Dattilo, De Santis, Gabriele”. Salta agli occhi un’assenza sorprendente. Perché Giraudo non aveva la sua brava scheda svizzera? In fondo, lui era uno dei grandi capi dell’organizzazione. E allora perché non la usava? Non si è detto che partecipava anche lui alla compilazione delle griglie? E allora come comunicava, con i piccioni viaggiatori?
MANIPOLARE IL NIENTE
Per Marco Tronchetti Provera il caso Calciopoli è da considerarsi chiuso, perché è una questione di cui non vale nemmeno la pena di parlare. Ma il presidente di Pirelli, invece di non parlarne (e sarebbe quanto meno una scelta opportuna), aggiunge: «...in tutti gli sport quando il primo viene squalificato vince il secondo senza scandali: il calcio ha un impatto mediatico più forte e si sono inventati che è uno scandalo... ».
Vero! Quando ci sono le prove che constatano l'irregolarità del primo arrivato (qualunque sia la motivazione) è giusto, sportivamente parlando, premiare chi, senza scandali, è giunto secondo. Ma quando così non è? E poi: se la Juventus è stata considerata irregolare (comunque sto ancora aspettando una prova una che così è stato) perché la sua ex dirigenza ha intrattenuto rapporti di abitualità con i designatori arbitrali, è proprio sicuro, il Sig. Tronchetti Provera, che il secondo classificato è esente da scandali?
lunedì 3 maggio 2010
NOBEL PER LA PACE / 36
Altro attacco missilistico obamiano in Pakistan, quattro i morti.
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MATCH PREVIEW: BLACKBURN ROVERS - ARSENAL
SUPPOSIZIONI DI PRIMO GRADO / 4
Capitolo Lanese. Anche lui, nonostante entri assai raramente nelle discussioni intercettate, finisce nel calderone, con tutti gli altri. In particolare, si torna sulla vicenda accaduta nello spogliatoio di Reggio Calabria, in seguito ad un incontro caratterizzato da uno degli arbitraggi più scandalosi della storia. La vicenda è nota: Moggi e Giraudo, al termine della partita, si presentarono di fronte alla terna, andando certamente sopra le righe e venendo però risparmiati a causa dell’intervento dell’osservatore Ingargiola concordato con Lanese. Avrebbero meritato una squalifica? Non c’è dubbio. Il fatto che l’arbitraggio fosse stato indecente non giustifica il loro comportamento. Quante altre volte sarà successo un fatto simile ad altri dirigenti? Difficile dirlo. Ma se anche fossero stati squalificati per tre mesi, cosa sarebbe cambiato? Moggi non batteva le punizioni e Giraudo non tirava i rigori. Probabilmente, qualsiasi juventino avrebbe fatto volentieri cambio tra la loro squalifica e quella di Ibrahimovic, avvenuta pochi mesi dopo, a seguito di una prova tv scaturita dalla immagini fornite da Mediaset (a proposito di mass-media amici!).
UN NAPOLATANO VINCE CON UN ITALIANO
Nel Lotteria colpo a sorpresa del portacolori di Ucci e Riccitelli.
Un trionfo per Gaetano Di Nardo, profeta in Patria, festeggiato dal popolo di Agnano.
Su ippica.biz il resoconto di giornata a cura di Domenico Deci.
domenica 2 maggio 2010
OMBRE
Lo scandalo di Calciopoli e il processo napoletano che si sta incaricando di dipanarlo conoscerà forse altri brandelli di verità. E’ quello che si augurano coloro i quali vogliono sapere che cosa sia davvero successo negli anni “processati”, cioè nella stagione 2004-2005, spiccioli precedenti e collegamenti successivi. Le notizie di ieri sono due. La prima è per la Corte di giustizia della Figc non ci sono dubbi: in risposta al quesito interpretativo posto dal presidente federale Giancarlo Abete, ha fatto sapere che Luciano Moggi è radiato da ogni ruolo nel calcio italiano. La seconda è che i due pubblici ministeri di Napoli, Narducci e Capuano, hanno interrogato lunedì Gianfelice Facchetti, il figlio di Giacinto, che ha consegnato loro un dossier di appunti autografi del padre sul sistema juventino che condizionava i campionati. Queste ricostruzioni , che l’allora presidente dell’Inter in supplenza di Massimo Moratti fece prima di morire, si aggiungono alla montagna di intercettazioni “nuove” per il dibattimento e la pubblica opinione e “vecchie” cronologicamente perché parte del faldone monstre delle 171 mila di Calciopoli assurto alla cronaca nel maggio di quattro anni fa.
JEREZ: LA GARA
Ha vinto Jorge Lorenzo, dopo una rimonta che sembrava impossibile. Dani Pedrosa, in testa dal primo metro a quattro curve dalla conclusione, è terminato, appunto, secondo, dimostrando, però, grinta da vendere e lucidità nelle fasi conclusive. Ottimo il terzo posto di Valentino, in un week-end che molto probabilmente non poteva offrire di più. Quarte e quinte le due Ducati, con Hayden davanti al compagno di scuderia Stoner. Dovizioso, con il sesto posto, ha dato continuità all'ottimo podio di Losail.
Su bikeracing.it il resto della giornata.
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